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Le nostre battaglie (2018) di Guillaume Senez: un uomo, la sua famiglia e una catena da spezzare – Recensione del film

Le nostre battaglie è un film di Guillaume Senez in cui il protagonista deve occuparsi della famiglia dopo che sua moglie se n'è andata improvvisamente..

Di Cristiana di San Marzano

Pubblicato il 05 Feb. 2019

“Scusa cara, scendo a prendere le sigarette”. E sparisce. Chi? Lui, l’uomo, il marito, il padre. Così almeno fino a ieri. Oggi si cambia. È lei a sparire. Succede nel film del belga Guillaume Senez Le nostre battaglie.

 

Attenzione però: a differenza del film italiano 10 giorni senza Mamma, con Fabio De Luigi in versione mammo, che guarda caso esce nelle sale lo stesso giorno, il 7 febbraio, il film franco-belga non fa ridere, proprio per niente. Niente siparietti spiritosi, battute divertenti, situazioni paradossali. E già lo spiega bene il titolo, Le nostre battaglie, che poi sono il duro mestiere del vivere nel quotidiano. Si combatte in casa per stabilire rapporti decenti con tutta la famiglia, ma anche fuori, sul posto di lavoro, dove le ingiustizie e lo sfruttamento si sprecano. Soprattutto ora che è in corso la cosiddetta rivoluzione dell’industria 4.0.

Le nostre battaglie: la quotidianità famigliare senza mamma

Olivier, il protagonista, lavora in una di queste nuove aziende, grandi nastri trasportatori, scaffali pieni di pacchi e i lavoratori muniti di tablet scelgono, smistano, spediscono. Un lavoro digitale che richiede velocità, che non prevede tempi morti, che non perdona neppure una piccola disattenzione. Lui è il caposquadra, un capo dal volto umano, sempre pronto a coprire i colleghi, sensibile a ogni richiesta. Non altrettanto si dimostrerà con i due figli quando un giorno la moglie sparisce. Di lei non sapremo niente, il regista non ci dà indicazioni, si limita a dirci che faceva la commessa e che ormai da tempo era molto stanca ed esaurita per l’accavallarsi dell’impegno dentro e fuori casa. Nessuna indicazione ma anche nessun giudizio. Lei non è colpevole di abbandono del tetto coniugale, non è su di lei che punta l’obiettivo. È Olivier che nelle due ore scarse del film dovrà imparare a trovare un nuovo equilibrio, dovrà imparare a muoversi fra i bisogni dei figli e quelli dei colleghi sul lavoro.

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Le nostre battaglie (2018) di Guillaume Senez - Recensione del film Imm1

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Il film si inserisce nel filone del cinema dei fratelli Dardenne, i registi – anch’essi belgi – maestri nel raccontare il disagio in presa diretta. Guillaume Senez fotografa impietosamente le difficoltà di Olivier nel captare i bisogni dei figli, la sua tendenza a sottovalutare le loro richieste, richieste che nel confronto con quelle che riceve sul lavoro appaiono minimali. Eppure sono bisogni basilari, riguardano il mondo dei sentimenti e delle emozioni. Le nostre battaglie affronta un nodo centrale: il mondo dei sentimenti e delle emozioni, soprattutto se legato ai figli, è solo appannaggio delle donne? Un “destino” legato al genere? Perché gli uomini sono meno attenti a questo aspetto della vita? Perché privilegiano il mondo all’esterno, legato al lavoro, e sacrificano o ignorano la sfera dell’intimità, quella che si crea dentro le mura di casa, in famiglia?

Le nostre battaglie: un punto di vista non banale

Sono infatti la madre e la sorella le più sollecite a venire incontro a Oliver quando resta solo, quasi a ribadire che se c’è bisogno di assistenza e protezione sono le donne che si danno da fare. Ma anche qui l’occhio del regista resta imparziale. Lo aiutano certo, ma non ne sono complici, anzi manifestano una plateale solidarietà per la moglie svanita nel nulla. “Cazzo che fatica la famiglia! Capisco perché se ne è andata” esclama la sorella single dopo un’intera giornata con i nipoti. “È una catena – ripete la madre al figlio – tuo padre come te era sempre assente, anche io dovevo arrangiarmi da sola in casa”.

Una catena che Olivier sulle prime non capisce, “certo che papà non c’era, ma tu non te ne sei andata”; una catena che però piano piano riuscirà a districare e a spezzare, ma non prima di avere indagato a fondo nella sua sfera intima. In questo sarà aiutato dai figli: sono i bambini con le loro semplici priorità, il bisogno per esempio dell’”odore” di mamma in una sciarpa, che dettano i tempi degli affetti. Sono i bambini che non sopportano il non detto, sono loro che con un linguaggio semplice esigono la comunicazione familiare. Se si interrompe l’incantesimo apparente del “ci vogliamo tutti bene” ricostruirlo costa fatica. Ma può farcela anche un uomo.

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Le nostre battaglie è stato presentato al Festival di Cannes, alla Semaine de la Critique, e ha vinto il premio del pubblico e il premio Cipputi all’ultimo Torino Film Festival. Il regista Guillaume Senz, alla sua opera seconda, ha raccontato che l’idea del film gli era venuta in mente dopo la separazione dalla madre dei suoi figli:

Ho dovuto imparare a vivere da solo con loro, a guardarli, ad ascoltarli e a capirli.

Bello trovare un autore uomo che costruisce un film partendo da se stesso, dalla vita quotidiana vissuta, per portare lo spettatore a ragionare su temi che ci riguardano tutti. Un esercizio fino a ieri sostanzialmente femminile.

 

LE NOSTRE BATTAGLIE – GUARDA IL TRAILER DEL FILM:

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