Arriva da un momento all’altro, in un modo del tutto inaspettato e ci lascia attoniti, annichiliti, incapaci di reagire. E’ il tradimento di una persona a cui avevamo dato la nostra fiducia incondizionata.
Una persona che ritenevamo al di sopra di ogni sospetto e davanti alla quale avevamo abbassato tutte le nostre difese aprendole il nostro cuore in modo incondizionato.
La prima reazione è duplice: delusione e disillusione verso quello che da un momento all’altro è diventato il nostro ex amico, rabbia verso noi stessi, così ciechi ed ingenui da esserci fidati della persona sbagliata.
Tradimento dell’amicizia: una tra le delusioni più forti
Elaborare la delusione è difficile, c’è solo una domanda: “Perché?”.
E si susseguono stati d’animo diversi e contrapposti, desiderio di vendetta, speranza di poter recuperare l’amico, rancore, senso di vuoto. Le nostre aspettative sono deluse e più avevamo investito su di lui, più ci troveremo vulnerabili e fragili.
Avremmo potuto capire a cosa stavamo andando incontro? Forse sì. Probabilmente qualche cambiamento più o meno evidente nelle consuetudini del nostro rapporto con l’amico si era verificato. Forse la normale evoluzione che attraversa ogni persona, o una qualche temporanea urgenza emotiva aveva “distratto” l’amico dal rapporto di condivisione che avevamo vissuto insieme. Poco importa, di colpo ci troviamo orfani di una parte di noi. Nell’amico avevamo proiettato la parte migliore di noi, quella che amavamo di più, fino a farlo diventare il nostro “doppio” in cui potevamo rispecchiarci e da lui ci aspettavamo che si sarebbe sempre comportato con noi esattamente come noi ci eravamo sempre comportati con lui. La sua perdita porta con sé la perdita di una parte di noi.
Tutta questa fase così confusa ci viene spiegata dalla psicologa francese Pascale Chapeaux-Morelli nel suo libro Vincere la delusione, che ci fornisce anche una piccola consolazione: questa sofferenza avrà anche un risvolto positivo, la delusione ci porterà a porci delle domande su di noi, sulle nostre aspettative e le nostre esigenze, su cosa cerchiamo e perché e grazie a questo processo impareremo a conoscere meglio noi stessi e a conquistare una consapevolezza preziosa nel nostro processo di crescita personale.
Amicizia: un rapporto speciale ed esclusivo
Noi scopriamo ciò che ci sostiene veramente, se tutto ciò in cui abbiamo fiducia ci inganna, e non ci sostene più
(Carl Gustav Jung)
Ma cos’è l’amicizia? Oggi il termine risulta inflazionato, si tende a conferirgli un significato generale e si racchiudono in questa parola gran parte dei rapporti cordiali che possono intercorrere tra due persone. Se vogliamo attribuirle il suo significato più vero e profondo, l’amicizia è la relazione fra due persone che hanno come priorità il bene dell’altro. Se cerchiamo una definizione su un dizionario, troveremo più o meno questo: l’amicizia è reciproco affetto costante e operoso (…) nato da una scelta che tiene conto della conformità dei valori o dei caratteri e da una prolungata consuetudine.
E’ anche un sentimento complesso che nessuna teoria può spiegare del tutto.
La forza e l’intensità di questo rapporto possono essere difficili da interpretare e creare confusione, ad esempio possiamo chiederci qual è la differenza tra l’amicizia e l’amore. A volte è solo questione di sfumature e, se è vero che si tratta di concetti non equivalenti, a volte tendono a mescolarsi e sovrapporsi fino a diventare difficilmente separabili. Ammirazione, stima, affetto, sono connotazioni che si prestano a definire entrambi. Il professor Francesco Lamendola, nel suo libro “Fogli sparsi”, ci dice che l’amicizia, a differenza dell’amore, implica che due persone si trovino sullo stesso livello, non nasce da un momento all’altro ma si basa su momenti ed esperienze condivise. Se l’amore non è sempre vissuto con uguale intensità, l’amicizia, per essere tale, deve necessariamente essere reciproca.
L’amicizia può comprendere l’amore ma l’amore non può comprendere l’amicizia (…) tra le due è l’amicizia la relazione più pura e disinteressata, dunque la più elevata; e ciò che sta più in alto può comprendere ciò che sta più in basso, ma non è possibile il contrario
Un ulteriore chiarimento ci arriva da Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che nel suo libro Elogio all’amicizia spiega come in amore sia possibile perdonare una trasgressione, considerandola un’episodio a sé, in nome di un rapporto più solido e duraturo. Nell’amicizia questo non è possibile. Il tradimento dell’amicizia fatica a trovare giustificazioni perché l’amicizia non è di per sé accomodante, è più dogmatica dell’amore, non accetta sfumature di comodo ma solo colori primari. Se viene tradita è per sempre e raramente ciò avviene per questioni futili o superficiali. I tentativi di giustificarsi hanno poco effetto perché l’amicizia non si fonda su sentimenti dichiarati, più o meno enfatizzati, ma su fatti indiscutibili che la vita valuta in modo definitivo.
Tradimento in amicizia: cosa comporta
Per concludere, tentiamo di darci una risposta: una volta che l’amicizia è stata tradita, è possibile perdonare l’amico traditore? No, se il suo tradimento è stato intenzionale, se non si è curato di noi e dei nostri sentimenti, se non ammette l’errore e non si scusa in modo sincero.
In alcuni casi, però, il perdono è possibile. Questo può accadere quando la mancanza non era deliberatamente volta a danneggiarci, quando il pentimento è sincero. L’incrinatura nel rapporto richiederà tempo e buona volontà da entrambe le parti per provare a ricomporsi ma recuperare l’amico è possibile. A patto che si sia convinti che continui a valerne la pena. Servirà ripercorrere i momenti vissuti insieme, le esperienze condivise, i valori che ci avevano accomunato e, come ci consiglia la dottoressa Chapeaux-Morelli, servirà parlare molto e nel modo più sincero:
L’amicizia nasce dal rispetto delle differenze, da grandi momenti di intimità, dalla capacità di mettersi a nudo, dal diritto di sbagliare e dal dialogo. Parlate molto, ma soprattutto, dite la verità.