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L’arte di colpevolizzare (2008) di Robert Neuburger – Recensione del libro

L'arte di colpevolizzare di R. Neuburger analizza come e perché si tende a colpevolizzare all'interno di una relazione di coppia, riportando numerosi casi

Di Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 08 Gen. 2019

L’arte di colpevolizzare di Robert Neuburger (ed.2008) si concentra in maniera specifica su uno dei problemi che la coppia può incontrare lungo il proprio percorso insieme, quello della pratica di colpevolizzare il partner, appunto.

 

Robert Neuburger è uno psichiatra e psicoanalista francese che si occupa da molti anni di terapia di coppia e familiare, è professore onorario di psicologia clinica all’ULB (Université Libre de Bruxelles) e autore di numerose pubblicazioni.

L’arte di colpevolizzare: nasce nella relazione genitori-figli

Il testo, pur avendo dieci anni di vita è sempre attuale e si configura come uno strumento utile e di riflessione per il professionista che lavora con coppie.

Nell’introduzione, Neuburger presenta diverse strategie svantaggiose che due partner possono mettere in atto per relazionarsi con l’altro. La colpevolizzazione infatti non è l’unica arma che le persone possono scegliere (più o meno) consapevolmente per difendersi o attaccare. La seduzione, l’induzione della vergogna, ma anche, all’estremo, l’uso della violenza, sono strumenti altrettanto validi per ferire l’altro e rovinare una relazione secondo l’autore francese.

La prima parte del libro è dedicata a ricercare le origini del senso di colpa nella società.

Pur sembrando controintuitivo, la tesi presentata è che la colpa può nascere solo dove c’è l’amore ovvero nella relazione affettiva con i genitori. Gli psicoanalisti, infatti, si sono concentrati molto su questo aspetto. Per Freud la colpa ha avuto origine dalla socializzazione, a partire dal complesso di Edipo: il bambino sente la colpa di desiderare la madre e voler uccidere il padre. Per Klein e Winnicott nasce ancora prima del complesso, nella relazione esclusiva con la madre, nello specifico nel desiderio distruttivo di divorare il seno materno da parte del neonato. La capacità di colpevolizzare, in definitiva, deriva dal fatto che l’abbiamo sperimentata in prima persona nella relazione con il padre e la madre, l’abbiamo appresa quando ancora non avevamo gli strumenti cognitivi per elaborarla. In questa prospettiva la colpa è qualcosa di connaturato ad ogni rapporto significativo.

L’arte di colpevolizzare dipende dallo stile relazionale

Vengono poi presentati diverse tipologie di colpevolizzazione a seconda dello stile relazionale. Ad esempio, saremo in presenza di un tipo di colpevolizzazione materna, se il partner minaccerà l’altro basandosi su un debito di amore: “devi sentirti in colpa, perché tu mi procuri sofferenza, mentre io ti amo così tanto”. Si tratterà di colpevolizzazione di stile paterno in presenza di una trasgressione a norme prestabilite: “devi sentirti in colpa, perché hai giurato fedeltà e mi hai tradito”. Lo stile di colpevolizzazione fraterno, infine, si baserà sulla presenza di una sorta di peccato originale ovvero una colpa che esiste a prescindere dal fare o meno qualcosa di sbagliato: “sei colpevole, non tanto per quello che fai, ma per quello che sei”.

Questi diversi tipi di colpevolizzazione, anche se riferiti a dei ruoli storicamente femminili o maschili, sono diffusi in entrambi i sessi e derivano, secondo Neuburger, non solo dal nucleo familiare, ma anche dal substrato sociale e culturale da cui la coppia proviene.

L’arte di colpevolizzare all’interno della coppia

La seconda parte dell’opera è focalizzata, invece, sull’origine della colpa all’interno della coppia.

L’autore analizza i diversi motivi per cui si può finire a colpevolizzare l’altro. Lo psicoanalista introduce il concetto di “debito” ovvero la mancanza che uno dei due partner avverte nella relazione e di cui accusa l’altro. Il problema alla base può essere quindi il poco amore, l’aver violato un patto più o meno esplicito, mancare di solidarietà verso l’altro, a seconda della situazione.

Vengono prese in esame, successivamente, le tecniche che i partner possono utilizzare per colpevolizzare l’altro a seconda del tipo di stile colpevolizzante. In chi adotta uno stile paterno vedremo più recriminazioni su promesse mancate. Chi userà quello materno minaccerà di togliere l’amore o di non concedersi più sessualmente. La persona con uno stile fraterno esigerà la condivisione assoluta in ogni aspetto della relazione e così via.

L’arte di colpevolizzare: i casi clinici

L’ultima parte di L’arte di colpevolizzare si concentra su storie di terapia vissute dall’autore, in cui la colpevolizzazione ha fatto da protagonista e come si sono risolte: una parte interessante, per vedere la colpevolizzazione nella realtà di una relazione.

Gli ultimi paragrafi si rivolgono, poi, direttamente al lettore e contengono un mini questionario per identificare lo stile di colpevolizzazione e le tecniche usate di preferenza per far sentire l’altro in difetto, un test molto semplice da condividere con le coppie in terapia.

Un pregio dell’opera sono sicuramente i numerosi esempi, tratti dal lavoro di terapeuta, per enfatizzare quanto esposto. La lettura è scorrevole e alleggerita da simpatiche vignette di coppie in lite. Il testo può sicuramente essere considerato un utile strumento di riflessione per chi si occupa di terapia di coppia.

Le coppie che si presentano in terapia, spesso infatti, sottesi ai problemi “oggettivi” presenti nella vita relazionale, portano spesso l’incapacità o l’impossibilità di svincolarsi dal legame colpevolizzatore – colpevolizzato di cui, spesso, non sono affatto consapevoli.

Neuburger, con ironia, conclude l’opera con le parole del poeta israeliano Yehuda Amichai:

Dalla ragione,
i fiori non spunteranno mai.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Neuburger, R. (2008). L'arte di colpevolizzare. Di Renzo Editore
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