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Meglio dirsele. Imparare a litigare bene (2015) di D. Novara – Recensione

In 'Meglio dirsele. Imparare a litigare bene' Daniele Novara chiarisce gli equivoci che mantengono una preferenza per il non conflitto nella vita di coppia.

Di Manuela Ramundo

Pubblicato il 05 Gen. 2017

Litigare fa bene? Sì, se si litiga bene! Questa è in sintesi la risposta che fornisce l’interessante lettura di Meglio dirsele. Imparare a litigare bene.

 

In Meglio dirsele. Imparare a litigare bene Daniele Novara, pedagogista con una pluriennale esperienza nell’ambito della gestione dei conflitti, indaga e chiarisce gli equivoci più comuni e diffusi che contribuiscono a mantenere una generale preferenza per una “cultura del non conflitto” nel contesto della vita di coppia. Dietro alla tendenza ad evitare o a limitare il più possibile il litigio ci sarebbero infatti diversi fattori da considerare:

  • Il cosiddetto “complesso dell’armonia” sorretto dalla pretesa che l’altro ci fornisca il benessere che non abbiamo, in assenza di elementi conflittuali;
  • La tendenza a privilegiare una modalità di comunicazione implicita con l’aspettativa di una piena comprensione reciproca dei propri stati d’animo e bisogni;
  • La scarsa competenza conflittuale che corrisponde ad una ridotta capacità di tollerare e di affrontare la tensione emotiva considerata una “minaccia insopportabile”.

 

Meglio dirsele. Imparare a litigare bene: come misurare la salute di una coppia?

Secondo l’autore di Meglio dirsele. Imparare a litigare bene, per misurare il grado di salute di una coppia occorre riflettere anche sulla sua capacità di comunicazione e di gestione della conflittualità interna. Piuttosto che focalizzare l’attenzione sulla mera attitudine all’eliminazione dei conflitti, occorrerebbe centrarsi sull’apprendimento della loro gestione efficace e costruttiva.

Riconoscere cosa non bisogna fare durante un conflitto è il primo step per imparare a litigare bene; “tre passi indietro” utili in questa direzione consistono nel:

  • Non ostinarsi a cercare un colpevole: il litigio non è qualcosa di sbagliato in cui occorre colpevolizzare qualcuno;
  • Non dare consigli non richiesti: spesso ciò dà adito a interpretazioni distorte da una parte (chi lo suggerisce si attende che venga accolto e, se così non avviene, se ne risente) e dall’altra (chi lo riceve può percepirlo come un’ingerenza inopportuna che veicola anche un’idea di un’inadeguatezza altrui);
  • Non viverla come una gara in cui vincere: il confronto vissuto a livello agonistico perde il suo potenziale arricchente e costruttivo.

 

Comprendere i conflitti

Le strategie utili (“passi in avanti”) per imparare a comprendere i conflitti, prima che a risolverli prevedono attenzione per questi aspetti:

  • Non identificare il problema con la persona: puntare prioritariamente all’interesse comune permette di uscire dalle improduttive logiche di correzione dei difetti reciproci;
  • Ascoltare senza intervenire per commentare: limitare al minimo le possibili interferenze consente una maggiore sintonizzazione e condivisione dei vissuti espressi, disincentivando le dinamiche difensive;
  • Differenziare il livello del contenuto da quello della relazione: sulla base della buona fede reciproca, occorre evitare di dare eccessiva importanza ai pretesti verbali che rischiano solo di innescare fuorvianti giudizi negativi sulla persona;
  • Privilegiare le informazioni ai consigli non richiesti: comunicazioni neutre e non invadenti a carattere informativo salvaguardano lo spazio individuale all’interno della coppia;
  • Fare proposte piuttosto che impartire ordini: superare posizioni rigide o vittimistiche aiuta ad individuare alternative maggiormente soddisfacenti per entrambi;
  • Verificare la reale disponibilità ad affrontare il confronto in un certo momento ed eventualmente rimandare al momento più opportuno per entrambi: ciò permette di prepararsi meglio psicologicamente all’interno di un clima di rispetto reciproco;
  • Utilizzare domande maieutiche piuttosto che interrogativi tendenziosi: ciò ha una funzione distensiva e aiuta a spostare il conflitto su un piano cooperativo.

In questa prospettiva, in Meglio dirsele. Imparare a litigare bene, il conflitto viene ad assumere un’importante valenza positiva divenendo un elemento benefico poiché fonte di “evoluzione e rinnovamento reciproco”, funzionale perché in grado di contribuire a far maturare maggiore esperienza e consapevolezza di se stesso e delle dinamiche a due e, infine, preventivo per una buona tenuta e un buon esito della relazione di coppia.

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SCRITTO DA
Manuela Ramundo
Manuela Ramundo

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Novara, D. (2015). Meglio dirsele. Imparare a litigare bene. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
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