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L’orientamento professionale nell’era di internet: l’operatore diventa sostituibile?

Esistono numerosi strumenti per l'orientamento professionale, ma la presenza di una persona che ci ascolti nelle nostre scelte sembra irrinunciabile.

Di Guest

Pubblicato il 10 Dic. 2018

L’ orientamento professionale oggi rappresenta una delle attività decisionali più importanti e complesse che investe la maggior parte degli individui anche in diverse fasi della vita. Il supporto alla scelta, però, non sempre riguarda solo la sfera della scelta prettamente professionale.

Teresa Di Fiore

 

La scelta professione è solo una delle diverse fasi che caratterizzano la vita della persona, accanto ad essa ve ne sono altre ugualmente importanti, come la scelta del percorso scolastico da intraprendere.

Per fronteggiare il mercato del lavoro, oggi in continuo mutamento, una prima forma di orientamento professionale necessaria è la consulenza di carriera, un’attività formativa finalizzata principalmente ad analizzare la storia professionale e le motivazioni sottostanti le scelte intraprese.

Holland e la sua teoria delle personalità professionali negli ambiti lavorativi

Uno dei pionieri nell’ambito dell’ orientamento professionale è sicuramente Holland, con la sua teoria delle personalità professionali negli ambiti lavorativi. Holland, infatti, è il primo autore ad attribuire una personalità alle diverse professioni. Così come gli individui si differenziano notevolmente in termini di personalità, anche i mestieri possiedono delle caratteristiche che li differenziano notevolmente e li rendono adatti solo a determinate personalità. È proprio il match tra individuo, con la sua personalità, e professione che permette una buona scelta professionale.

Nell’attribuire una personalità alle diverse professioni, Holland ne individua anche diverse tipologie, in modo particolare i tipi descritti dall’autore sono sei. Questo modello è anche conosciuto con l’acronimo RIASEC, o modello esagonale. In realtà l’esagono descritto dall’autore contiene al suo interno un cerchio, per indicare la mobilità, il dinamismo e l’attraversabilità da un tipo all’altro, sottolineando come sia importante considerare la grande variabilità umana in un modello circolare.

Nello specifico, Holland sostiene che gli individui godano di una situazione di benessere, efficacia e soddisfazione laddove gli interessi degli stessi incontrano un contesto adeguato. Bisogna trovare, quindi, il giusto connubio tra una determinata professione e un determinato tipo di personalità. Solo in questo modo, trovando il giusto fit tra le due personalità, possono essere fatte scelte consapevoli.

Quali fattori guidano l’ orientamento professionale?

Il lavoro ha un ruolo fondamentale nella vita delle persone, partecipa allo sviluppo della personalità, rappresenta un’opportunità di benessere e soprattutto rende gli individui cittadini attivi. Le motivazioni sottostanti la spinta quasi innata degli individui a lavorare possono essere rintracciate nel bisogno di relazionarsi con gli altri, nel bisogno di esprimere un potere e nel bisogno di autorealizzazione e soddisfazione personale.

La scelta professionale entra a far parte dell’identità delle persone, ne esprime un vero e proprio bisogno, per questo è importante indagare gli interessi delle persone, partire da una semplice domanda “cosa ti piace fare?”, evitando di focalizzarsi solo sulle capacità.

Nello specifico, partendo dalle inclinazioni e vocazioni professionali degli individui, Holland individua 6 tipologie professionali:

  • Realistico: ancorato alle cose, senza grandi bisogni cognitivi, con uno spiccato bisogno di contatto con la materialità. Professioni tipiche sono: parrucchiere, muratore, artigiano, fabbro.
  • Investigativo/Intellettuale: ama lavorare con le idee, ha bisogni cognitivi elevati, incline alla risoluzione di problemi. Una professione tipica è l’avvocato.
  • Artistico: legato alla sfera del bello, dell’estetica e della creatività. Poco routinario. Il musicista è una professione tipica
  • Sociale: ama lavorare con gli altri e per gli altri, ha bisogno di sentirsi utile allo sviluppo dell’altro, prendendosene cura. Per esempio, il medico o l’insegnante.
  • Enterprising/Imprenditoriale: interviene nella gestione degli alti vertici, è fortemente motivato a raggiungere posizioni di potere, ed ama assumersi responsabilità in prima persona. Un esempio è il politico.
  • Convenzionale: ama gli ambienti ordinati, incline a svolgere compiti ripetitivi. Si caratterizza per una propensione alla routine. Un esempio di professione è la segretaria o l’impiegato in un ufficio postale.

Tra queste categorie non vi è una gerarchia, ogni tipologia corrisponde ad una personalità specifica, riflettendo interessi e vocazioni.

Il Missouri Occupational Card Sort (MOCS)

Uno strumento pratico ed efficace per far emergere le preferenze partendo dalla teoria delle differenze individuali è il Card Sort, basato sul Missouri Occupational Card Sort (MOCS). Al soggetto viene dato un mazzo di 60 carte, dove sono indicate le diverse professioni. Ogni carta riporta sul retro uno dei codici individuati da Holland. Viene chiesto di dividere le carte in 3 diversi gruppi, a seconda della gradevolezza o meno della professione indicata sulla carta, chiedendo di immaginare realmente di svolgere quella determinata professione.

L’operatore gioca un ruolo fondamentale in questo processo, percepito quasi come un gioco se il clima è rassicurante, favorendo l’alleanza operativa. Fondamentale in questa fase è far verbalizzare a voce alta al cliente le motivazioni sottostanti la scelta, al fine di far emergere il processo cognitivo dal quale la scelta scaturisce. Il cliente deve spiegare e motivare la scelta, talvolta rivedendo anche l’iniziale categorizzazione, soprattutto per le professioni che occupano una posizione neutra.

Successivamente si passa ad identificare le motivazioni sottostanti i diversi raggruppamenti, ovvero cosa accomuna le professioni che risultano gradevoli e cosa accomuna quelle che non piacciono al cliente. In questo modo si passa da una valutazione delle diverse professioni ad una valutazione del bisogno insito nelle scelte.

Nell’ultima fase viene chiesto al cliente di scegliere le dieci professioni con indice di gradevolezza più alto e di ordinarle dalla decima posizione alla prima. Vengono poi rilevati i codici che compaiono più frequentemente, ottenendo un codice di tre lettere, dove la lettera centrale assume il valore più rilevante. In questo modo si ottiene un profilo vocazionale, emergono i bisogni sottostanti le scelte.

Altri modelli di riferimento per l’ orientamento professionale

Il modello di Holland, basato sulla teoria delle personalità professionali negli ambiti lavorativi è sicuramente il modello dominante nell’ambito della valutazione degli interessi e della consulenza di carriera e nel processo di orientamento professionale, tuttavia, diversi sono gli autori che sostengono con forza la necessità di ampliare tale modello, considerando riduttivo basare una valutazione solo su sei tipologie. La dimensione degli interessi personali si caratterizza per la sua complessità e notevole variabilità, a partire dalla quale, autori come Day e Round (1997) hanno sviluppato 28 definizioni degli interessi di base.

Partendo da queste considerazioni, e dopo aver analizzato la letteratura presente in merito allo sviluppo di indicatori della vocazione professionale, Hsin-Ya Liao, Patrick Ian Armstrong e James Rounds hanno messo a punto un set di Indicatori di Interesse di Base (BIM) di dominio pubblico, liberamente disponibili su un sito web. Questi ed altri studi hanno permesso di commercializzare scale per la valutazione dei propri interessi, ricorrendo alla modalità dell’autocompilazione, permettendo a chiunque di accedere ad una rapida ed, in parte, esaustiva valutazione dei propri interessi, ottenendo un profilo professionale.

L’importanza dell’operatore nell’ orientamente professionale. I questionari NON bastano!

Un’indagine pilota ci ha permesso di indagare come vengono percepite le diverse modalità di somministrazione, autocomplativa o guidata da un operatore, da parte degli individui, ai quali è stato chiesto di scrivere un breve commento personale.

Dall’analisi delle relazioni è emerso che la maggior parte dei soggetti ha rilevato un riscontro concreto tra il profilo emerso durante la modalità autocompilativa e le loro idee personali sui propri interessi e vocazioni. Tuttavia, nonostante abbiano valorizzato quelli che sono i punti di forza di un test autocompilativo, vi era quasi un totale accordo sulla superiorità, in termini di confronto e orientamento, della modalità guidata da un operatore.

In modo particolare gli individui hanno mostrato interesse per la componente non verbale che emerge durante l’interazione con l’operatore e che necessariamente viene a mancare nella modalità autocompilativa.

Inoltre, la possibilità di riflettere sulle proprie preferenze e di modificarle in modo ponderato, offerta dalla compilazione guidata, è totalmente assente nella modalità autocompilativa, dove la struttura del dialogo risulta estremamente rigida e dove viene negata la possibilità di verbalizzare le motivazioni sottostanti la scelta. La presenza di un operatore con il quale instaurare un’alleanza facilita la verbalizzazione degli interrogativi che investono la sfera della scelta professionale, spingendo lo stesso interlocutore a cercare risposte e fare chiarezza.

Da quanto è emerso, dunque, la modalità autocompilativa potrebbe comunque essere un valido strumento per una forma iniziale di orientamento professionale, al quale deve necessariamente far seguito l’intervento e il supporto di un operatore qualificato, al fine di favorire una scelta ragionata e consapevole.

Questa prima indagine ci ha permesso di sviluppare interessanti spunti per studi futuri. Un possibile punto d’incontro tra queste due modalità potrebbe essere quello di offrire la disponibilità di un operatore da remoto durante l’autocompilazione, offrendo agli interlocutori la possibilità di confrontarsi con un esperto, favorendo l’imprescindibile processo di verbalizzazione che accompagna le scelte professionali.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Armstrong, P., Allison, W., Rounds, J. (2008). Development and initial validation of brief public domain RIASEC marker scales. Journal of Vocational Behavior, 73, 287–29.
  • Liao, H.Y., Armstrong, P.I., Rounds, J. (2008). Development and initial validation of public domain basic interest markers. Journal of Vocational Behavior, 73, 159-183.
  • Tracey, T.J.G., Rounds, J. (1995). The arbitrary nature of Holland's RIASEC types: A concentric-circles structure. Journal of Counseling Psychology, 42(4), 431-439.
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