Nel diventare manager ci sono alcuni vantaggi come una retribuzione più alta, maggiore autonomia, mobilità professionale e quant’altro, ma anche degli svantaggi come l’avere un maggior carico di lavoro e meno tempo a disposizione per completarlo.
Alcuni ricercatori dell’Università di Portland e dell’Università di Zurigo hanno definito il passaggio di carriera da dipendente a manager, inteso come un passaggio di ruolo interpersonale in relazione ai propri colleghi, come un’arma a doppio taglio. In particolare, i ricercatori hanno individuato la capacità di distaccarsi mentalmente dal lavoro nelle ore non lavorative come un fattore che può contribuire a mantenere un migliore livello di benessere soggettivo.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 2.000 individui, ai quali è stato chiesto di rispondere a dei questionari circa la soddisfazione lavorativa e la gestione del tempo oltre l’orario lavorativo; le risposte ottenute sono poi state confrontate prima e dopo il passaggio di carriera dei soggetti ad un ruolo manageriale.
Si è così potuto individuare che nel passaggio di ruolo da dipendente a manager si hanno in effetti dei guadagni in termini economici e di autonomia, grazie anche ad una maggior partecipazione alle scelte aziendali, ma allo stesso tempo si assiste ad un aumento della pressione e del carico di stress dovuto al fatto che si ha meno tempo a disposizione per portare a termine il proprio lavoro. Tutto questo può causare maggiori difficoltà nella gestione del proprio tempo libero, aumentando la probabilità di burnout e facendo crescere il livello di conflittualità tra lavoro e famiglia. I dati non stupiscono, sono in linea con quanto la letteratura scientifica ci racconta su questo tema; già in passato è stato dimostrato che la capacità di mantenere separata la dimensione lavorativa dal proprio tempo libero ha un effetto diretto sullo stato di benessere, riducendo il rischio di burnout e innalzando la soddisfazione generale dell’individuo.
Secondo gli autori dello studio, l’aumento della responsabilità derivante da un nuovo ruolo porta con sé un aumento della soddisfazione lavorativa, ma d’altra parte comporta un carico lavorativo maggiore, livelli più alti di conflitto nella gestione del lavoro e della famiglia e anche un più alto rischio di stress cronico e burnout.
In conclusione si potrebbe raccomandare alle aziende non solo di ristrutturare il lavoro dei dirigenti per ridurre le pressioni lavorative, ma anche incoraggiare ed incorporare strategie adatte a una migliore gestione del distacco tra lavoro e vita privata come parte della formazione manageriale. Tutto questo non avrà soltanto un effetto sul benessere dei lavoratori ma anche sui profitti dell’azienda poiché le assenze per malattia o la sostituzione del personale sono molto costosi non solo in termini monetari ma anche in termini di cultura e clima aziendale.