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Le bugie hanno le gambe corte? Gli effetti del contatto visivo sul nostro interlocutore

Secondo un recente studio, mantenere il contatto visivo con il proprio interlocutore diminuisce il numero e l'entità delle bugie che potrebbe raccontarci

Di Giovanni Molinari

Pubblicato il 18 Dic. 2018

Aggiornato il 18 Apr. 2019 13:25

A chi non è mai successo di trovarsi di fronte a un bugiardo? È piuttosto comune che le persone con le quali ci relazioniamo ci raccontino delle bugie. Spesso si tratta di “bugie bianche”, ovvero di menzogne innocue, dette per evitare che l’altra persona si senta ferito o dispiaciuto.

 

Quando ci troviamo di fronte ad un collega che racconta scuse su scuse per giustificare il suo ritardo, o ad un bambino che dice di non sapere dove è finita la fetta di torta che stava in cucina, di solito guardiamo negli occhi il nostro interlocutore.

Uno studio condotto presso l’Università di Tampere (Hietanen, Syrjämäki, Zilliacus & Hietanen, 2018) dimostra in effetti che mantenere un contatto visivo con una persona che sta mentendo potrebbe essere molto utile.

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori finlandesi hanno messo a punto un esperimento volto a testare quale fosse l’effetto di avere lo sguardo di un’altra persona puntato addosso su una persona che sta raccontando una bugia. Come reagiscono i bugiardi quando qualcuno li guarda fissi negli occhi? Questa la domanda a cui i ricercatori hanno cercato di dare una risposta.

La ricerca: il contatto visivo aiuta a smascherare i bugiardi?

Nell’esperimento i soggetti del campione si trovavano davanti a uno degli sperimentatori, di fronte al quale dovevano mentire mentre erano impegnati in un gioco. Nella metà dei casi, lo sperimentatore guardava il soggetto bugiardo dritto negli occhi, nell’altra metà invece teneva lo sguardo basso. Obiettivo degli autori era quello di capire se il comportamento di chi stava mentendo poteva essere influenzato dal cambio di direzione dello sguardo dello sperimentatore.

I risultati dello studio hanno dimostrato che guardare direttamente chi mente, proprio mentre lo sta facendo, è efficace nel ridurre il numero e la magnitudo delle bugie che si accinge a raccontare. Ovviamente i ricercatori sostengono che è sbagliato pensare che in questo modo si eviti totalmente ed in ogni circostanza che le persone mentano, semplicemente diventa meno probabile che lo facciano se hanno lo sguardo di un’altra persona diretto sul loro viso.

In conclusione

Le implicazioni pratiche dello studio che stiamo trattando sono enormi sia per quanto concerne situazioni un po’ più ufficiali (basti pensare, ad esempio, ad un interrogatorio condotto dalle forze di polizia) sia, invece, in contesti più informali come nel caso delle bugie raccontate da un collega o dal nostro partner.

Purtroppo, un grande limite di questo studio che lo rende, de facto, inapplicabile, almeno a un livello puramente teorico, a contesti di vita reale, è il fatto che tutto l’esperimento si sia svolto in laboratorio. Pertanto non è possibile generalizzare le conclusioni alle situazioni reali, esterne a un contesto controllato come quello di uno studio sperimentale. Sarebbe interessante che altri ricercatori ampliassero e tentassero di riprodurre i risultati di Hietanen e collaboratori in situazioni esterne ad un laboratorio.

Nulla ci vieta però di testare personalmente la veridicità di quanto emerso dallo studio. Riusciremo a smascherare i bugiardi intorno a noi?

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Hietanen, J.O., Syrjämäki, A.H., Zilliacus, P.K., Hietanen, J.K. (2018). Eye contact reduces lying. Consciousness and Cognition, 66, 65–73.
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