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Analogie e diversità valoriali nelle società multietniche

Nonostante esistano valori universali che uniscono tutte le popolazioni, questi vengono meno in contesti pratici in cui emergono chiare differenze culturali

Di Vincenzo Amendolagine

Pubblicato il 30 Nov. 2018

Numerosi studi hanno investigato negli ultimi anni le variabili psicologiche legate alle differenze culturali, allo scopo di capire come queste si riflettano sui pensieri e sui comportamenti individuali travalicando quelli che sono considerati valori universali.

 

Le società attuali occidentali sono costituite da un numero consistente di immigrati. Questi nuovi cittadini conducono con sé dei valori culturali, sociali ed etici differenti rispetto ai contesti geografici di accoglienza. Ricerche condotte in ambito transculturale hanno evidenziato che esistono, però, dei valori universali che vanno al di là delle singole culture. Questa comunanza valoriale appartiene più ad una prospettiva teorica e generale piuttosto che pratica e specifica. Infatti, allorquando si passa dalla teoria alla pratica, dal generale allo specifico, si evidenziano le diversità fra le varie popolazioni, dovute al fatto che il sistema valoriale comune subisce delle contaminazioni legate a differenti variabili, quali le multiformi identità sociali, i conflitti di gruppo, il razzismo, gli apprendimenti sociali, i pregiudizi e gli stereotipi.

Keywords: differenze culturali, valori comuni, diversità valoriali, conflitti di gruppo, pregiudizi, stereotipi.

Le società attuali occidentali sono costituite da un numero consistente di immigrati. Questi nuovi cittadini conducono con sé dei valori culturali, sociali ed etici differenti rispetto ai contesti geografici di accoglienza. In quest’ottica, molti Stati, che ospitano gli immigrati, si sono posti l’obiettivo, seppure nel rispetto delle singole culture di appartenenza, di educare questi nuovi soggetti sociali ai valori etici, sociali e culturali vigenti nel proprio contesto.

Ricerche condotte in ambito transculturale hanno evidenziato che esistono dei valori universali che vanno al di là delle singole culture. A questo riguardo Schwartz e Bardi (2001), analizzando i valori fondamentali esistenti in 55 nazioni, hanno rilevato che esiste una comunanza fra le varie popolazioni nello stabilire una gerarchia di valori, per cui alcuni valori sono universalmente riconosciuti. Relativamente ai valori ritenuti fondamentali, la ricerca di Fisher e Schwartz (2011), che ha analizzato le gerarchie di valori presenti in 50 nazioni, ha assodato che i valori riconosciuti come fondamentali in ogni latitudine sono rappresentati dalla bontà d’animo, dall’universalismo, ovvero che tutti gli esseri umani sono uguali, e dall’autodirezionalità, ossia che ogni individuo deve essere libero di poter scegliere, creare e condurre come meglio crede la propria vita.

Malgrado questi fattori siano diffusi in tutto il mondo, spesso si assiste a modelli di pensiero e di comportamento differenti, che non tengono conto di questi valori universali. Da questo punto di vista, numerosi studi hanno investigato, negli ultimi anni, le variabili psicologiche legate alle differenze culturali. In pratica, si è voluto capire come le differenze culturali si riflettono sui pensieri e sui comportamenti individuali, travalicando la comunanza valoriale. A tal proposito sono stati chiamati in causa diversi fattori, che, malgrado le analogie di valori, determinano le diversità cognitive e comportamentali presenti nelle differenti popolazioni. In tale ambito è da menzionare il ruolo svolto da alcune variabili, quali:

  • i conflitti di gruppo (Bobo, 1983)
  • le eterogenee identità sociali (Taifel & Turner, 1986)
  • il maggiore o minore livello di razzismo (Kinder & Sears, 1981)
  • i pregiudizi (Jost & Banaji, 1994)
  • i processi di apprendimento sociale (Bandura e al., 1961)
  • gli stereotipi vigenti (Hamilton & Rose, 1980)

Le differenze culturali appaiono più evidenti allorquando gli individui sentono più forte l’appartenenza ad un gruppo sociale e, quindi, hanno un’identità sociale ben delineata, rispetto a quando si percepiscono come persone al di fuori delle categorie sociali di appartenenza (Hanel e al., 2018). Inoltre, le differenze nel modo di pensare e di agire si mettono in evidenza nel momento in cui si passa dal generale allo specifico. In altri termini, gli individui percepiscono dei valori comuni in cui credere allorché si parla in termini generali e teorici, divergono, invece, qualora si situano questi valori in contesti specifici d’azione. In questa circostanza i valori comuni assumono una sembianza cognitiva e comportamentale differente, che inficia l’universalità valoriale (Hanel e al., 2017).

In conclusione, molteplici ricerche hanno stabilito che esistono dei valori comuni nelle differenti popolazioni presenti sul pianeta. Questa comunanza valoriale appartiene più ad una prospettiva teorica e generale piuttosto che pratica e specifica. Infatti, allorquando si passa dalla teoria alla pratica, dal generale allo specifico, si evidenziano le diversità fra le varie popolazioni, dovute al fatto che il sistema valoriale comune subisce delle contaminazioni legate a differenti variabili, quali le multiformi identità sociali, i conflitti di gruppo, il razzismo, gli apprendimenti sociali, i pregiudizi e gli stereotipi.

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Vincenzo Amendolagine
Vincenzo Amendolagine

Medico, psicoterapeuta psicopedagogista. Insegna come Professore a contratto presso la Facoltà/Scuola di Medicina dell’Università di Bari Aldo Moro.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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