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Le Triptamine – Introduzione alla Psicologia

Le triptamine, e tra esse la più nota DMT, agiscono principalmente in maniera agonista sui recettori serotoninergici ma anche su molti canali ionici. Le triptamine portano a sperimentare l'alterazione di tutte le percezioni, soprattutto visive e tattili

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 08 Nov. 2018

Le triptamine sono dei composti naturali che derivano dalla decarbossilazione dell’aminoacido triptofano, ovvero un alcaloide naturale. Si trovano in alcune piante, funghi, animali, microbi e anfibi, come la bufotenina presente sulla pelle e ghiandole di vari rospi del genere Bufo. 

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

 

Nell’Uomo è localizzata per il 90% circa nel tratto gastrointestinale, dove è sintetizzata dalle cellule cromaffini, ed è presente anche nel sistema nervoso centrale, in alcuni neurotrasemttitori come la serotonina e la melatonina, e nelle piastrine, delle quali rappresenta il principio vasocostrittore.

Essa è nota per le sue proprietà allucinogene simili a quelle della psilocibina, presente in alcuni funghi allucinogeni, o della dilmetil-triptamania, un componente dei decotti di Ayahuasca, utilizzati da alcune popolazioni dell’Amazzonia per le note proprietà allucinogene.
 Le triptamine agiscono principalmente in maniera agonista sui recettori serotoninergici ma anche su molti canali ionici.

La ghiandola pineale situata nell’encefalo è in grado di produrre più o meno blande quantità di triptamina, durante la fase REM dei sogni, specialmente intorno alle ore 3, 4 del mattino. Questa sostanza, quindi, potrebbe essere la chiave per spiegare le particolari caratteristiche di alcuni sogni.

Le triptamine possono essere divise in 2 grandi gruppi:

  • Le triptamine semplici, da cui derivano dei composti per varie sostituzioni e le ergoline, di cui fa parte LSD. Le triptamine naturali circolano come preparazioni vegetali essiccate, per esempio i funghi secchi.
  • Le triptamine sintetiche, al contrario, possono trovarsi sotto forma di capsule, compresse, polveri o in forma liquida. Generalmente sono ingerite, sniffate, fumate o iniettate.

Le triptamine di sintesi comprendono un gruppo di composti derivati dalle triptamine classiche con proprietà principalmente allucinogene.

Alcune triptamine sintetiche sono state progettate e sintetizzate per la ricerca, altre, invece, sono in circolazione come nuove sostanze psicoattive.

Alcune delle triptamine riscontrate nel mercato delle droghe sono la 5-MeO-DMT, 5-MeO-DPT, AMT, 4-AcO-DMT, 4-AcODiPT, 5-HTP, psilocin, psilocybin, DET, DMT, etriptamina, 5-MeO-DALT, 5-MeOMiPT, 4-AcO-DMT.

Tra le triptamine più conosciute e diffuse: la DMT

Le triptamine sintetiche, diffusesi a partire dagli anni 90’, sono rimaste in voga sul mercato delle droghe, fino al 2007 quando furono inserite all’interno della lista dei narcotici o designer drugs e successivamente rimpiazzate dai catinoni, dalle fenetilamine e dalle piperazine.

La più conosciuta tra le triptamine è la DMT ovvero Dimetiltriptamina o 4-AcO-DMT

La DMT è una triptamina sintetica psichedelica, che deriva della acetilatazione della psilocina, in condizioni fortemente acide o alcaline, e per questo altamente allucinogena.

Nonostante sia simile alla psilocibina, essa risulta più resistente all’ossidazione in condizioni basiche.

Storia della DMT

La DMT fu sintetizzata per la prima volta nel 1931 da Richard Manske nella grande ondata di sperimentazione chimica che portò alla scoperta della mescalina alla fine del diciannovesimo secolo. In quel momento non si conoscevano i suoi effetti sulla psiche e così fu dimenticata fino a quando, circa quindici anni dopo, le pozioni degli sciamani sudamericani divennero di grande interesse per la psicofarmacologia.

La prima testimonianza registrata dell’uso di un preparato a base di DMT si ha da un frate impiegato nella seconda spedizione di Colombo nelle Americhe nel 1496, sull’isola di Hispaniola, che osservò gli indiani Taino inalare una potente polvere chiamata ‘kohhobba’, forte al punto che chi la assumeva perdeva coscienza.

Goncalves, un chimico, nel 1946 è riuscito a isolare per la prima volta DMT da una Mimosa Hostilis  e ulteriori ricerche successive portarono alla individuazione di DMT nella Piptadenia macrocarpa e nella Peregrina.

Soltanto nel 1956, però, si specificarono gli effetti psicoattivi della DMT. Fu Stephen Szára, chimico ungherese e psichiatra, che non riuscendo a procurarsi l’LSD o la mescalina sintetizzò da una pianta DMT, sperando fosse una sostanza abbastanza psichedelica.

Successivamente, Szára fuggì dall’Ungheria emigrando negli Stati Uniti dove lavorò al National Institutes of Health a Bethesda, nel Maryland, per oltre trent’anni e come direttore della ricerca preclinica presso l’Istituto nazionale per l’abuso di droghe per molti anni fino al suo ritiro nel 1991.

Nel 1965, una squadra tedesca ha annunciato di aver isolato DMT da sangue umano e nel 1972 fu individuata nel tessuto cerebrale umano, e successivamente nell’urina e nel liquido cerebrospinale. Una volta scoperti i percorsi attraverso i quali il corpo umano genera DMT, essa fu designata come il primo psichedelico umano endogeno.

La DMT sintetica è ricavata a partire da solventi come alcol o gasolio, oppure attraverso dei processi di distillazione.

Meccanismo di azione

Gli effetti psichedelici della DMT si possono attribuire in gran parte alla attivazione del recettore serotoinergico 5-HT2A, anche se non si può escludere che altri recettori possano giocare un ruolo importante. Quando la DMT arriva al sistema nervoso centrale si lega ai recettori adrenergici causando un aumento della pressione e una diminuzione della produzione di noradrenalina e di acetilcolina. Successivamente entra in competizione con la serotonina e con la dopamina sui recettori della dopamina causando così una diminuzione degli stessi a livello postsinaptico, ma senza cessarne la produzione. Quando successivamente la sostanza è metabolizzata, i neurotrasmettitori ritornano tutti al loro posto. In questo modo non si creano né alterazioni chimiche né dipendenze per la DMT.

Modalità di assunzione

La DMT è assunta con diverse modalità che differiscono per effetti e durata. Può essere fumata producendo effetti immediati ma meno duraturi; inalata, e gli effetti sono caratterizzati da un incremento della durata e da una diminuzione dell’euforia; iniettata e produce effetti simili all’inalazione; ingerito, produce affetti più duraturi.

Effetti ed esperienze

I principali effetti della DMT sono:

  • allucinazioni visive vivide;
  • maggiore nitidezza dei colori;
  • brillantezza dei colori aumentata;
  • alterazione di tutte le percezioni, specie visive, tattili ed uditive;
  • presenza di un ronzio/fischio ad alte frequenze, ricorrente in tutte le esperienze

Da questa fase si passa a una seconda in cui si genera un caleidoscopio della coscienza nel quale si muovono dei frattali coloratissimi e fluorescenti.

Nel giro di una decina di minuti le allucinazioni perdono vividezza, si ripassa alla fase di “semi-coscienza” per poi tornare nel giro di altri 10-20 minuti alla normalità.

Effetti collaterali

La DMT genera la comparsa di allucinazioni visive, dispercezioni uditive, intensificazione dei colori, la distorsione dell’immagine corporea, la depersonalizzazione, la marcata labilità emotiva, euforia, rilassamento, proprietà entactogene, sintomatologia dello spettro ansioso, agitazione, tachiaritmia, iperpiressia, neurotossicità serotoninergica.

Quindi, dopo l’assunzione si presentano pensieri confusi, difficoltà nell’articolare le parole, difficoltà a deambulare.

Successivamente si ha un miglioramento dello stato emotivo e la sensazione che tutto intorno sia piacevole. I colori iniziano a cambiare e a rendere l’ambiente come quello di un cartone animato o di un film di fantascienza. L’ambiente sembra modificarsi, restringersi o ampliarsi, sembra diventare un mondo magico dove gli oggetti prendono vita. Poi, d’un tratto si verifica un vuoto assoluto e una sensazione di apatia totale, a volte unita a terrore e sensazione di morte imminente.

Stato legale

In Italia la molecola DMT non risulta inclusa nelle Tabelle del D.P.R. 309/90 e s.m.i. La molecola non risulta essere posta sotto controllo in Ungheria, Lituania e Portogallo. Non risulta essere posta sotto controllo in Bulgaria. Non si hanno informazioni sullo stato legale della molecola negli altri Paesi europei.

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Sigmund Freud University - Milano - LOGORUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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