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Percezione del dolore nei neonati: il ruolo di specifiche regioni cerebrali

Nel 2015 alcuni ricercatori della Oxford University hanno scoperto che i neonati provano dolore allo stesso modo dei soggetti adulti. In uno studio più recente sono riusciti ad indagare in maniera ancora più approfondita il funzionamento delle aree cerebrali deputate all'elaborazione di tali sensazioni dolorose.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 02 Ott. 2018

In che modo i neonati provano dolore? Secondo una ricerca pubblicata su eLife i neonati percepiscono le sensazioni di dolore in modo simile agli adulti.

 

I ricercatori del Dipartimento di Pediatria e del Wellcome Center for Integrative Neuroimaging dell’Università di Oxford hanno identificato la rete neurale che controllerebbe la risposta cerebrale al dolore nei neonati.

Questi stessi ricercatori in un precedente studio, condotto nel 2015, avevano già dichiarato che i neonati provavano dolore allo stesso modo dei soggetti adulti. Rebecca Slater, autore principale dello studio e docente di Neuroscienze Pediatriche dell’Università inglese ha affermato:

Nel nostro lavoro precedente abbiamo usato una tecnica di imaging chiamata risonanza magnetica funzionale per dimostrare che l’attività cerebrale correlata al dolore nei neonati è simile a quella osservata negli adulti. Questa indagine invece si spinge oltre a questo: vogliamo infatti capire se il sistema di modulazione discendente del dolore è in qualche modo implicato nel determinare l’attività cerebrale correlata alle sensazioni dolorose.

Il sistema di modulazione discendente del dolore (in inglese Descending Pain Modulatory System – DPMS) è una rete di regioni cerebrali che lavorano per regolare sia gli input sensoriali in ingresso destinati al sistema nervoso centrale sia le reazioni comportamentali in risposta al dolore.

La ricerca

Con un disegno di ricerca simile a quello ideato per il primo studio, il team di ricercatori ha analizzato i dati della risonanza magnetica funzionale di 13 neonati che avevano, in media, 4 giorni di vita, reclutati presso il reparto maternità del John Radcliffe Hospital di Oxford. 
La risposta dolorosa veniva elicitata “colpendo” il piedino del neonato con una speciale asta.

Le scansioni hanno dimostrato che una maggior connettività della rete neurale mediata dal DPMS ha portato ad una minore attività cerebrale in risposta allo stimolo doloroso suggerendo così che questo insieme di regioni cerebrali influenza l’attivazione cerebrale connessa al dolore.

Un altro autore Sezgi Goksan, ricercatore presso i due centri di ricerca inglesi, ha spiegato i risultati ottenuti:

Nei soggetti adulti, una maggiore attività della rete DPMS è correlata a risposte comportamentali più basse in seguito a percezioni dolorose. Ciò detto, una possibile interpretazione dei nostri risultati potrebbe essere che: quando le regioni all’interno della rete DPMS sono funzionalmente connesse tra loro, i bambini, anche molto piccoli, presentano una maggior capacità di regolare la loro esperienza dolorosa con una conseguente diminuzione dell’attività cerebrale in risposta a questi stimoli.

Conclusioni e Prospettive future

Questo meccanismo risulta sorprendentemente simile a ciò che avviene nel cervello adulto. Tuttavia per comprendere a pieno come si sviluppa il DPMS durante la prima infanzia e in che modo questo sia influenzato dalle esperienze vissute in questo periodo sono necessari ulteriori studi che indaghino lo sviluppo di queste regioni cerebrali.

Goksan ha concluso:

Si è osservato che uno sviluppo anomalo della rete DPMS nella prima infanzia può portare ad una vulnerabilità a lungo temine in situazioni di dolore cornico. Ciò che sarebbe interessante studiare ulteriormente è proprio come queste anomalie possano avere conseguenze nei neonati in particolar modo in quelli nati pretermine.

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