Il Dizionario Clinico di Psicoterapia di Stefania Borgo, Lucio Sibilia e Isaac Marks promette molto, promette una lingua comune per la psicoterapia.
Una promessa impegnativa in questi tempi in cui è sempre più chiaro che il termine “psicoterapia” è un ombrello dentro il quale convivono approcci disomogenei e frammentati.
Non basta. La frammentazione è anche interna ai singoli approcci. Gli autori, ad esempio, sono di formazione cognitivo comportamentale. Ebbene, anche questo termine è ormai un ombrello troppo largo e al tempo steso pieno di buchi che raccoglie sotto di sé pratiche e teorie che spesso hanno poco in comune e talvolta sono tra loro del tutto incompatibili.
Troppa gente si affolla sotto un ombrello rotto che fa passare troppe fastidiose gocce di pioggia.
Il Dizionario Clinico di Psicoterapia: analisi dei singoli interventi terapeutici
Dopo queste premesse l’obiettivo di Borgo, Sibilia e Marks suonerebbe audace al limite dell’irrealizzabilità. Eppure i tre autori riescono nell’intento. Intendiamoci, non sono riusciti, e nemmeno volevano, creare una lingua comune che mettesse d’accordo le principali scuole e sottoscuole della psicoterapia e ne risolvesse le aporie teoriche e cliniche. Questo sarebbe stato davvero troppo ambizioso. Sono però riusciti a dare definizioni operative affidabili e credibili di una serie d’interventi terapeutici. E ci sono riusciti perché gli autori, umili e ambiziosi al tempo stesso, hanno evitato le secche della teoria e non hanno ambito a risolvere contrasti ormai secolari.
Partendo da un punto di vista ateorico, essi hanno compilato una serie di schede concise (in media un paio di pagine), agilmente consultabili e molto pratiche, in cui di ogni intervento è riportata una definizione operazionalizzata, i nomi degli autori che per primi l’hanno definita, una breve bibliografia che inizia con il lavoro in cui fu pubblicata per la prima volta, i presumibili ambiente ed epoca in cui fu utilizzata per la prima volta, le applicazioni principali e un breve caso clinico.
L’esame delle schede degli interventi che il recensore conosce meglio, ad esempio quelli che riguardano la terapia cognitivo-comportamentale standard, ha rivelato l’elevata qualità e precisione delle definizioni. Ad esempio la freccia verso il basso è correttamente definita come una tecnica che si conclude con l’accertamento di una credenza sul sé. Se lo stesso livello di qualità è sta rispettato anche per gli altri interventi siamo di fronte a un ottimo lavoro.
Non dimentichiamo poi che il Dizionario Clinico di Psicoterapia: una lingua comune è un testo che definisce interventi di tutte le scuole, dalla cognitiva comportamentale alla psicodinamica alla sistemico-familiare.
Insomma le perplessità iniziali si sono rivelate fortunatamente solo dei pregiudizi. Il lavoro di Borgo, Sibilia e Marks è di grande aiuto per mettere ordine e mappare il grande mare degli interventi psicoterapeutici. Una buona bussola che non ci salva dalle tempeste che ancora infuriano e infurieranno ancora per lungo tempo rendendo la navigazione difficile ma che può aiutarci a non affondare. Non è poco.