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Decision making nei bambini: i più piccoli tendono a prendere decisioni più ponderate?

Un recente studio ha messo in evidenza come fin dai 6 anni i bambini tendono a prendere decisioni servendosi delle stesse informazioni di cui si servono gli adulti ovvero secondo una modalità di risparmio, utilizzando solo le informazioni sociali.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 18 Set. 2018

Presso la Waterloo University, un gruppo di studiosi ha indagato come cambia nei bambini il processo di decision making.

 

È bello per noi sapere che i bambini di età diverse non trattano necessariamente tutte le informazioni allo stesso modo quando decidiamo di insegnare loro cose nuove – ha detto Stephanie Denison, professore associato presso il Dipartimento di Psicologia e co-autrice dello studio insieme alla dottoranda Samantha Gualtieri.

Questa la premessa che le ha portate ad affermare nell’ambito dello studio condotto presso la Waterloo Univeristy quanto sia importante che i caregivers comprendano come i bambini processino le informazioni date loro per prendere una decisione.

Nell’impostare il progetto di ricerca alla base del loro studio, si sono inoltre ispirate ai famosi studi di Kahneman e Tversky (1973), i quali hanno analizzato le forme abbreviate di ragionamento, ovvero le euristiche, strategie di soluzione semplici ed economiche.

Lo studio e i suoi risultati

Lo studio è stato condotto su 288 bambini, valutati per determinare se durante la formulazione di giudizi utilizzano informazioni numeriche, sociali o di entrambi i tipi.

I risultati hanno dimostrato come a partire dai 6 anni i bambini iniziano a compiere decisioni servendosi delle stesse informazioni di cui si servono gli adulti, ovvero secondo una modalità di risparmio: il giudizio del 95% dei bambini di 6 anni dipende infatti solo dalle informazioni sociali. Per quanto riguarda i bambini di 5 anni solo il 70% di essi valuta e decide in base alle sole informazioni sociali. La percentuale si abbassa vertiginosamente con i bambini di 4 anni: solo il 45 % di essi giudica in base alle sole informazioni sociali, ovvero i bambini più piccoli si sono mostrati più propensi a prendere in considerazione entrambe le informazioni numeriche e sociali.

Questo studio rivela come l’euristica della rappresentatività si sviluppa durante gli anni prescolari, tra i 4 e i 6 anni, in una rapida escalation verso il risparmio di risorse cognitive che caratterizzerà la formulazione di giudizi nella vita adulta.

Gli adulti tendono a non usare tutte le informazioni a loro disposizione quando formulano giudizi, probabilmente perché questo richiede l’impiego di molte risorse in termini di tempo ed energie mentali. Ciò che sarebbe per lo meno utile sapere è che usare queste scorciatoie può essere molto efficiente, ma al contempo gli errori che possono esser introdotti sono molti.

A volte dovremmo riflettere più duramente e dedicare tempo a mettere insieme tutte le informazioni. Il tempo che dedichi all’elaborazione delle informazioni potrebbe dipendere dall’importanza del giudizio o della decisione che stai prendendo, quindi scegliere di volta in volta a quale fase decisionale è meglio dare più spazio è davvero importante – afferma Denison.

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