Il dr. J. Ostrov, psicologo della Buffalo University, tra le principali autorità americane in materia di aggressione, bullismo e vittimizzazione tra pari, ha condotto uno studio per esplicitare ulteriormente le sottili differenze presenti tra comportamento aggressivo generale e bullismo, aprendo nuove direzioni per l’intervento.
È importante per noi realizzare questa distinzione, in parte perché ogni comportamento aggressivo che vediamo non è bullismo – afferma Jamie Ostrov – Certamente i comportamenti aggressivi sono di per sé problematici e meritano la nostra attenzione, ma riconoscere le differenze nei due comportamenti significa che possiamo iniziare una discussione sul fatto che dobbiamo fare qualcosa di diverso con gli interventi relativi all’aggressione generale.
Bullismo e comportamenti aggressivi: le differenze
Ostrov descrive i comportamenti aggressivi come atti pensati per ferire o danneggiare. Concettualizza, invece, il bullismo come comportamento ripetitivo caratterizzato da uno squilibrio di potere tra due parti (ad esempio un gruppo contro un solo soggetto o un ragazzo contro un bambino).
A questo proposito sono stati condotti due studi nell’ambiente scolastico, allo scopo di sviluppare la definizione di bullismo e testare empiricamente se l’aggressività generale sia diversa dai comportamenti caratterizzanti il bullismo, rappresentato solitamente in letteratura come un sottotipo del comportamento aggressivo.
Nel primo studio gli insegnanti hanno completato analisi relazionali su 124 studenti, rispetto alle variabili aggressività fisica e relazionale, atti di bullismo e vittimizzazione dei pari.
A sostegno delle ipotesi, i risultati di questo primo studio hanno rivelato che l’aggressività relazionale aumenta i livelli di vittimizzazione relazionale, mentre il bullismo relazionale non è correlato alla vittimizzazione relazionale. Per gli autori dello studio è importante che sia emersa una distinzione tra atto aggressivo e bullismo.
Bullismo e comportamenti aggressivi: i risultati dello studio
Il secondo studio è stato condotto su 105 studenti in modalità simili a quelle dello studio appena illustrato, aggiungendo alle precedenti due nuove variabili: la direzionalità relazionale e il disadattamento sociale. I risultati emersi da questo secondo studio combaciano con i risultati ottenuti al primo studio. In aggiunta è emerso che la direzionalità della relazione tende ad esser negativamente associata ad aumenti dei problemi di disadattamento sociale. Questi dati suggeriscono che, relativamente al bullismo relazionale, l’aggressività relazionale tende ad essere associata ad aumenti di problemi di disadattamento sociale.
Questi risultati forniscono supporto per distinguere tra sottotipi di comportamento aggressivo e bullismo (cioè fisico e relazionale) nella letteratura sullo sviluppo.
Il bullismo può essere fisico (colpire, calciare o portare via le cose a qualcuno) o relazionale (escludere qualcuno, ad esempio), ma
La vittimizzazione si riceve, l’aggressività si manifesta e il bullismo aggiunge a ciò lo squilibrio di potere e la reiterazione degli atti
afferma Ostrov.