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Apprendimento di una nuova lingua: è più importante la produzione o la comprensione?

Alcuni dati indicano che la produzione del linguaggio fornisce una forte esperienza di apprendimento nell'imparare una lingua straniera. Ciò sembra dipendere dal fatto che la produzione orale richiede l’integrazione contemporanea di più funzioni cognitive, tra cui la memoria di lavoro.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 10 Mag. 2018

Nell’ apprendimento di una lingua straniera vengono prediletti esercizi che allenano la comprensione, con prove di ascolto e attività carta-matita. 
Una nuova ricerca dimostra che, seppur questo tipo di formazione dia agli studenti il giusto input linguistico, appare estremamente importante parlare la lingua per impararla al meglio.

 

I ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, in uno studio pubblicato su Psychological Science, hanno confrontato gli effetti degli esercizi di comprensione e produzione nell’ apprendimento di una lingua straniera.

La ricerca nasce dalla presenza di dati discordanti riguardo l’argomento.

Le stesse autrici affermano:

Alcuni dati riguardanti la memoria di lavoro indicano che la produzione del linguaggio fornisce una forte esperienza di apprendimento, allo stesso tempo però la letteratura sull’ apprendimento delle lingue sottolinea, in modo schiacciante, l’importanza della comprensione nell’ apprendimento di un nuovo idioma.

Lo studio

L’ipotesi che le autrici dello studio, Elise Hopman e Maryellen MacDonald, hanno cercato di verificare è stata quella secondo cui l’esercitarsi nell’espressione e nella produzione di frasi in una lingua straniera possa aumentare la capacità degli studenti anche nella sua comprensione.

I partecipanti che hanno preso parte alla ricerca sono stati suddivisi in due gruppi e a ciascuno di essi è stato poi insegnato un linguaggio artificiale. Il gruppo sperimentale denominato “di produzione” parlava liberamente e riceveva feedback immediati riguardanti il vocabolario e la grammatica mentre il gruppo di controllo chiamato “di comprensione” era sottoposto ad una tipica serie di esercizi di ascolto. Entrambi i gruppi hanno poi completato dei test per valutare le loro capacità lessicali e grammaticali.

I risultati hanno mostrato che il gruppo sperimentale otteneva punteggi migliori in entrambi i test, anche analizzando le performance dei singoli studenti. I ricercatori per valutare l’ apprendimento avvenuto hanno tenuto conto di diversi fattori tra cui: accuratezza e velocità di comprensione, apprendimento lessicale, relazioni grammaticali semplici e complesse.

È da sottolineare inoltre che il gruppo che praticava il parlato superava il gruppo di ascolto anche in compiti che erano quasi identici a quelli presentati a quest’ultimo gruppo durante la sessione di apprendimento.

Conclusioni

Le autrici suggeriscono che la spiegazione dei risultati potrebbe risiedere nel fatto che la produzione linguistica richiede l’integrazione contemporanea di più funzioni cognitive. Affidarsi alla memoria di lavoro durante la produzione di un discorso potrebbe aumentare il “legame” tra grammatica e vocabolario, aumentando così la connessione tra questi elementi linguistici. Secondo le autrici e alla luce dei risultati ottenuti, tutto questo processo non si verificherebbe nel caso della sola comprensione.

Per concludere, si può affermare che le evidenze trovate presentano importanti implicazioni per l’apprendimento delle nuove lingue. Nella maggior parte dei casi infatti l’insegnamento della lingua straniera sottostima l’importanza della produzione e questo appare un grave errore stando a quanto affermato dalle studiose:

Esporre spontaneamente quanto appreso e ricevere feedback immediati sull’output prodotto rende l’apprendimento di una nuova lingua un’esperienza incredibilmente più forte rispetto alla sola comprensione orale.

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