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Lo psicologo nelle organizzazioni: il benessere del singolo per il benessere di tutti

Lo psicologo in azienda non si occupa solo di ricerca e selezione, coaching, formazione, etc. Il suo ruolo è anche quello di fornire ai dipendenti supporto nel coltivare il proprio benessere individuale. Ciò si traduce in soddisfazione lavorativa per il singolo, ma anche in un benessere per l'intera organizzazione.

Di Sabina Fasoli

Pubblicato il 18 Apr. 2018

Aggiornato il 02 Ott. 2018 13:00

Lo psicologo in azienda contribuisce a rendere l’ambiente lavorativo un contesto sicuro e di scambio proficuo. Il vantaggio non è soltanto per il singolo individuo, indagare il benessere personale dei propri collaboratori è un atto quasi doveroso anche per il benessere aziendale.

 

Capita spesso che ricercando “psicologo aziendale” tra gli annunci di lavoro le uniche opportunità riguardino soltanto la ricerca e la selezione del personale. Quando si cerca, poi, una descrizione esaustiva delle funzioni principali dello psicologo nelle organizzazioni si incappa in tutto ciò che riguarda il coaching, la formazione, l’engagement, lo sviluppo delle skills personali, ecc.. L’articolo Psicologia del Lavoro: di cosa si occupa lo psicologo in azienda descrive in modo esaustivo i “pilastri” su cui si fonda l’intervento psicologico aziendale.

Tutti aspetti, questi, che sembrano riguardare il potenziamento di risorse e dinamiche (individuali e di gruppo) volte al miglioramento della prestazione lavorativa, alla creazione di un ambiente di lavoro favorevole, allo sviluppo delle relazioni e al perseguimento di obiettivi coerenti con la mission aziendale. Certo, questa prospettiva fa parte del cosiddetto Sviluppo Organizzativo (Krone & Clark, 1072) che ha dato una nuova visione all’organizzazione aziendale e al lavoro non più centrati solo su fatica e dovere ma che ha cominciato a includere tutti quegli aspetti fondamentali che fanno di un’azienda un contesto socialmente attento, attivo e dinamico.

Dagli anni ’70-’80 ad oggi siamo passati, infatti, dalla dimensione operativa e produttiva fronteggiabile con il progresso tecnologico alla necessità di migliorare la qualità della vita lavorativa (Beer & Walton, 1987) e la relazione persona-organizzazione sotto il profilo dell’equità (Sue, 1982). Allo stesso modo è nata l’esigenza di integrare appieno le skills personali con l’obiettivo aziendale e favorire l’azione collettiva (Huffington, Cole, & Brunning, 1997).

Perchè avere uno psicologo in azienda ?

Ma in che termini lo psicologo può e deve essere utile alla sfera individuale del “lavoratore collettivo”? Da un buon IO deriva un miglior NOI. Non soltanto un IO nelle relazioni, un IO interpersonale, ma un IO personale, intimo, che ha bisogno di un suo spazio per poi dare il meglio di sé nel contesto aziendale. La qualità dell’equilibrio psicofisico ha necessariamente ripercussioni sull’ambiente di lavoro (Gruneberg, 1979).
L’intervento dello psicologo in azienda può quindi aiutare a far luce su questi aspetti producendo conoscenza. La soddisfazione lavorativa del singolo è una buona base di partenza per comprenderne i comportamenti e in che modo sono correlati alla performance ma soprattutto al benessere dell’individuo.

Soddisfazione lavorativa: cosa si intende e cosa cerchiamo

Diversi autori si sono interrogati su questo aspetto e ne è derivato che la soddisfazione lavorativa può essere intesa come una reazione affettiva (emozionale) ad una serie di aspetti connessi al lavoro che risulta dal confronto dei risultati reali con quelli desiderati, aspettati, meritati (Cranny, Smith , & Stone, 1992). Tali aspetti includono ad esempio, il tipo di attività svolta e i suoi aspetti intrinseci, la retribuzione, la qualità della vita extra-lavorativa, l’autonomia e la possibilità di gestire il proprio tempo, i tratti di personalità, i valori, e così via…

Senza entrare troppo nel merito di ciascuno di questi elementi, prendiamo in considerazione in che termini la soddisfazione o meno di questi aspetti possa influire sulla performance (per un approfondimento si veda l’articolo La soddisfazione lavorativa: quanto la performance dipende da quanto siamo soddisfatti) e sul benessere personale. Gli studi finora condotti con l’ausilio di strumenti di indagine appositi (questionari) attestano che un lavoratore soddisfatto si impegna maggiormente nella propria attività migliorando di conseguenza la prestazione lavorativa (Schleicher, Watt, & Greguras, 2004). Quando una persona è soddisfatta a livello lavorativo si sente parte del gruppo e dell’organizzazione e vuole impegnarsi per questa perché ne percepisce il valore. Il coinvolgimento personale risulta elevato e ciò significa che alla soddisfazione lavorativa corrisponde anche un appagamento nella vita privata (Avallone & Paplomatas, 2005). Al contrario, in assenza di soddisfazione si palesano tutti quei comportamenti che non solo sono segnale di malessere e, a lungo andare, possono essere dannosi per la salute, ma inficiano anche la performance. L’insofferenza nell’andare al lavoro, l’assenteismo, il pettegolezzo, disturbi psicosomatici di vario genere (sonno, apparato digerente..), lentezza nelle azioni, ecc. sono tutti indicatori che qualcosa nel contesto lavorativo non sta andando nella giusta direzione.

I vantaggi di avere uno psicologo in azienda

Se consideriamo quindi che il posto di lavoro è l’ ambiente in cui passiamo più tempo durante l’ arco della giornata, capiamo bene che andarci con uno spirito sereno o sapere che è presente una figura professionale come lo Psicologo che da supporto e nell’ affrontare le difficoltà e funge da filtro con i vertici aziendali, rende l’ ambiente-lavoro un contesto sicuro e di scambio proficuo. Lo psicologo in azienda supporta i dipendenti nell’affrontare le difficoltà e funge da “filtro” con i vertici aziendali, con l’obiettivo di rendere l’ambiente-lavoro un contesto sicuro e di scambio proficuo.

Vien da sé che il vantaggio non è soltanto del singolo individuo e del suo equilibrio psicofisico. Sensibilizzare un dirigente ad indagare il benessere personale dei suoi collaboratori è un atto quasi doveroso anche per il benessere aziendale. A tal proposito si è sentito parlare di una figura che in America si è già affermata e in Italia sta prendendo piede pian piano: il manager della felicità. Il suo scopo è quello di saper ascoltare, capire i bisogni dei dipendenti, fornire intervalli momentanei alla routine lavorativa.

Il quesito quindi sorge spontaneo: gli psicologi del benessere hanno speranza?
Forse, se la felicità inizia ad essere un trend possiamo sperare che il lavoro diventi per molti un posto felice.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Avallone, F., Paplomatas, A. (2005). Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti organizzativi. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Beer, M., Walton, A.E. (1987). Organization Change and Development. Annula Review of Psychology (38), 339-367.
  • Cranny, C.J., Smith , P.C., Stone, E.F. (1992). Job Satisfaction: how people feel about their Jobs and How it Affects their Performance . New York: Lexington Books.
  • Gruneberg, M.M. (1979). Understending Job Satisfaction. New York: John Wiley & Sons.
  • Huffington, C., Cole, C.F., Brunning, H. (1997). A Manual of Organizational Development: The Psychology of Change. Psychosocial Press/International University Press.
  • Krone, C.G., Clark, J.V. (1972). Toward an Overall View of Organizational Development in the Early Seventies. In B. W. Thomas J.M., The Management of Change and Confict (p. 284-303). Middlesex, UK: Penguin Books.
  • Schleicher, D.J., Watt, J.D., Greguras, G.J. (2004). Reexamining the Job Satisfaction-Performance Relationship: The Complexity of attitudes. Journal of Applied Psychology , 89 (1), 165-177.
  • Sue, D.W. (1982). Multicultural Organizational Development: Implications for the Counseling Profession. In J.G. Ponterotto, J.M. Casas, L.A. Suzuki, C.M. Alexander, Handbook of Multicultural Counseling (p. 472-492). Thousand Oaks, CA.
  • Fiore, F. (2017). Psicologia del lavoro: di cosa si occupa lo psicologo in azienda. State of Mind.
  • Costanzo, V. (2017). La soddisfazione lavorativa: quanto la performance dipende da quanto siamo soddisfatti. State of Mind.
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