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Le Nuove Sostanze Psicoattive – Introduzione alla Psicologia

I cannabinoidi sintetici sono spesso chiamati anche erba sintetica e sono considerati alternative alla marijuana. In realtà si tratta di composti dagli effetti imprevedibili, con un’azione sul cervello molto più potente di quella della normale erba e che, in casi estremi, possono provocare anche la morte.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 05 Apr. 2018

Tra il 1997 e il 2010 sono state identificate più di 150 nuove sostanze psicoattive, tra cui i cannabinoidi sintetici, funzionalmente simili al THC (il principio attivo della cannabis).

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

 

Negli ultimi anni sono state diffuse nuove sostanze di origine sintetica o naturale non regolamentari. Esse sono state commercializzate attraverso Internet, gli smart e head shops, come se fossero droghe legali, per questo sono definite anche furbe, e sono sponsorizzate grazie a strategie di marketing sofisticate. Le Nuove Sostanze Psicoattive in alcuni casi, intenzionalmente, non presentano gli elementi da cui sono effettivamente composte allo scopo di poter attrarre sempre maggiori ignari acquirenti. Queste sostanze hanno enorme successo soprattutto tra i giovanissimi, si diffondono rapidamente e sono facilmente reperibili. Inoltre, si rilevano spesso specifici forum o blog dedicati alla discussione sulle varie droghe, dove è possibile ottenere informazioni, consigli, indicazioni e istruzioni per l’uso in maniera rapida e immediata.

Quello delle nuove droghe è un fenomeno iniziato alla fine degli anni ’90, in seguito a delle campagne mediche contro l’ecstasy e le droghe sintetiche da discoteca. Di conseguenza, sono comparse un ventaglio di sostanze che promettevano gli stessi effetti delle pasticche.

Le Nuove Sostanze Psicoattive rappresentano un gruppo molto ampio di molecole principalmente di natura sintetica, caratterizzate da proprietà farmacologiche e tossicologiche particolarmente pericolose per la salute dei consumatori. La comparsa delle Nuove Sostanze Psicoattive negli ultimi anni rappresenta un fenomeno di dimensioni sempre più imponenti e che interessa tutto il mondo, Italia compresa, rappresentando un problema emergente a livello internazionale, tanto che le Nazioni Unite, l’International Narcotics Control Board e l’Unione Europea hanno dedicato grande attenzione a quella che presenta una nuova minaccia per la salute pubblica.

I cannabinoidi sintetici

Tra il 1997 e il 2010 sono state notificate tramite l’Early Warning System europeo, più di 150 nuove sostanze psicoattive, acquistabili tramite online shop. Tra le nuove droghe presentiamo per primi i catinoni o cannabinoidi sintetici.

I cannabinoidi sintetici sono funzionalmente simili al THC, il principio attivo della cannabis, e possono avere effetti allucinogeni, sedativi e depressivi. Si tratta di una serie di composti chimici artificiali che hanno proprietà psicotrope e possono essere nebulizzati, spruzzati sotto forma di gocce finissime, su materiale vegetale usato come eccipiente per poter essere fumati. Altre volte si presentano in forma liquida, adatti per essere inalati per mezzo di sigarette elettroniche o vaporizzatori.

Il nome cannabinoidi è dovuto al fatto che queste sostanze sono simili ai principi attivi contenuti nella marijuana o Cannabis. Per via di questa affinità, i cannabinoidi sintetici sono spesso chiamati anche erba sintetica, e sono considerati alternative alla semplice marijuana. In realtà, si tratta di composti dagli effetti imprevedibili e con un’azione sul cervello molto più potente di quella della normale erba. In alcuni casi i cannabinoidi sintetici, però, possono provocare gravi effetti sul cervello o sull’organismo, che in casi estremi potrebbero diventare anche mortali.

I cannabinoidi sintetici, dunque, sono di diverso tipo e tra essi ricordiamo:

  1. naftoindoli (ad es. JWH-018, JWH-073 e JWH-398)
  2. naftometilindoli
  3. naftoilpirroli
  4. naftilmetilindeni
  5. fenilacetilindoli (come i benzoilindoli, ad es. JWH-250)
  6. cicloesilfenoli (ad es. CP 47,497 e omologhi di CP 47,497)
  7. cannabinoidi classici (ad es. HU-210)

I nomi comunemente usati per i cannabinoidi sintetici sono: Spice, K2, X, Tai high hawaiian haze, Mary joy, Exodus damnation, Ecsess, Devil’s weed, Clockwork orange, Bombay blue extreme, Blue cheese, Black mamba, Annihilation.

I cannabinoidi sintetici agiscono sui recettori cerebrali della cannabis in modo più potente che la cannabis naturale. Essi sono venduti abitualmente miscelati con delle sostanze vegetali come foglie essiccate di damiana, melissa, menta, timo o mescolandoli direttamente alle foglie da fumare, in cui sono presenti differenze estreme di concentrazione fra un campione e l’altro.

L’aspetto finale, dunque, è simile all’erba e per questo possono essere fumati insieme al tabacco oppure direttamente con pipe, bong o chilum oppure possono essere aggiunti a cibo o preparati sotto forma di tè.
Esistono dei liquidi per sigaretta elettronica contenenti cannabinoidi, e per questo possono essere anche inalati.

Le miscele da fumare sono messe in piccoli pacchetti di alluminio, colorate con delle etichette che descrivono il contenuto come incenso o miscela da fumare e portano l’avvertenza “Non adatto al consumo umano”.

Invece, se sono in forma di aromi liquidi sono contenuti in bottigliette di plastica, come avviene per altri prodotti destinati alle sigarette elettroniche.

Per molti anni i mix di cannabinoidi sintetici sono stati venduti negli Stati Uniti nei negozi di accessori per fumatori, nelle stazioni di servizio e attraverso internet. Poiché molte di queste sostanze hanno effetti sul cervello senza apportare alcun beneficio per la salute, le autorità hanno proibito alcune di queste sostanze. Tuttavia, i produttori hanno raggirato la regolamentazione modificando la struttura chimica di questi composti.

La facilità con cui si reperiscono queste sostanze, e la falsa convinzione che si tratti di prodotti naturali e per questo sicuri, ha contribuito alla diffusione e al loro uso tra i giovani. Il fatto che gli esami solitamente usati per rilevare la presenza di stupefacenti difficilmente sono in grado di rilevare queste sostanze ha ulteriormente favorito la loro diffusione.

Effetti causati sul sistema nervoso centrale

Ad oggi sono pochissimi gli studi scientifici sugli effetti di queste sostanze sul cervello umano, ma è noto che alcune di queste molecole formano con i recettori dei legami più forti di quelli del THC e per questo sono più potenti. Per questa ragione, gli effetti sulla salute sono del tutto imprevedibili. Poiché la composizione esatta di queste sostanze è sconosciuta e varia molto da una produzione all’altra, è possibile che gli effetti siano molto diversi da quello che ci si aspetta.

In ogni caso, gli utilizzatori di cannabinoidi sintetici hanno riferito effetti simili a quella della marijuana come:

Tra gli effetti psicotici sono stati segnalati:

I cannabinoidi sintetici possono anche provocare un innalzamento della pressione sanguigna, inibire l’afflusso di sangue al cuore, provocare danni al fegato, indurre convulsioni e, in casi estremi, provocare morte.

Dipendenza e assuefazione

I cannabinoidi sintetici possono dare dipendenza e se il loro consumo fosse interrotto si possono presentare i seguenti sintomi da astinenza:

  • cefalea
  • ansia
  • depressione
  • irritabilità

Non ci sono studi sull’effetto di terapie comportamentali o farmacologiche nel trattamento della dipendenza da questo tipo di sostanze.

La situazione in Europa e in Italia

In Europa, i primi cannabinoidi sintetici sono stati individuati nel 2008 in diverse miscele vegetali, definite “herbal mixture” o “herbal blend”, ed erano vendute come incensi o profumatori ambientali. Si tratta di prodotti denominati Spice e venduti come non adatti all’uomo.

Il prodotto, però, era definito naturale e per questo ingannevole al consumatore, che erroneamente era rassicurato dalla sua falsa natura innocua.

La preoccupazione per i danni provocati dal consumo della Spice ha portato alcune nazioni europee, come Austria, Germania, Francia, Lussemburgo, Polonia, Svezia e Italia, a vietare o controllare la vendita dei prodotti Spice e loro simili. In data 7 Aprile 2010, il Ministro della Salute Italiano ha emanato, d’intesa con il Dipartimento Politiche Antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un’Ordinanza che prevede il divieto di fabbricazione, importazione, immissione sul mercato e commercio, anche online, dei prodotti denominati Spice.

Purtroppo per ogni molecola ufficialmente regolamentata, altrettante nuove molecole ne emergono e, ovviamente, non ancora proibite per legge.

In Italia dal 2010 sono stati rilevati 41 casi di intossicazione acuta correlata all’assunzione di prodotti contenenti cannabinoidi sintetici, per i quali è stato necessario l’accesso in pronto soccorso. La maggior parte dei casi sono stati registrati nel Nord Italia e hanno coinvolto soggetti tra i 14 e i 55 anni.

 

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Sigmund Freud University - Milano - LOGORUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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