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Imparare a porre critiche costruttive per favorire uno sviluppo sano nei bambini

Gli adulti di riferimento, se utilizzano una comunicazione costruttiva, favoriscono un maggior senso di benessere nei bambini e anche una maggiore possibilità di raggiungere i risultati desiderati.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 19 Mar. 2018

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:14

L’abilità degli adulti di porre critiche costruttive e non distruttive risulta essere fondamentale. Lo stesso vale anche per gli insegnanti nel contesto scolastico e per gli allenatori in ambienti sportivi. In questi casi, una comunicazione costruttiva favorisce un maggior senso di benessere nei bambini e anche una maggiore possibilità di raggiungere i risultati desiderati.

 

Il compito degli adulti (genitori, insegnanti o allenatori) è aiutare i bambini a crescere. Per raggiungere quest’obiettivo, l’abilità degli adulti di porre critiche costruttive e non distruttive, risulta essere fondamentale. Nonostante i genitori desiderino il meglio per i propri figli, inconsapevolmente, possono adottare delle strategie disfunzionali di comunicazione con questi ultimi. Lo stesso vale anche per gli insegnanti, nel contesto scolastico e per gli allenatori, in ambienti sportivi. In questi casi, una comunicazione efficace favorisce un maggior senso di benessere nei bambini e anche una maggiore possibilità di raggiungere i risultati desiderati.

Le caratteristiche di una comunicazione costruttiva e distruttiva

Esploriamo le caratteristiche di una comunicazione costruttiva:

1. I feedback, positivi o negativi, sono rivolti al comportamento. Ad esempio, “Bel tiro”, invece che “Bravo”. Rimandare un feedback sul comportamento, evita l’attribuzione di etichette che possono risultare dannose.
2. I feedback si concentrano sul processo. Ad esempio, “Ti sei impegnato molto e la verifica è andata bene”, favorisce una maggior senso di autonomia e aumenta l’ autoefficacia.
3. Dopo una critica, è importante evidenziare l’applicazione di altre possibili strategie. Questo, orienta l’attenzione del bambino verso il nuovo comportamento da mettere in atto, piuttosto che sulla percezione d’incompetenza.
4. Mettere in evidenza la motivazione intrinseca del bambino, attraverso delle lodi sincere e costruttive, piuttosto che sull’utilizzo di premi.
5. Adottare un linguaggio non verbale e un atteggiamento che esprimono tranquillità. Questo, favorirà, a sua volta, un atteggiamento più calmo del bambino e una maggiore possibilità di interiorizzare il feedback.

Questo consente di mantenere una relazione sana con il bambino.

Al contrario, una modalità distruttiva di comunicazione:

1. I feedback sono rivolti alla persona. Ad esempio, “Sei cattivo”, “Sei lento”. E’ consigliabile evitare questa tipologia di feedback, a causa degli effetti dannosi che attribuire un’etichetta, senza alcuna spiegazione, porta con sé.
2. I feedback si concentrano sul risultato. Ad esempio, “Sono contento/a che tu abbia preso 8” riduce il senso di autonomia e può spostare il focus della motivazione da intrinseco a estrinseco.
3. La critica non è accompagnata da strategie utili. In questo caso, l’adulto esprime solo la critica, il che porta a un senso di frustrazione crescente nel bambino, a causa del fallimento e anche per il fatto di non conoscere altre possibili strategie d’intervento.
4. Il feedback si concentra sui premi. Fornire sistematicamente dei premi riduce la motivazione intrinseca del bambino.
5. Il linguaggio non verbale è carico di emotività negativa (rabbia, frustrazione). Questo, incrementa nel bambino un senso di disagio e incomprensione da parte dell’adulto, che agisce negativamente sulla crescita del bambino.
Tutto ciò incide negativamente sulla relazione con il bambino.

I vantaggi di una comunicazione costruttiva

Comunicare feedback in maniera costruttiva, porta con sé diversi vantaggi, tra cui:
– L’adozione di una teoria incrementale: l’abilità è ritenuta non fissa e modificabile; per questo, il bambino, intrinsecamente motivato, ritiene che con l’impegno e con l’adozione di diverse strategie, riuscirà a superare le difficoltà che si presenteranno.
– Aumento della percezione di autoefficacia: cioè, la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico (Bandura, 1986).

Al contrario, comunicare feedback in maniera distruttiva comporta:
– L’adozione di una teoria dell’entità: si basa sul fatto che quell’abilità è ritenuta fissa e immodificabile, nel senso che l’individuo non pensa di poter superare i propri limiti. Il bambino, non intrinsecamente motivato, avrà come obiettivo la ricerca di valutazioni positive e la tendenza a evitare le valutazioni negative.
– Riduzione della percezione di autoefficacia: i bambini per evitare di ricondurre l’insuccesso a una propria incapacità, ricorrono a strategie di auto-sabotaggio, definite operazioni di self-handicapping. Queste strategie consistono nel cercare delle scuse, crearsi degli ostacoli nell’affrontare una determinata attività, allo scopo di proteggere il proprio sé e preservare un’immagine positiva di se stessi (Dweck, 1991).

Dato che la comunicazione dei feedback è inevitabile, è importante monitorare le proprie strategie comunicative, al fine di esprimere il proprio punto di vista in maniera costruttiva e favorevole per la crescita.

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