expand_lessAPRI WIDGET

Manipolare le emozioni negative attraverso la stimolazione cerebrale

E' stato dimostrato che la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) può rafforzare o indebolire le emozioni negative.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 20 Feb. 2018

Una nuova ricerca, pubblicata su Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience e Neuroimaging mostra che le emozioni negative possono essere rafforzate o indebolite modificando l’eccitabilità del cervello. Utilizzando la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) (una particolare tecnica di stimolazione cerebrale) i ricercatori dell’Università di Münster in Germania, hanno scoperto che la stimolazione di tipo eccitatorio, rispetto a quella inibitoria, riduce maggiormente la risposta del cervello a immagini spaventose.

 

La stimolazione cerebrale può influenzare la regolazione emotiva

Cameron Carter, editore del Journal, in cui è stato pubblicato l’articolo ha detto: “Lo studio conferma che la modulazione della regione frontale nell’emisfero destro, influenza direttamente la regolazione delle informazioni emotive nel cervello in una modalità top-down. Queste scoperte evidenziano ed espandono l’ambito delle potenziali applicazioni terapeutiche della rTMS”.

Per confrontare gli effetti di una singola sessione di rTMS eccitatoria e inibitoria della corteccia prefrontale dorsolaterale, gli autori tedeschi hanno diviso 41 partecipanti sani in due gruppi ed hanno eseguito la tecnica mentre i soggetti osservavano volti paurosi, utilizzati per evocare emozioni negative o facce neutre per la condizione di controllo.

I risultati mostrano effetti opposti: la stimolazione eccitatoria diminuiva il processo di elaborazione visiva dei volti paurosi mentre quella inibitoria aumentava il processo sensoriale, allo stesso modo la rTMS eccitatoria riduceva i tempi di reazione impiegati dai partecipanti per rispondere agli stimoli e diminuiva l’arousal emotivo elicitato dai volti paurosi, la rTMS inibitoria invece aumentava entrambi questi processi.

L’autore senior Markus Junghöfer afferma “Questi risultati dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di ricerche sui meccanismi di stimolazione magnetica della corteccia prefrontale dorsolaterale implicata tra gli altri anche nella depressione. ”

Proprio su questo versante, lo studio appare interessante: nella depressione infatti si osserva un’alterazione dell’elaborazione delle emozioni nella corteccia prefrontale dorsolaterale, che causa un’amplificazione delle emozioni negative e una riduzione di quelle positive. L’idea più diffusa oggi è che la stimolazione magnetica inibitoria a livello della corteccia prefrontale abbia effetti antidepressivi in quanto ridurrebbe l’elaborazione delle emozioni negative.

I risultati ottenuti da questa nuova ricerca suggeriscono invece che la rTMS eccitatoria potrebbe fornire una nuova via nel trattamento del disturbo depressivo.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Tecniche di neurostimolazione: le potenzialità d'impiego in ambito clinico
L’utilizzo di tecniche di neurostimolazione nel trattamento dei disturbi psichiatrici

Il recente interesse per l’utilizzo di tecniche di neurostimolazione ha lo scopo di sviluppare protocolli di trattamento da unire a farmaci e psicoterapia

ARTICOLI CORRELATI
La WISC-V arriva in Italia

24 novembre 2023, Firenze: l'evento alla scoperta della 5ª edizione italiana della Wechsler Intelligence Scale for Children

Un cervello interconnesso (2023) di Luiz Pessoa – Recensione

"Un cervello interconnesso" risulta essere un cammino che conduce verso la comprensione della mente come qualità emergente del cervello

WordPress Ads
cancel