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Social network e salute psicologica: meglio postare o star soli? Gli effetti positivi del microblogging su chi soffre di ansia sociale

Il microblogging è un utile canale di comunicazione delle emozioni per chi soffre d' ansia sociale, che spesso è solo nel gestire i propri stati emotivi

Di Greta Riboli

Pubblicato il 16 Gen. 2018

Il vantaggio del microblogging sta nel poter condividere dei messaggi con un vasto pubblico, senza imporre conversazioni che potrebbero risultare indesiderate. Per questo motivo, i commenti che si ricevono, vengono vissuti come dimostrazioni di supporto più spontanee, rispetto a richieste di ascolto esplicite, quali quelle che si farebbero telefonando o incontrando un amico.

 

Il microblogging è quel fenomeno per il quale si condividono su social network, come ad esempio Facebook o Twitter, degli status.

Spesso le persone condividono dei post quando vivono una brutta giornata, quando, ad esempio, ricevono una cattiva notizia in seguito ad una visita medica, quando discutono con il proprio datore di lavoro, oppure quando litigano con i propri genitori o con i propri partner e così via. Condividere degli status di questo tipo permette loro di ridurre le emozioni negative provate, ripristinando così uno stato di benessere.

Come mai vengono prediletti i social network per comunicare queste notizie ed abbassare la soglia di malessere, piuttosto che chiamare o incontrare un amico? Il vantaggio del microblogging sta nel poter condividere dei messaggi con un vasto pubblico, senza imporre a persone precise delle conversazioni che questi potrebbero ritenere indesiderate. Per questo motivo, le risposte che si ricevono, sotto forma di commenti ai post, vengono vissute come dimostrazioni di supporto più spontanee, rispetto a richieste di ascolto esplicite, quali quelle che si farebbero telefonando o incontrando un amico.

Microblogging e ansia sociale

Lo studio condotto da Buechel ha esplorato quali persone sono più predisposte a servirsi del microblogging anziché delle interazioni di persona. Nel fare questo, nel suo studio sperimentale ha diviso le persone in due gruppi, ai soggetti del primo gruppo è stata mostrata una clip tratta dal film “Il silenzio degli Innocenti”, mentre il gruppo di controllo ha guardato un filmato con immagini dello spazio.

Al termine delle proiezioni a tutti i soggetti è stato domandato come avrebbero preferito comunicare ciò che avevano visto e provato in seguito alla visione, scegliendo tra le seguenti opzioni: microblogging, di persona o tramite messaggio privato online diretto ad una persona specifica. Infine è stato somministrato a tutti i soggetti un questionario sull’ ansia sociale.

In questo disegno sperimentale la ricercatrice ha considerato le conseguenze della visione della clip tratta dal film “Il silenzio degli Innocenti” come un’esperienza negativa. Partendo da questo presupposto e dai risultati ottenuti è emerso come i soggetti che hanno sperimentato emozioni negative (in seguito alla visione della clip) e che hanno ottenuti alti livelli al questionario per l’ ansia sociale hanno mostrato maggiori probabilità di servirsi del microblogging per comunicare il proprio stato emotivo negativo.

Invece, coloro che hanno ottenuto punteggi bassi alla scala per la valutazione dell’ ansia sociale hanno mostrato di esser più portati ad utilizzare l’interazione faccia a faccia o il messaggio diretto per condividere i propri stati negativi.

Nonostante diversi studi riportano come l’interazione faccia a faccia rimanga una forma più ideale di comunicazione (Baym et al. 2004, Trepte et al. 2017), il microblogging si rivela un canale di comunicazione utile a tamponare le emozioni negative di coloro che altrimenti si ritroverebbero a gestirle da soli.

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