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La parafilia “Devotee” e l’attrazione sessuale per i disabili

La parafilia devotee consiste nel provare attrazione sessuale verso persone disabili, il loro arto mancante, gli ausili medici o le protesi utilizzate

Di Daniela Carnevale

Pubblicato il 04 Dic. 2017

Aggiornato il 11 Apr. 2018 10:52

Da anni esiste una particolare parafilia nota negli Stati Uniti e ancora poco conosciuta in Italia, chiamata “ devotee ” una delle attrazioni sessuali più particolari. Il “devotismo” è traduzione culturale della categoria diagnostica “acrotomofilia”, che J. Money, psicologo e sessuologo, esplora scientificamente negli anni Ottanta, ovvero la capacità di provare interesse o eccitazione sessuale solo al cospetto di persone che hanno deformazioni o amputazioni agli arti o come nell’ abasophilia per gli ausili come le carrozzine, i gessi, le protesi ect.

 

La parafilia del devotee: l’attrazione sessuale verso i disabili

Il concetto di bellezza femminile e maschile è stato trattato da innumerevoli autori, ma nonostante questo nella società odierna è difficile se non impossibile, stabilire cos’è definibile come “realmente bello”. Esistono dei canoni estetici sui quali appoggiarsi, che rispecchiano “gli ideali” comuni e ci consentono di distinguere l’armonia, la grazia e l’eleganza di un corpo, rispetto ad un altro, che possiamo percepire come sgradevole, se non addirittura mostruoso. Non sempre però, quanto diamo per scontato è la regola di tutti. A volte, quanto per noi di più imperfetto esiste, risulta essere seducente per un’altra persona, e viceversa.

Da anni esiste una particolare parafilia nota negli Stati Uniti e ancora poco conosciuta in Italia, chiamata “devotee” una delle attrazioni sessuali più particolari.
Il “devotismo” è traduzione culturale della categoria diagnostica “acrotomofilia”, che J. Money, psicologo e sessuologo, esplora scientificamente negli anni Ottanta, ovvero la capacità di provare interesse o eccitazione sessuale solo al cospetto di persone che hanno deformazioni o amputazioni agli arti o come nell’ abasophilia per gli ausili come le carrozzine, i gessi, le protesi ect.

La componente patologica di questo fenomeno risiede e prende consistenza nel fatto che l’interesse è indirizzato solo verso la parte amputata o l’handicap e raramente verso la persona e le sue qualità umane.

Nei devoti, spesso è compromessa l’area sociale, lavorativa e l’intimità emotiva e sessuale nei confronti del loro partner.
Questo tipo di parafilia si avvicina al feticismo, come pulsione sessuale diretta verso un oggetto inanimato. Come nel feticista, l’oggetto è indispensabile e imprescindibile per l’eccitamento e l’attività sessuale. I devoti tendono ad evitare la relazione intima col partner, e rendono erotico non uno stivale ma gli ausili di cui il disabile si serve o l’arto menomato.

Nel devotismo, le persone chiedono di poter toccare le gambe, di guardare mentre la persona mangia, chiedono di poter pettinare i capelli o poterla accompagnare in bagno, trattano la persona come un oggetto.

Le sue condotte sessuali sono egosintoniche, ossia il soggetto ha un assoluto bisogno delle pratiche o fantasie sessuali e le giustifica come normali.
La maggior parte dei devotee appartengono al gruppo degli “Amplovers” o amanti degli amputati.
L’attrazione sessuale può risiedere nel moncherino vero e proprio, nelle protesi, oppure nell’immaginario di quanto esiste sotto di essa.

Taluni si eccitano nel cogliere le difficoltà di deambulazione dovuta alla mancanza di uno o di entrambi gli arti inferiori; altri nel riscontrare durante lo svolgimento di normali azioni, la malagevolezza tipica di chi è privo di una o ambedue le braccia.
Altri ancora focalizzano l’interesse esclusivamente sulla “parte mancante” del portatore di handicap e nel tentativo d’immaginare le sue sembianze.

Altre tipologie sono:
CASTER: amante dei gessi;
AMPUTEE: amanti degli amputati/e;
LOVERWHEELCHAIR: amanti delle sedie a rotelle;
LOVERPOLIO: amanti dei poliomielitici.

Le categorie del fenomeno del devotee

Il fenomeno devotee si sfrangia in quattro categorie ben definite che sono le seguenti:

– Admirer (ammiratore): l’admirer ha un alto grado di ammirazione e rispetto per le persone disabili. Non presenta aspetti di tipo ossessivo, il suo comportamento è congruo, non bizzarro ed è conforme alle norme sociali. Generalmente l’admirer si può trovare in quelle persone che frequentano associazioni di disabili come volontari.
– Pretender (to pretend: fingere): persone che pur non essendo disabili fingono di esserlo. Il loro comportamento viene considerato bizzarro e, se pubblico, soggetto a riprovazione sociale.
– Wannabe (vorrei diventare): persone che non essendo disabili desiderano diventarlo e arrivano ad amputarsi. Tra le tipologie, questa è la più grave di rischio psicologico.
Devotee (devoto): persone che sono affascinate, attratte (anche in termini sessuali), verso persone disabili e i loro ausili. A volte si presentano aspetti di tipo ossessivo con una ricerca continua di immagini e/o di incontri. Può accadere che il grado di fascinazione sia al di fuori del controllo della persona.

I devoti manifestano più apertamente la deviazione del devotismo verso una “categoria” di disabili che è quella degli amputati. I gruppi devotee oltre alla ricerca di fotografie o filmati, si scambiano anche richieste relative alle loro preferenze sul tipo di amputazione (ad esempio singola amputazione sopra il ginocchio, oppure amputazione sotto il ginocchio ect.)

L’assenza di tre arti e la totale assenza di arti sono rispettivamente descritte come Triple e Quad. Nella Community Amputee-Devotee ci sono tracce di devozione per l’amputazione del dito alluce.
C’è poi un piccolo gruppo di nucleo di devotee che hanno attrazione ossessiva per amputazioni agli occhi: RE (occhio destro), LE (occhio sinistro).

I devoti utilizzano social media in una varietà di modi, ma la loro motivazione principale è quella di: incontrare e stringere relazioni con le donne o uomini con deficienza degli arti; accedere in modo non autorizzato alle immagini fotografiche di persone in cui gli arti colpiti sono visibili, fare rete con altri devoti per condividere immagini e mantenere un gruppo sociale; normalizzare i loro comportamenti sostenendo l’accettabilità sociale dei devoti.

In conclusione, è importante considerare che i devoti per sedare la loro ossessione, scelgono attività di volontariato o di lavoro in contatto con persone disabili.

È importante strutturare strategia di tutela da persone che possono approfittare della situazione di debolezza fisica e psicologica della persona con disabilità fisica e prevenire l’abuso dando informazioni di educazione sessuale sia ai disabili che alle loro famiglie.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • E.Mian e C. Lacalamita (2007), Devoti – Devotee, Viaggio all’interno di un fenomeno inesplorato. Edizione Phasar.
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