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Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli (2016) – Recensione del libro

In 'Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli' emerge l'importanza del ruolo protettivo/contenitivo nel rapporto con l'adolescente

Di Maria Sansone

Pubblicato il 22 Giu. 2017

L’autrice del libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, Marie Rose Moro, guida il lettore attraverso il punto di vista degli adolescenti. Questo stimola la riflessione, introducendo i temi che poi vengono approfonditi con l’esperienza che Rose Moro ha maturato in molti anni di pratica clinica.

 

Il compito difficile cui sono chiamati i genitori è quello di essere presenti alla giusta distanza che permetta ai figli di non sentirsi controllati ma di sentirsi protetti.

 

L’autrice del libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, Marie Rose Moro, guida il lettore attraverso il punto di vista degli adolescenti.

Ogni capitolo, infatti, è introdotto dalle parole che gli stessi ragazzi utilizzano per descrivere la loro esperienza. Questa modalità stimola la riflessione, introducendo i temi che poi vengono approfonditi con l’esperienza che Rose Moro ha maturato in molti anni di pratica clinica.

L’entrata in adolescenza segna l’inizio di una fase di grande cambiamento contraddistinta da una mente in fermento che cerca di rispondere a nuovi compiti evolutivi.

Secondo Rose Moro, autrice del libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, l’adolescenza è un concetto antropomorfo in quanto esiste sicuramente nelle società occidentali ma non in tutto il pianeta. Occupandoci della nostra cultura di appartenenza possiamo collocare l’inizio dell’adolescenza intorno agli 11 anni ed il tuo termine verso i 18-20 anni. Tuttavia l’uscita dall’adolescenza si sta posticipando negli ultimi decenni a causa di una tardiva uscita dei ragazzi da casa, sia per motivi economici che per motivi di studio.

Gli adolescenti si raccontano – Le due caratteristiche principali dell’adolescenza

Le due caratteristiche principali dell’adolescenza evidenziate dall’autrice sono:

  1. Separazione-individuazione: ovvero quel processo che permette all’adolescente di costruire la propria identità allargando il proprio spazio mentale. I ragazzi iniziano a costruirsi la loro autonomia e per farlo hanno bisogno di mettersi in contrapposizione ai genitori, di identificarsi con modelli diversi. In questo processo rivestono un ruolo anche le bugie che manifestano una protezione dell’intimità dei ragazzi ed i genitori dovrebbero cercare di comprendere che con esse manifestano il bisogno di “tenersi qualcosa per sé”. Cosa ben diversa è quando le bugie nascondono un comportamento rischioso, in tal caso si potrebbe creare una situazione paradossale per la quale ad es. un figlio si sente male per aver bevuto alcool e non si sente autorizzato a chiedere aiuto alla propria mamma o al proprio papà. E’ dunque importante comprendere il significato di una bugia. I figli si separano dai genitori ed è il normale processo di crescita, per questo chiudono la porta della camera, non danno accesso al profilo Facebook ecc.. In questo importante processo il compito dei genitori è quello di restare presenti senza diventare inquisitori.
  2. Il secondo cambiamento importante è rappresentato dalla sessualità: può essere molto difficile per un adolescente vedere profondamente modificato il proprio corpo e difficile accettare le nuove sensazioni. Il genitore ricopre un ruolo fondamentale nell’accettazione della maturazione sessuale, poterne parlare significa non creare un tabù, aiuta loro a vivere il passaggio dall’affettività alla sessualità in modo consapevole, sapendo cosa aspettarsi. In alcuni casi possono aver difficoltà a parlarne con un genitore ma riescono a farlo con un altro adulto.

Mentre i figli entrano in adolescenza i genitori vivono spesso un momento di smarrimento: il bambino che conoscevano non c’è più e loro, spesso, non riescono a ridefinire il loro ruolo. Può accadere che pur di restare vicini ai propri figli cercano di essere loro amici, tuttavia questo non è il giusto modo perché il genitore ha un ruolo diverso. Il ruolo genitoriale si divide in due assi principali ovvero un ruolo protettivo ed uno contenitivo: proteggerli e, allo stesso tempo, permettere ai figli di conoscere i limiti (contenerli), affinché li possano interiorizzare per sapersi regolare da soli. Due elementi cardine:

  • Un genitore può essere autoritario spiegando che le scelte sono fatte per il bene del figlio.
  • Un genitore ha il dovere di essere presente alla giusta distanza perché il proprio figlio ha bisogno di essere protetto ma anche di distanziarsi per diventare adulto.

Adolescenti e Identità

Nel libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, importanza viene data anche alla domanda: ma come fanno gli adolescenti a costruirsi la loro identità? Lo strutturarsi di una propria identità non passa solo dal distanziarsi dai genitori ma passa anche attraverso la scelta del look (capelli, abbigliamento, piercing) e l’appartenenza al gruppo dei pari. Per distanziarsi l’adolescente, infatti, si avvicina a chi -come lui- vive gli stessi turbamenti. Gli amici diventano una seconda famiglia. Se un giovane non avesse i suoi amici intorno a lui, mentre si sta “staccando” dai suoi genitori, proverebbe un sentimento di totale solitudine. Inoltre, il gruppo ha una seconda funzione ciò quella dell’identificazione. Nel suo gruppo l’adolescente può identificarsi con gli amici, avere dei punti di riferimento comuni (musica, vestiti, ecc…), può immaginare come sarà domani. L’adolescente crea per sé uno spazio che lo guiderà nel diventare un adulto. In tal senso si osserva come i ragazzi attribuiscano una profonda importanza alla scelta del look poiché esso diventa un modo di esprimere la propria identità.

Dunque, l’autrice del libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, suggerisce come quando capita di discutere coi figli sul loro abbigliamento sia importante ricordare che non è una questione superficiale, ma che attraverso l’abbigliamento l’adolescente sperimenta chi vuole essere veramente. Se la critica sull’abbigliamento risulta un giudizio definitivo “vestito così sembri un drogato” lui/lei risponderanno come se fosse stata offesa la loro persona, tuttavia un parere “a me non piace molto questo abbigliamento” sarà comunque da prediligere perché fa parte del confronto che gli adolescenti devono avere coi propri genitori. L’adolescente è uno che sperimenta, cerca la propria libertà, sceglie di fare diversamente ed è parte integrante del processo di separazione/individuazione. L’influenza del gruppo spesso spaventa i genitori poiché capita che un adolescente alla ricerca di sé si faccia trascinare in una direzione non sua. E’ qui che i genitori devono essere bravi a far notare che c’è qualcosa che non va ed è importante esprimere il proprio punto di vista, come ad esempio: “so che è una festa e tutti berranno alcolici, ma vorrei che tu non bevessi”. Questo ha una funzione protettiva, anche se non è detto che l’adolescente rispetti la richiesta e, in tal senso, un genitore deve imparare a tollerare una buona dose di incertezza, anche se sembra intollerabile.

D’altro canto non tutti gli adolescenti entrano subito a far parte di un gruppo e vivono un periodo di solitudine e anche questa dimensione può far preoccupare i genitori. L’autrice ci suggerisce che la solitudine di per sé non è un problema, ma se questa nasce dalla paura di non esser accettati, da una delusione, allora è meglio dare un aiuto, sia questo dei genitori o di un professionista.

Nel libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, si ricorda che l’appartenenza al gruppo dei pari passa anche attraverso lo sport che, insieme alle altre passioni come la musica, i videogiochi ed internet, rappresenta certamente una delle passioni più sane. Lo sport, sia esso singolare o di squadra, porta i giovani ad entrare in relazione. Attraverso le esperienze motorie e corporee che procura, lo sport permette all’adolescente non solo di provare sensazioni di piacere – piacere di sentire il proprio corpo funzionare, di realizzare bei gesti o performance – ma anche di confrontarsi con dei limiti – le regole del gioco – o di superarli quando siano limiti fisici o psicologici. In questo modo lo sport rinforza la stima di sé. Grazie allo sport l’adolescente è attivo sul proprio corpo, invece di sentirsi passivo a causa dei cambiamenti che subisce con la pubertà.

Gli adolescenti e Internet: alcuni accorgimenti

Uno spazio importante, nell libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli, è riservato ad internet che costituisce parte integrante del mondo degli adolescenti. I giovani di oggi crescono nell’era digitale ed il rischio è che si crei una dipendenza da internet. L’autrice suggerisce di utilizzare qualche accorgimento per gestire il rapporto tra gli adolescenti e la navigazione in rete come ad es. quello di posizionare il computer in una zona di passaggio (sala) per monitorare l’uso che ne viene fatto. Per quanto riguarda tablet e cellulari, che possono essere portati sempre con sé, è necessario stabilire delle regole in fatto di “connessione”. Questi oggetti poiché permettono ai ragazzi sia di mantenersi in contatto con gli amici che di accedere al materiale scolastico, non possono essere vietati in assoluto. Tuttavia il loro utilizzo non deve impattare negativamente nella vita familiare, sociale, sportiva, ecc. “Che nostra figlia passi due ore su facebook o che nostro figlio giochi due ore a videogiochi di ruolo (gli RPG, role playing game) non è di per sé allarmante”. Invece, secondo Rose Moro può essere preoccupante se diventa il loro unico investimento nella vita.

Adolescenti e il rischio di assumere droghe e alcool

Ma internet non è l’unico elemento a rischio di dipendenza, si sottolinea in Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli. L’attrazione per droghe e alcool è motivo di coerenti preoccupazioni da parte dei genitori. Cosa suggerisce di fare l’autrice? La ferma posizione sul NO, deve lasciar spazio al confronto -prendendo ad es. una notizia del TG- sul tema delle droghe per permettere agli adolescenti di cogliere un’apertura affinché si possano sentire liberi di chiamare i propri genitori per chiedere aiuto qualora si trovassero in difficoltà a seguito dell’uso di cannabis o alcool. D’altronde fare prevenzione coi giovani risulta scarsamente efficace, loro conoscono bene i rischi che si corrono. Non si proiettano affatto in un futuro lontano di malattia, di morte o di pelle rovinata per gli effetti della sigaretta. Sono nell’immediatezza e nella sperimentazione. Se un genitore scopre che il proprio figlio fa uso di cannabis (ad es.) deve assolutamente parlarne con lui e se è solo all’inizio del suo utilizzo, è possibile cercare insieme cosa lo abbia portato fino a lì e come fare perché possa uscirne. Come convincere un adolescente a farsi aiutare? È sicuramente l’aspetto più difficile e l’autrice del libro Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli sostiene che bisogna affermare subito, senza esitazioni: “La soluzione che hai trovato non è buona, ma ci mostra che c’è una difficoltà” e proporre quindi sia di risolverla insieme che di consultare uno specialista.

In conclusione, Rose Moro vuole dare un messaggio molto chiaro: Genitori, donate limiti e fiducia!

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Moro, M. Rose. (2016). Gli adolescenti si raccontano: genitori in ascolto dei propri figli. Franco Angeli Editore
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