Una nuova ricerca che ha utilizzato tecniche di neuroimmagine dimostra che le persone con disturbo bipolare presentano differenze nelle regioni del cervello che controllano l’inibizione e l’emozione.
Il disturbo bipolare, o sindrome maniaco depressiva, è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, con alternarsi di episodi maniacali e depressivi. Una nuova ricerca che ha utilizzato tecniche di neuroimmagine dimostra che le persone con questa patologia presentano differenze nelle regioni del cervello che controllano l’inibizione e l’emozione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il disturbo bipolare colpisce circa 60 milioni di persone nel mondo. È un disturbo psichiatrico debilitante con gravi implicazioni per coloro che ne sono colpiti e le loro famiglie. Rivelando una chiara e consistente alterazione di alcune regioni frontali e temporali del cervello, i risultati pubblicati offrono una visione dei meccanismi sottostanti al disturbo bipolare.
Ole A. Andteassen, autore principale dello studio ha dichiarato:
Lo studio riportato è stato parte di un consorzio internazionale e si estende su 76 centri, includendo 26 diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo.Abbiamo creato la prima mappa cerebrale del disturbo bipolare, risolvendo anni di incertezza su come sia diverso il funzionamento cerebrale delle persone affette da questo disturbo.
I ricercatori hanno effettuato la risonanza magnetica (MRI) su 6503 soggetti, dei quali 2447 adulti affetti da disturbo bipolare e 4056 soggetti sani.
Sono stati analizzati e presi in considerazione anche gli effetti dei farmaci comunemente usati per trattare il disturbo bipolare, l’età dell’insorgenza di malattie, la storia della psicosi, lo stato dell’umore, le differenze di età e di sesso.
I risultati hanno mostrato la riduzione della materia grigia nel cervello dei pazienti con disturbo bipolare rispetto ai controlli sani. Le maggiori differenze si sono riscontrate nelle parti del cervello che controllano l’inibizione e la motivazione, ovvero alcune regioni frontali e temporali.
I risultati hanno anche mostrato diverse alterazioni del cervello in pazienti che hanno preso litio, anti-psicotici e trattamenti antiepilettici. Dai dati è emerso che il trattamento con il litio è associato a un minor assottigliamento della materia grigia nelle aree frontali e temporali, che suggerisce un effetto protettivo sul cervello.