In alcuni casi, però, la tendenza alla protezione può diventare eccessiva e generare conseguenze negative sulla crescita dei figli: in questi casi si parla di genitori iperprotettivi.
Proteggere i propri figli dai pericoli rappresenta sicuramente uno degli obiettivi principali dei genitori. Molti di questi desiderano mettere al sicuro il proprio figlio dai fallimenti, dalle delusioni e dal dolore fisico.
In alcuni casi, però, la tendenza alla protezione può diventare eccessiva e generare conseguenze negative sulla crescita dei figli. In questi casi, si parla di genitori iperprotettivi.
I figli di genitori iperprotettivi sperimentano poco, risultano essere dipendenti dai genitori, non sono generalmente bambini responsabili, hanno minori capacità di regolazione emotiva e problem solving. Essi, inoltre, sono maggiormente esposti a sviluppare problematiche legate all’ansia e alla bassa autostima. A tal proposito, Morrison sostiene che se i genitori sono costantemente impegnati a rendere “perfetta” la vita dei figli, questi ultimi possono iniziare a pensare che questo comportamento protettivo dei genitori rappresenti la norma, e possono sviluppare delle aspettative irrealistiche sul fatto che saranno trattati così per sempre.
Come riconoscere i genitori iperprotettivi
Ecco alcune caratteristiche per riconoscere i genitori iperprotettivi:
- Inibiscono l’esplorazione dell’ambiente circostante da parte del proprio bambino, per paura che possa accadergli qualcosa di negativo. Ad esempio, i genitori iperprotettivi non lasciano che i loro figli esplorino un parco giochi per il timore che possano farsi male.
- Tendono a svolgere attività che i loro figli sono in grado di svolgere autonomamente in assenza dei genitori. Ad esempio, tagliare la frutta, allacciare le scarpe, preparare lo zaino per andare a scuola ecc..
- Pongono al proprio figlio molte domande allo scopo di sapere tutto di lui.
- Sono eccessivamente coinvolti nel contesto scolastico e sportivo frequentati dal figlio. In particolare, i genitori iperprotettivi si preoccupano che il proprio figlio sia seguito dai migliori insegnanti/allenatori.
- Aiutano il figlio a uscire da situazioni difficili e scomode. Ad esempio, se il bambino mostra difficoltà a parlare con degli sconosciuti, i genitori iperprotettivi potrebbero presentarlo e parlare per suo conto. Secondo Feiden, questa situazione potrebbe rinforzare il comportamento del bambino relativo a non parlare con persone sconosciute. Quest’ultimo, a causa della continua intromissione dei genitori, potrebbe infatti non sentirsi in grado di gestire la situazione.
Alcuni suggerimenti per un genitore iperprotettivo:
- Favorire un senso di autonomia e indipendenza: è fondamentale che i genitori permettano al bambino di fare esperienze in maniera indipendente, sostenendo e lodando i suoi tentativi. Questo permetterà al bambino di sviluppare un maggiore senso di autoefficacia percepita e una maggiore capacità di regolazione delle emozioni. E’ importante che il genitore, di fronte ai fallimenti del figlio, mantenga un senso di calma e fiducia nelle sue capacità di fronteggiare autonomamente la situazione.
- Fungere da modello: è importante mostrare ai figli che anche i genitori possono avere delle difficoltà e delle paure, ma anche che sono in grado di affrontarle. “A volte mi sento preoccupata quando devo incontrare nuove persone. Ma ho intenzione di essere coraggiosa e fare respiri profondi per mantenere la calma, e dire ‘ciao’ a questa persona“, è un esempio riportato da Feiden.
- Favorire lo sviluppo di abilità: Morrison sostiene che, quando i figli ricevono una valutazione negativa a scuola, i genitori iperprotettivi spesso desiderano parlare direttamente con l’insegnante. Sarebbe molto più produttivo che i genitori insegnassero al proprio figlio strategie utili per comunicare col docente. Al contrario, se il genitore interviene sempre, il bambino non imparerà ad affrontare e gestire ulteriori situazioni problematiche.
E’ naturale che i genitori tendano a proteggere i propri figli dalle avversità. Questi dovrebbero tenere a mente che fallimento, rifiuto, esperienze negative, difficoltà fanno parte della vita e che non possono essere eliminate. A tal proposito, proteggere i propri figli da esperienze avverse, non consente a questi ultimi di sviluppare le abilità di cui hanno bisogno per affrontare tali situazioni in futuro.