Alice Mado Proverbio e Valeria De Gabriele, della Bicocca di Milano, hanno pubblicato su Neuropsychologia un esperimento che offre una risposta: vince il “baby schema”. Diciassette studenti caucasici erano automaticamente attratti dalle facce dei bambini, di età tra sei mesi e tre anni, non importa a quale etnia appartenessero.
Un articolo di Giancarlo Dimaggio pubblicato su Il Corriere della Sera del 29 aprile 2017
Riconosciamo più velocemente le facce della nostra etnia. Per quanto si teorizzi, la tendenza alla discriminazione razziale è connaturata negli umani, e si attiva rapidamente. Negarla non aiuta a superarla. Un altro dato confligge con questo: riconosciamo i neonati come creature tenere, di cui prenderci cura. Gli psicologi lo chiamano “baby schema” e fonda il comportamento innato, e evoluzionisticamente indispensabile, di accudimento. A quel punto i ricercatori si sono chiesti: se presentiamo ai soggetti di un esperimento le facce di neonati di altre etnie, quale meccanismo vince? Caratterizzano quei volti come: “stranieri” o “bambini teneri di cui prendersi cura?”.
Alice Mado Proverbio e Valeria De Gabriele, della Bicocca di Milano, hanno pubblicato su Neuropsychologia un esperimento che offre una risposta: vince il “baby schema”. Diciassette studenti caucasici erano automaticamente attratti dalle facce dei bambini, di età tra sei mesi e tre anni, non importa a quale etnia appartenessero.
La ricerca effettuata è preliminare, diciassette studenti caucasici non sono sufficienti per generalizzare i risultati, ma il dato è di rilievo. Da un lato ricorda che percepire volti di etnie diversa dalla nostra comporta attivazione automatica di pregiudizio. Dall’altro suggerisce che se mettiamo in contatto adulti con bambini di un’altra etnia, di meno di tre anni, non c’è confine che tenga, la tendenza è a volergli bene. Dopo i tre anni non sappiamo, mentre dopo i sette va sparendo la tendenza a considerare una faccia come ‘da bambino’. Chi si occupa di adozione internazionale può trarre vantaggio da questo studio: sbrigatevi quando c’è da affidare un bimbo. La velocità della pratica può favorire un legame più solido in cui l’affetto prevale sulla differenza.