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Esposizione a videogiochi violenti e aggressività: un legame smentito

Un recente studio ha dimostrato come non emergano differenze in termini di aggressività ed empatia tra chi gioca ai videogiochi violenti e chi no.

Di Marianna Bottiglieri

Pubblicato il 20 Mar. 2017

Aggiornato il 11 Gen. 2018 11:29

In uno studio recente, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Psychology”, il Dr. Gregor Szycik, della “Hannover Medical School”, e colleghi, hanno investigato gli effetti a lungo termine della pratica di videogiochi violenti.

 

Il collegamento tra l’esposizione a videogiochi violenti e l’aggressività: gli studi

Il collegamento tra l’esposizione alla violenza tramite film o videogiochi violenti e l’aumento di aggressività e violenza nella vita reale, è stato a lungo discusso e analizzato, fin da quando questa tipologia di mezzi d’intrattenimento ha iniziato ad esistere. Benché molti dei collegamenti ipotizzati siano derivati da forme di “isteria” dell’opinione pubblica, questa questione ha realmente riguardato numerosi studi scientifici. Studi precedenti hanno dimostrato che i soggetti che giocano frequentemente a videogiochi violenti, potrebbero essere “desensibilizzati” riguardo a stimoli emozionali come la violenza, e dimostrerebbero una minore empatia e un’aggressività più marcata.

Tuttavia, la maggioranza di questi studi ha indagato solo gli effetti a breve termine della pratica di videogiochi violenti; in essi i soggetti giocavano subito prima o durante l’esperimento. Vi sono effettivamente pochi studi che si sono concentrati, invece, sugli effetti a lungo termine.
In uno studio recente, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Psychology”, il Dr. Gregor Szycik, della “Hannover Medical School”, e colleghi, hanno investigato gli effetti a lungo termine della pratica di videogiochi violenti.
[blockquote style=”1″]La domanda di ricerca è partita dal fatto che la popolarità e la qualità di questi videogiochi stanno aumentando e, in secondo luogo, ci stiamo confrontando ogni giorno con un numero sempre maggiore di pazienti che utilizzano i videogiochi in maniera problematica e compulsiva [/blockquote]sostiene Szycik.

Nel suo studio, i soggetti erano tutti uomini, poiché la maggior parte delle persone che giocano a videogames violenti e mettono in atto comportamenti aggressivi, sono uomini. Tutti i giocatori dovevano aver giocato ad un videogioco di sparatutto in prima persona, come “Call of Duty” o “Counterstrike”, per almeno due ore al giorno nei quattro anni precedenti allo studio, anche se la media effettiva dei partecipanti era di quattro ore al giorno. I giocatori erano confrontati con un gruppo di controllo che non aveva esperienza con videogiochi violenti e che, in generale, non giocava regolarmente ai videogiochi.

Per evitare gli effetti a breve termine della pratica di gioco, i giocatori dovevano astenersi dal gioco per un minimo di tre ore prima dell’inizio dell’esperimento, anche se la maggior parte di essi non ha giocato per un tempo maggiore.
Per valutare l’empatia e l’aggressività dei soggetti, i partecipanti hanno risposto a questionari psicologici. Dopodiché, mentre erano sottoposti ad una risonanza magnetica, era mostrata loro una serie di immagini per provocare delle risposte emozionali ed empatiche. Quando apparivano le immagini, era loro chiesto come si sarebbero potuti sentire nelle situazioni raffigurate.
Utilizzando le scansioni ottenute tramite l’fMRI, i ricercatori hanno misurato l’attivazione di regioni cerebrali specifiche, per confrontare le risposte di giocatori e non giocatori.

 

Risultati: non emergono differenze in termini di aggressività ed empatia tra chi gioca ai videogiochi e chi no

I questionari non hanno rilevato differenze nelle misure di aggressività ed empatia tra giocatori e non giocatori. Questo risultato è stato confermato dai dati prodotti dall’fMRI, che hanno dimostrato che entrambi i gruppi, giocatori e non giocatori, avrebbero risposte neurali simili alle immagini elicitanti emozioni. Questi risultati hanno sorpreso i ricercatori, poiché sono risultati essere contrari alla loro ipotesi di partenza, e suggeriscono che gli effetti negativi dei videogiochi violenti sulla percezione o sul comportamento potrebbero essere di breve durata.

I ricercatori suggeriscono che potrebbero essere necessarie altre ricerche.
[blockquote style=”1″]Speriamo che lo studio incoraggi altri ricercatori a focalizzare la propria attenzione sui possibili effetti a lungo termine dei videogiochi sul comportamento umano[/blockquote] sostiene Szycik.

[blockquote style=”1″]Questo studio ha utilizzato immagini elicitanti emozioni. Il passo successivo potrebbe essere quello di analizzare dati raccolti con stimolazioni più valide, come l’utilizzo di video per provocare risposte emozionali.[/blockquote]

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