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L’ideazione suicida e il rischio di suicidio nel Morbo di Parkinson

Secondo vari studi, la frequenza di ideazione suicida nei pazienti con Morbo di Parkinson sembra essere superiore a quella emersa nella popolazione anziana

Di Maria Pia Totaro

Pubblicato il 06 Mar. 2017

Aggiornato il 27 Set. 2019 14:50

E’ stato riscontrato come comportamenti suicidari possano essere più comuni in alcune malattie neurologiche, tuttavia sono pochi gli studi che hanno esaminato l’ ideazione suicida e il rischio di suicidio nel morbo di Parkinson.

Maria Pia Totaro – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi

 

Il suicidio è una delle principali cause di morte in tutto il mondo. Secondo il National Comorbidity Survey, l’incidenza stimata nell’arco di vita relativamente a ideazione suicida e tentativi di suicidio nella popolazione generale è rispettivamente del 13,5% e del 4,6%.

 

Ideazione suicida, tentato suicidio e suicidio completato

Comportamenti e pensieri suicidi possono essere classificati come ideazione suicida, tentativi di suicidio, e suicidio completato, i primi due sono tra i fattori di rischio più importanti per un suicidio completato.

L’ ideazione suicida è definita come pensieri relativi al porre fine intenzionalmente alla propria vita, senza l’agire. Il tentato suicidio è l’autolesione con il desiderio di porre fine alla propria vita, che non dia luogo alla morte. I fattori di rischio modificabili per il comportamento suicida comprendono: disturbi dell’umore (ad esempio, la depressione maggiore), abuso di sostanze o alcolismo, patologie croniche comuni (ad esempio, il dolore, insufficienza cardiaca, e bronco pneumopatia cronica ostruttiva), e la mancanza di legami sociali, mentre i fattori di rischio immutabili comprendono il sesso maschile e l’aumentare dell’età.

 

Rischio di suicidio nel Morbo di Parkinson

La prevalenza dell’ ideazione suicida negli anziani varia ampiamente, da meno dell’1% al 17%. In uno studio  che ha coinvolto persone anziane senza disturbi mentali diagnosticati, il 4% ha ritenuto che la vita non è degna di essere vissuta, il 28% ha desideri di morte, il 9% ha pensato  di impadronirsi della propria vita, e il 2% ha seriamente pensato al suicidio entro 1 mese dall’ intervista.

E’ stato riscontrato come comportamenti suicida possano essere più comuni in alcune malattie neurologiche, come il morbo di Huntington,  la sclerosi multipla, e lesioni traumatiche del midollo spinale, tuttavia sono pochi gli studi che hanno esaminato il rischio di  suicidio nel morbo di Parkinson. Il Morbo di Parkinson è un disturbo neuropsichiatrico e neurodegenerativo progressivo. Esso è stato conosciuto principalmente come un disturbo motorio, con tremore, bradicinesia, rigidità e instabilità posturale nelle sue caratteristiche dominanti. Inoltre è stata evidenziata la presenza di sintomi psichiatrici non motori  che spesso insorgono durante il cronicizzarsi della malattia.

La presente rassegna si è proposta di investigare il comportamento suicida nei soggetti affetti da Morbo di Parkinson. In particolare Kummer e colleghi (2009) hanno indagato circa la frequenza dell’ ideazione suicida e  i tentativi di suicidio in pazienti con Morbo di Parkinson, non colpiti da demenza e senza disturbi del controllo degli impulsi o in fase di stimolazione subtalamica.

Il campione è stato costituito da 90 pazienti ambulatoriali con malattia di Parkinson clinicamente definita, reclutati  dal Movement Disorders Clinic del Federal University di Minas Gerais, Belo Horizonte, Brasile.

Dai risultati è stato riscontrato che il 14,4% dei pazienti con Morbo di Parkinson ha avuto un’ ideazione suicida nell’ultimo mese. La frequenza di ideazione suicida nel campione sembra essere superiore a quella emersa in generale o nella popolazione anziana. Un aspetto degno di nota emerso dallo studio è stato che nessun paziente ha mai tentato il suicidio.

Esso ha anche  suggerito che il comportamento suicida potrebbe essere maggiore nei pazienti con malattia di Parkinson più giovani e nei pazienti con esordio più precoce della malattia. Di conseguenza, nel presente studio, il rischio di suicidio nel morbo di Parkinson è risultato essere associato ad un età inferiore e alla minore età di insorgenza della malattia.

Tali evidenze hanno fornito un ulteriore sostegno a precedenti analisi. Lo studio di Nazem e colleghi (2008) ha analizzato il rischio di suicidio in un campione di 116 pazienti con Morbo di Parkinson e intatto funzionamento cognitivo globale. I risultati hanno riscontrato  l’insorgenza di un attiva ideazione suicida o di morte in quasi un terzo dei pazienti parkinsoniani (30% del campione) e di una rara presenza di tentativi di suicidio (4,3% del campione).

 

Ideazione suicida e Morbo di Parkinson: variabili psichiche e neurologiche associate

Kummer e colleghi (2009) hanno inoltre  proposto di valutare quale delle possibili variabili (neurologiche e psichiatriche) associate con l’ ideazione suicida potrebbero meglio prevederla. La depressione maggiore è stata il principale fattore predittivo di ideazione suicida. Tuttavia, nonostante l’alta prevalenza di disturbi depressivi e ideazione suicida nel Morbo di Parkinson, il comportamento suicida non è comune. Una spiegazione di questo ha proposto che la depressione nella malattia di Parkinson potrebbe essere generalmente meno severa. Tuttavia, i disturbi depressivi nella malattia di Parkinson non sembrano essere di solito lievi e l’ ideazione suicida è associata alla gravità dei sintomi depressivi.

Un tale riscontro sembra supportare studi precedenti, come Nuzem e colleghi (2008) e la loro evidenza di come complicanze non motorie, in particolare i sintomi depressivi, sono risultati strettamente legati alla presenza di ideazione suicida o di morte. Tale analisi ha inoltre riscontrato come altre complicazioni psichiatriche quali una storia di comportamenti da disturbo del controllo degli impulsi durante il Morbo di Parkinson e un’ attuale psicosi, sembrano svolgere un ruolo nella comparsa di ideazione suicida o di morte.

In termini di variabili demografiche e correlati del morbo di Parkinson questo studio non ha riscontrato  associazioni ad un’ ideazione suicida o di morte, supportando l’ipotesi  che i sintomi e disturbi psichiatrici  siano i maggiori contribuenti all’ ideazione suicida e di morte nella popolazione parkinsoniana.

Anche se il tentato suicidio e il suicido completato si sono dimostrati  essere relativamente poco comuni nei pazienti parkinsoniani, l’insorgenza di un suicidio attivo o di ideazione di morte in tale popolazione è degno di nota e clinicamente significativo. Pertanto, i pazienti con la malattia di Parkinson e presenza di ideazione suicida dovrebbero essere ulteriormente valutati  per quanto riguarda la depressione e  altri disturbi psichiatrici, e quindi poi trattati prontamente qualora siano riscontrati alcuni sintomi.

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