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Terapia del Lutto – cura delle perdite significative (2015) di E. Giusti e A. Milone – Recensione

'Terapia del Lutto – cura delle perdite significative' rappresenta una riflessione generale sul processo di lutto e sull'intervento clinico da effettuarsi

Di Guest

Pubblicato il 17 Gen. 2017

Terapia del Lutto – cura delle perdite significative rappresenta una riflessione generale sul processo di lutto. Sebbene in modo non particolarmente approfondito, dà una prima impressione sui vari processi che regolano l’evento luttuoso e qualche informazione pratica sull’intervento clinico da effettuarsi.

Claudia Zitelli e Helga Khulbacher – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca Bolzano

 

Già da subito, Terapia del Lutto – cura delle perdite significative appare nel complesso scorrevole, adatto anche a chi non ha alcuna formazione psicologica-psicoterapica, i capitoli appaiono ben definiti fra loro, il linguaggio usato è chiaro e non proibitivo anche per chi è alla prime armi con un testo di psicoterapia.

 

Terapia del Lutto – cura delle perdite significative: struttura del libro

Il libro è strutturato fondamentalmente in due parti: i primi capitoli descrivono il lutto sulla base dei diversi approcci psicologici – psicoterapici, sono inoltre riportati elementi di neuropsicologia.

La seconda parte del libero è invece più pratica, dedicata ai diversi interventi nelle varie fasce di età.

Già dalle prime pagine viene proposto l’evento luttuoso dal punto di vista psicodinamico – psicoanalitico (in particolare secondo la visione Freudiana) secondo il quale il lutto viene vissuto come un processo di disinvestimento, nel quale la persona scomparsa viene gradualmente sostituita da una sua immagine mentale che la persona può incorporare nel proprio mondo interno.

Si passa così dall’identificarsi con la persona amata e perduta con un suo simulacro. In tal senso la depressione si distingue dal lutto proprio per la realtà oggettiva della perdita: nel primo caso la perdita sarebbe sopratutto immaginaria e inconscia, sebbene la sintomatologia presenti dei punti in comune.

In Terapia del Lutto – cura delle perdite significative un breve cenno viene fatto anche sulla teoria di M.Klein, secondo la quale la perdita della persona amata può coincidere con la perdita dei propri “buoni interni”,  generando un processo di odio verso la persona scomparsa.

Un modello che viene citato è inoltre quello cognitivo – comportamentale, secondo il quale il lutto è un evento che potrebbe potenzialmente complicarsi in una sintomatologia depressiva, ansiosa o in altro modo (lutto complicato), si rende pertanto necessaria non solo una ristrutturazione cognitiva (intervento attuato fino agli anni 80), ma una psicoterapia specifica con tecniche cognitive – comportamentali per il  trattamento dei sintomi post traumatici (Traumatic Grief Reattment).

Di altra visione è l’approccio umanistico – esistenziale, il quale basa il trattamento su un percorso personale, in cui l’individuo che ha subito il lutto viene condotto a mettere in atto le proprie capacità innate per superare l’evento.

Anche il modello sistemico relazionale viene brevemente descritto, mettendo il luce i diversi eventi familiari scatenati da un lutto, quali la designazione di un capro espiatorio, o agiti aggressivi/conflittuali fra i membri. In tal senso la terapia familiare può costituire una valida alternativa per migliorare e supportare le dinamiche familiari.

Nel paragrafo successivo viene citato Lowen (modello Bio funzionale corporeo) secondo il quale l’obiettivo di una terapia del lutto è quello di far esprimere alla persona il proprio vissuto e le proprie emozioni, lavorando sul linguaggio corporeo.

Viene infine citato il modello pluralistico integrato, basato in realtà sull’integrazione di diversi approcci teorici, in modo da determinare cambiamenti favorevoli a livello comportamentale, cognitivo e affettivo. Tale modello è applicabile anche in soggetti con sintomatologia ansiosa post – lutto.

In un capitolo successivo di Terapia del Lutto – cura delle perdite significative vengono proposto elementi di neuropsicologia, secondo il quale la DACC (corteccia cingolata anteriore dorsale) è coinvolta nei processi di dolore sociale e fisico, sia per quanto riguarda la parte sensoriale che quella affettiva.

Da non sottovalutare è anche il modello bio psico sociale: comprendere la sintomatologia dolorosa di una persona significa in primo luogo valutare non solo le condizioni psicologiche della stessa, ma anche il contesto sociale ed eventuali cambiamenti biologici, tenendo conto che pensiero, umore ed esperienza sono strettamente connessi e influenzabili tra loro. Da non dimenticare è che il lutto può prendere diverse forme, da reazione semplice (normalmente risolvibile nell’arco di qualche mese) a reazione complicata  (in cui viene compromesso il funzionamento dell’individuo), comunque diversa da un episodio depressivo, differenza espressa chiaramente nel DSM IV TR.

 

Terapia del Lutto – cura delle perdite significative: trattare il lutto nelle diverse fasce d’età

La seconda parte del libro Terapia del Lutto – cura delle perdite significative, da noi ritenuta più  interessante per un uso clinico, riguarda i trattamenti sui diversi tipi di lutto, suddivisi per fasce di età.

Di particolare importanza è il capitolo riguardante il lutto in età evolutiva, con focalizzazione sulla perdita di un genitore. Vi sono delle istruzioni generali su come affrontare l’argomento col bambino e sull’interpretazione delle conseguenze del lutto sulla relazione tra bambino e genitore in vita, tenendo sempre da conto che la reazione al lutto in età infantile ha caratteristiche talvolta completamente differenti rispetto all’età adulta.

Viene anche citato l’intervento attuabile in età adolescenziale, con riferimenti pratici all’ IGTC (terapia integrata del lutto per bambini), divisi in sette principi da analizzare nel processo di cura. Risultano particolarmente utili alcune risorse terapeutiche citate, che possono sin da subito essere utilizzate nella pratica clinica. Si passa poi alla terapia in soggetti adulti, focalizzandosi in particolare sulla perdita del partner, di un figlio o di una figura di attaccamento significativa.

È interessante, anche se brevemente descritto, il trattamento delle perdite in un anziano, che a nostro avviso meriterebbe un maggiore approfondimento. Le pagine finali sono dedicate ai lutti particolarmente traumatici: il suicidio, l’omicidio, l’aborto, che si distinguono da altri tipi di lutto per le diverse implicazioni sui familiari (reazioni di rabbia, aggressività, risentimento), che meritano un trattamento specializzato.

Per concludere, riteniamo questo libro un utile punto di vista sui vari processi che regolano il lutto sebbene molti punti importanti siano solo accennati e meriterebbero un approfondimento. Difatti, tale libro, che per una persona senza formazione psicologica può sembrare esaustivo, per uno specialista nel settore rappresenta un punto di partenza per capire e avere una formazione generale.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Giusti, E., Milone, A. (2015). Terapia del Lutto – cura delle perdite significative. Sovera Edizioni
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