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Lo faccio adesso! Il fenomeno della precrastinazione è peggio della procrastinazione?

A differenza della procrastinazione, la precrastinazione consiste nel completare le attività il prima possibile anche se questo richiede uno sforzo maggiore

Di Silvia Soderini

Pubblicato il 17 Gen. 2017

Aggiornato il 30 Set. 2019 15:34

Si definisce precrastinazione la tendenza a completare un’attività il prima possibile, anche a costo di uno sforzo fisico supplementare.
La tendenza a “precrastinare” è stata rilevata da un team di studiosi della Pennsylvania State University, grazie a una ricerca coordinata dal dottor David Rosenbaum, docente di psicologia presso l’ateneo americano.

Silvia Soderini, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

 

La procrastinazione: i fattori che inducono a procrastinare

Quante volte avete rimandato una decisione, un’azione che potevate fare oggi? Questo comportamento assume il nome di procrastinazione e consiste nel rimandare nel tempo quello che sarebbe auspicabile portare a termine oggi.

In realtà ci sono molte ragioni che portano a procrastinare, una di queste è che la maggior parte delle persone preferisce rimandare un compito sgradevole, difficile, o noioso, alleviando l’ansia che porta con sé prendere una decisione nel presente. A volte la procrastinazione può essere collegata ad un multitasking che non ha funzionato correttamente: nelle situazioni di tutti i giorni spesso ci ritroviamo, senza accorgercene, a fare più cose contemporaneamente, gestendo una grande quantità di richieste e stimoli provenienti dal mondo esterno ma, cosi facendo, i troppi impegni potrebbero portare a non riuscire a rispettare tutte le scadenze concordate.

La maggior parte delle volte, quando si tende a procrastinare per una di queste ovvie ragioni, si è consapevoli di ciò che c’è dietro al ritardo. Tuttavia, le persone tendono a procrastinare anche in situazioni in cui ci sono ragioni poco evidenti.
Più nello specifico, le motivazioni profonde che portano allo sviluppo di un atteggiamento di procrastinazione, possono essere:
– a paura di fallire e di sbagliare (e di doverne affrontare le conseguenze), la paura di scegliere e di decidere (non prendendo in considerazione che anche “rimandare” è una scelta)
– l’intolleranza allo stress, all’ansia e alla frustrazione (di non saperli gestire o non sapere aspettare)
– il perfezionismo (non essere mai abbastanza pronti e sicuri per gli standard elevati che ci si pone).

Un’altra ragione che ci porta a procrastinare è la compiacenza; a volte tendiamo a dire troppi “si” e ad essere in ritardo nel rispettare tutte le scadenze e le promesse fatte!

Gli psicologi dell’università di Liverpool, Minna Lione e Holly Rice, hanno suggerito che le persone che hanno un punteggio alto alla procrastinazione “evitante” (cioè coloro che evitano di iniziare un compito) con annessa diagnosi di disturbo mentale, posticipano le cose da fare per evitare di ricevere un feedback negativo riguardo le loro prestazioni.

Nonostante le conseguenze negative, la procrastinazione ha certamente un “vantaggio secondario” (difende da emozioni spiacevoli, implica rimandare una decisione nell’immediato consegnando un benessere illusorio) che cristallizza il comportamento e rende difficile cambiare.

La precrastinazione: che cos’è

In ambito psicologico sono stati condotti diversi studi su come le persone utilizzano il loro tempo e a tal riguardo è stato introdotto un neologismo contrapposto alla procrastinazione: la “precrastinazione”.

Si definisce precrastinazione la tendenza a completare un’attività il prima possibile, anche a costo di uno sforzo fisico supplementare.
La tendenza a “precrastinare” è stata rilevata da un team di studiosi della Pennsylvania State University, grazie a una ricerca coordinata dal dottor David Rosenbaum, docente di psicologia presso l’ateneo americano.

Gli autori dello studio (David Rosenbaum, Lanyun Gong, and Cory Adam Pott) si sono imbattuti in una scoperta fortuita mentre indagavano il modo in cui le persone tendevano a camminare e a raggiungere traguardi.
Essi hanno ideato una serie di esperimenti cui sottoporre un gruppo di studenti universitari, i quali erano invitati a fare la cosa che ritenevano più semplice tra due opzioni: spostare un secchio pesante per una breve distanza o un secchio leggero per una lunga distanza, fino ad arrivare ad un punto finale specificato.
I risultati ai vari test realizzati dai ricercatori sono stati sorprendenti poiché, sebbene tutti si aspettassero che i partecipanti preferissero portare il secchio più pesante per la distanza più breve possibile, la maggior parte ha scelto di prendere il secchio che era più vicino, ma più lontano dal punto finale.
I soggetti hanno dimostrato di preferire opzioni che, sebbene comportassero una maggior fatica fisica, diminuissero il tempo di esecuzione dei lavori da compiere, così da ridurre lo stress dovuto al prolungarsi dell’azione.
In altre parole, secondo Rosenbaum e il suo team, hanno “PRECRASTINATO”.

Come hanno spiegato i partecipanti, tutti hanno pensato che sarebbe stato più facile trasportare il secchio per una lunga distanza: quasi tutti gli studenti hanno ritenuto che, sollevando il secchio che era loro più vicino e a portata di mano, sarebbero stati maggiormente in grado di realizzare l’obiettivo di portare il secchio a destinazione.

Manipolando una variabile dell’esperimento, i partecipanti sono stati invitati a trasportare dei pesanti secchi colmi d’acqua da un posto all’altro, con la possibilità di portarne uno solo per volta oppure due. Ebbene, la maggior parte degli studenti preferiva trasportare il doppio secchio, scelta che comportava un notevole sforzo fisico, con il vantaggio di rendere il lavoro più rapido.
Quando agli studenti è stato chiesto come mai avessero optato per il compito più faticoso, questi ultimi risposero sistematicamente che il loro desiderio era quello di terminare il lavoro il prima possibile.
Una spiegazione, secondo Rosenbaum e i colleghi, potrebbe essere che le persone, quando effettuano una scelta, preferiscono effettuare uno sforzo fisico piuttosto che uno sforzo mentale.

Come commenta il dottor Rosenbaum [blockquote style=”1″]I risultati della nostra ricerca suggeriscono che il desiderio di alleviare lo sforzo di mantenere le informazioni nella memoria di lavoro può indurci a compiere eccessivi sforzi fisici oppure ad assumere maggiori rischi.[/blockquote]
Sollevando il secchio, i partecipanti non hanno dovuto più ricordare a lungo ciò che avrebbero dovuto fare perché il secchio era già nelle loro mani. La situazione è simile a ciò che accade solitamente quando al mattino ci si organizza per uscire di casa. Per essere sicuri di ricordare di prendere le chiavi, mentalmente è meno stressante portarle fin da subito in una o più stanze della casa, piuttosto che aspettare di chiudere la porta di casa e, una volta fuori, scoprire che le chiavi sono al suo interno! Una volta che sono in mano, si può essere sicuri di non dimenticarle.

Il rapporto tra precrastinazione e memoria di lavoro

Nel discutere lo studio, Pychyl ha analizzato anche l’ipotetico collegamento tra la memoria di lavoro e la precrastinazione. Lo studioso ritiene che le persone tendono a precrastinare durante l’esperimento del secchio perché non si preoccupano più di tanto su di esso. Se venisse dato loro un compito più importante, come ad esempio iniziare a pianificare i loro obiettivi di vita importanti, Pychyl suppone che i risultati sarebbero molto diversi.

Ci si è chiesti inoltre se ci siano altre spiegazioni che possano portare le persone a precrastinare.
Noi tutti conosciamo persone che tendono costantemente a pianificare il futuro: una settimana prima di partire per un viaggio iniziano le valigie, acquistano a luglio i regali per le festività invernali, pagano le bollette in anticipo e non sono in ritardo in nessuna occasione.
Joseph Ferraro e Timothy Pychyl, appartenenti rispettivamente alla DePaul University e alla Carleton University, hanno esaminato la relazione tra la procrastinazione accademica (la tendenza a lasciar lavorare più gli altri nei gruppi di lavoro) e la coscienziosità. I risultati hanno mostrato che le persone con elevata coscienziosità hanno meno probabilità di lasciare che gli altri si assumano anche i loro carichi e altresì di procrastinare. Queste sono le persone, ci si potrebbe aspettare, che tenderanno a PRECRASTINARE, dedicandosi alla pianificazione estesa del futuro in modo che possano essere certi di svolgere il loro lavoro in modo responsabile.

Le caratteristiche dei precrastinatori

I Precrastinatori sembrano avere le seguenti caratteristiche:
– Preferiscono fare qualcosa di spiacevole pur di farlo e di togliersela di mezzo;
– Pianificano in anticipo, anche eventi che accadranno in un futuro molto lontano;
– Cercano di ridurre il carico mentale agendo nel presente in modo da non dimenticare ciò che devono fare;
– Danno il loro contributo nei compiti in comune, piuttosto che lasciar fare a qualcun altro la propria parte;
– Sono onesti con gli altri;
– Si assumono le responsabilità per le proprie azioni;
– Evitano di agire impulsivamente.

Soffermandoci sugli aspetti positivi e negativi della precrastinazione, si pensa che oltre ai numerosi svantaggi emersi riguardo questa modalità di affrontare gli impegni, ci possa essere anche qualche vantaggio in termini di promozione della salute in generale.
Pianificare adeguatamente le azioni future permette di fare tutto ciò che è necessario, rispettando impegni e scadenze. Finché ci si può fermare e godere dei frutti del lavoro svolto, prima di affrontare il lavoro successivo, è possibile che i benefici della precrastinazione siano percepiti come superiori ai rischi.

Tuttavia, lo svantaggio di chi precrastina è che tende a godere meno degli avvenimenti che accadono nel presente.
Il pensiero incessante rivolto a ciò che è necessario fare nel futuro può rendere la persona meno in grado di vivere appieno gli avvenimenti del presente poiché la mente è costantemente spostata al futuro e non riesce a cogliere gli aspetti positivi del momento.
In sintesi, precrastinare significa fare cose prima di quanto sia realmente necessario, anche se ciò comporta un maggior dispendio di tempo ed energia, semplicemente per la sensazione di averle portate a termine e aver fatto il proprio dovere.
Il pericolo principale della precrastinazione però, a differenza della procrastinazione, è che non viene percepita come un pericolo, bensì come una forma di organizzazione funzionale che aiuta a gestire nel miglior modo tutti gli obiettivi da raggiungere.

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