L’estate sta finendo e un anno se ne va, e con lui anche lo stormo dei mitologici tormentoni estivi, che quest’anno, oltre all’ immancabile perla latin (Sofia di Alvaro Solar), comprende anche due brani italiani, che contengono diversi riferimenti alla nostra salute psico-fisica e per questo degni di essere analizzati.
Tormentoni estivi: Andiamo a comandare e il fenomeno ‘balli di gruppo’
Il primo, che possiamo definire tormentonissimo è senza dubbio ‘Andiamo a comandare’ di Fabio Rovazzi, al momento attuale quasi sessanta milioni di visualizzazioni su youtube e soprattutto il raggiungimento dell’ambito riconoscimento di ‘tormentone con ballo di gruppo’ (cercare video di ferragosto sulle spiagge del Salento per rendersi conto del fenomeno).
Sul fenomeno del ballo di gruppo i colleghi antropologi hanno già speso fiumi di inchiostro dimostrando come sia reperibile praticamente in tutte le civiltà e risponda a una serie di bisogni umani. Può assumere il significato di rito propiziatorio (prima di una battaglia), di momento di corteggiamento (contribuendo al successo riproduttivo della specie), di momento catartico per aumentare il senso di appartenenza a un gruppo, ma anche più banalmente può essere un’occasione per migliorare la forma fisica, con benefici dimostrati anche a livello cardiovascolare da un recente studio sul Sirtaki (Vordos et al., 2016).
Oltre all’aspetto pro-motorio, ‘Andiamo a comandare‘ di Rovazzi è stato molto apprezzato a livello di contenuti dai genitori degli adolescenti perché forse per la prima volta un rapper (ma in realtà Rovazzi è un videomaker che si improvvisa rapper) non si schiera con il coro di cantanti osannatori della marjuana o più in generale del THC (canta infatti il Rovazzi: “Non mi fumo canne, sono anche astemio”), che trovano nella sostanza magica la panacea di tutti i mali dell’umanità e che vedono nella sua legalizzazione la più importante battaglia civile del ventunesimo secolo.
Il messaggio autoironico del tormentone estivo di Rovazzi risulta certamente più originale di quello di molti colleghi, senza essere bacchettone o proibizionista e si accompagna a una certa leggerezza di cui in questo momento evidentemente percepiamo il bisogno. Per certi versi sembra percorrere in maniera molto efficace quel filone di esaltazione del nerd che ha preso molto piede tra i personaggi delle serie tv (The Big Bang Theory, Ugly Betty).
Il tormentone estivo di Zucchero…e un panino al salame
L’altro tormento (lapsus!) prevalentemente radiofonico e di dimensioni comunque più ridotte è ‘13 buone ragioni‘ di Zucchero, che arriva a stordirti con il suo hook (il riff o la frase che in una canzone vengono create per catturare l’attenzione dell’ascoltatore) che recita “e un panino al salame”, senza fare mistero di un mood, almeno gastronomico, decisamente emiliano. A differenza dell’altro tormentone estivo in questo caso Adelmo dichiara di preferire alla protagonista della canzone attività edonostiche quali bere birra e fumare canne.
Difficile non pensare che il panino al salame venga a soddisfare l’atavica fame chimica da cannabis, con buona pace dei vegani. Sarà per l’età o per la provenienza dalla provincia reggiana che conosco un poco, confesso che non ce lo vedo poi così tanto Zucchero con una canna in bocca, mentre riesco a associarlo maggiormente e liberamente con la birra (ma ancor di più il classicissimo bicchiere di lambrusco) e il salume (in tutte le sue varianti compresi ciccioli, ciccioli frolli, coppa di testa, etc.). Non so con quale livello di consapevolezza, ma con il suo panino al salame Zucchero pare schierarsi – e in maniera per nulla velata- contro i nuovi disturbi alimentari come l’ortoressia, l’ossessione psicologica per il mangiare sano, che può arrivare al fanatismo e al disadattamento sociale.
Tormentoni estivi: cosa li rende tali?
Che inneggi o no a comportamenti salutistici il fenomeno dei tormentoni estivi resta qualcosa di misterioso ma diffusissimo, che ha attirato anche l’attenzione dei ricercatori. Da un lato la ripetizione, la serialità dei suoni è ciò che da sempre tranquillizza gli animi e crea sicurezza; basti pensare alle ninne nanne o filastrocche di tutti i bambini del mondo, che ritrovano in quella cantilena la propria casa e le proprie certezze.
In termini tecnici quando il motivetto musicale ti entra in testa anche e si presenta all’improvviso si parla di Involuntary musical imagery (INMI) o più prosaicamente earworms (vermi dell’orecchio!). Il fenomeno è molto diffuso e pare che quasi il 90% delle persone lo sperimenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di esperienze piacevoli o neutrali, mentre in circa un terzo dei casi tali stimoli sonori intrusivi possono risultare fastidiosi, portando alla tendenza alla distrazione e disturbi d’ansia (Williamson et al., 2014).
Le strategie comportamentali di risposta atte ad eliminare i vermi sonori possono essere attive, come distrarsi con altri stimoli (ad esempio pensare all’elefante rosa , il tormentone scaccia tormentone) o passive, come semplicemente aspettare che la musichina passi spontaneamente. La letteratura ha espresso pareri discordanti rispetto a quale possa essere la strategia più efficace.
Lo studio più stupefacente in questo senso rimane comunque quello dei ricercatori dell’Università di Reading (2015) che hanno mostrato come masticare chewing gum influisca sui sistemi di memoria e sul richiamo del tormentone. Nel loro esperimento chi masticava la gomma era meno propenso al ritorno ossessivo del brano, per via del fatto che l’attività del masticare coinvolge aree cerebrali associate alla produzione del linguaggio, che diventerebbero in questo caso meno disponibili per la produzione dei vermi sonori. La scoperta potrebbe avere anche delle ripercussioni sulla gestione dei pensieri ossessivi.
Masticate gente, masticate.