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L’impiego della S-Ketamina nella depressione resistente al trattamento

Uno studio ha dimostrato come la S-ketamina produca un significativo miglioramento nei pazienti depressi resistenti al trattamento. 

Di Claudio Nuzzo

Pubblicato il 28 Set. 2016

Un nuovo studio pubblicato su Biological Psychiatry afferma che l’impiego di esketamina (o S-ketamina), un anestetico affine alla ketamina, produce un rapido e significativo miglioramento dei sintomi depressivi in pazienti che non rispondono alle terapie oggi disponibili.

Precedentemente la ketamina aveva riscosso successo nell’alleviare i sintomi della depressione poichè, somministrando tale droga a basse dosi entro 2h si assisteva ad un effetto antidepressivo piuttosto rapido, al contrario dei classici farmaci impiegati (i.e: SSRI) che richiedono fino a tre mesi per produrre un effetto. Inoltre, la ketamina era risultata efficace anche su quei pazienti cosiddetti non-responders, ovvero sui quali le terapie convenzionali non funzionavano.

 

Lo studio

Nello studio in questione per la prima volta gli autori hanno esaminato la sicurezza e l’efficacia della esketamina in pazienti con depressione resistente al trattamento. In uno studio in doppio cieco, quindi, i ricercatori hanno assegnato in modo casuale 30 pazienti ad una condizione di trattamento con placebo e a condizioni di somministrazione di esketamina (un gruppo con 0,2 mg / kg e un gruppo con 0,4 mg / kg). I pazienti hanno ricevuto due somministrazioni della droga e sono stati seguiti in una fase di follow-up per due settimane, in cui i pazienti potevano richiedere fino a 4 dosi opzionali a quelle previste.

I primi effetti sono stati registrati a partire da 2h dopo la prima iniezione. Dopo 3 giorni, oltre il 60% dei pazienti trattati con entrambi i dosaggi di eskatamina mostravano miglioramenti nei sintomi depressivi. Nessuno dei pazienti trattati con placebo invece mostrava miglioramenti. L’effetto registrato è confrontabile ad un tasso di risposta compreso tra il 37-56% dei pazienti dopo 6-12 settimane di trattamento con antidepressivi convenzionali.

Secondo gli autori questo studio chiarisce i vantaggi del farmaco rispetto al placebo e suggerisce che la dose più bassa di eskatamina (0,2 mg / kg) può configurarsi come una valida alternativa, e a tratti più sicura, dei farmaci convenzionalmente usati per il trattamento della depressione. Quest’ultima affermazione sarebbe in linea con quanto riscontrato con il trattamento a più alti dosi di esketamina, dove i pazienti (il 17% per l’esattezza), sperimentavano cambiamenti percettivi transitori entro le 4h dalla somministrazione.

 

Conclusioni

Sebbene quindi gli effetti a lungo termine di questo farmaco vadano ancora chiariti, questo studio altamente affidabile (in doppio cieco, con randomizzazione e gruppo di controllo) si presenta come un buon risultato in vista dell’applicazione clinica di un nuovo farmaco.

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