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Crescere in ambienti domestici violenti aumenta il rischio di suicidio nell’età adulta

Uno studio ha dimostrato che le vittime di violenza domestica cronica genitoriale hanno un rischio maggiore di compiere il suicidio nell'età adulta. 

Di Greta Lorini

Pubblicato il 27 Giu. 2016

Aggiornato il 11 Gen. 2019 12:04

Una persona su sei che nell’infanzia ha sperimentato un ambiente domestico violento ha poi tentato il suicidio in età adulta. È ciò che ha rivelato un nuovo studio dell’Università di Toronto.

 

La ricerca

La ricerca ha mostrato che la prevalenza di tentativi di suicidio nell’arco di vita tra soggetti adulti è del 17,3% per le vittime di violenza domestica cronica genitoriale rispetto al 2,3% di coloro che non hanno vissuto tale avversità. Questa forma di violenza è intesa come “l’aver visto o sentito i genitori, il patrigno o la matrigna, o gli eventuali tutori colpirsi, picchiarsi o aggredirsi gli uni con gli altri o con altri adulti”; la violenza è stata definita “cronica” qualora fosse occorsa più di 10 volte prima che l’intervistato compisse 16 anni.

Anche chi ha subito in prima persona maltrattamenti durante l’infanzia ha più facilmente tentato il suicidio: il 16,9% di coloro che hanno subito abusi sessuali e il 12,4% di coloro che sono stati abusati fisicamente hanno concretamente tentato il suicidio almeno una volta nella loro vita.

 

Il campione

I dati provengono dall’analisi di un campione rappresentativo della popolazione canadese composto da 22.559 soggetti, le cui informazioni sono state ricavate dal Canadian Comunity Health Survey-Mental Health (CCHS-MH) relativo all’anno 2012. Si tratta di un’indagine trasversale i cui partecipanti, dai 18 anni in su, hanno fornito informazioni personali relative all’aver tentato il suicidio e all’aver sperimentato condizioni in infanzia di abuso sessuale, abuso fisico o violenza domestica genitoriale.

 

Le interpretazioni

I ricercatori hanno ipotizzato che la correlazione tra violenza domestica cronica e successivi tentativi di suicidio in età adulta potesse essere spiegata da altre variabili come l’aver subito abusi sessuali o fisici in infanzia o dall’emergere di condizioni di salute particolari come malattie mentali o abuso di sostanze.

Una storia di Disturbo Depressivo Maggiore, infatti, sembra quadruplicare le probabilità di tentare il suicidio. Una storia di disturbi d’ansia, abuso di sostanze e/o sofferenza cronica invece sembra raddoppiarle. Questi quattro fattori contribuiscono solo per il 10% all’associazione tra tentativo di suicidio e violenza domestica genitoriale, ma per ben il 50% all’associazione tra tentativo di suicidio e abusi sessuali o fisici subiti durante l’infanzia.
La professoressa Esme Fuller-Thomson, autrice principale della ricerca, suggerisce un’importante riflessione: [blockquote style=”1″]Quando la violenza domestica si cronicizza in un nucleo familiare, c’è un rischio di effetti negativi a lungo termine per i bambini, anche quando non sono i bambini stessi ad essere abusati (come nel caso della violenza domestica tra genitori). Gli ambienti domestici caotici gettano una lunga ombra sullo sviluppo del bambino. I lavoratori del sociale e i professionisti della salute devono continuare a lavorare in modo vigile per prevenire le violenze domestiche e dare supporto ai sopravvissuti di questi abusi e ai loro figli.[/blockquote]

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