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SCID II: Structured Clinical Interiew-II sui disturbi di personalità – Introduzione alla Psicologia

SCID II: si tratta dell'intervista clinica strutturata per i disturbi di personalità dell'asse II del DSM e consta di un questionario e dell'intervista.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 05 Mag. 2016

Siamo giunti all’ultimo appuntamento dedicato ai test. Durante le scorse settimane si è parlato di test di personalità molto usati e noti: l’MMPI, il Millon Clinical Multiaxial Inventory e la SCID-I. Oggi, ci dedicheremo alla SCID II, un altro caposaldo nell’effettuare diagnosi di disturbo di personalità.

INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA RUBRICA DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA IN COLLABORAZIONE CON LA SIGMUND FREUD UNIVERSITY DI MILANO

 

SCID II: introduzione

L’Intervista Clinica Strutturata per i Disturbi di Personalità dell’Asse II del DSM (SCID II) è un’intervista costituita da una serie di domande grazie alle quali è possibile indagare la presenza dei disturbi di personalità compresi nell’Asse II del DSM, sezione dedicata esclusivamente ai disturbi di personalità. Essa permette di effettuare una valutazione dei disturbi di personalità di tipo categoriale, inteso in termini di presenza o assenza del disturbo, e dimensionale ovvero la quantità di criterio diagnostico presente o assente.

La SCID II è applicabile, sicuramente, in ambito clinico, dopo aver effettuato il colloquio psicologico, a conferma o meno di una diagnosi, ma è utilizzata largamente anche in ambito di ricerca per definire i criteri di inclusione e di esclusione in studi sperimentali ed epidemiologici.

 

SCID II: storia

Le origini della SCID II, come per la SCID I, risalgono al DSM-III, in particolare quando fu introdotto nel manuale diagnostico il modulo per la valutazione dei disturbi di personalità elaborato da Jeffrey Jonas dell’ospedale Mc Lean di Belmont. Nel 1985, grazie all’ingente interesse per i disturbi di personalità nasce l’esigenza di valutare la presenza nei pazienti dei tratti e per questo fu realizzato uno strumento ad hoc che permettesse di compiere una diagnosi in tal senso. Nel 1986 questo strumento fu aggiornato con l’avvento del DSM-III-R e integrato con un nuovo strumento di screening sui disturbi della personalità. Successivamente, dopo aver verificato empiricamente l’attendibilità e la validità dei criteri riportati nell’intervista si giunse alla versione definitiva della SCID II pubblicata nel 1990.

Nel 1994, con l’uscita della nuova versione del DSM IV si ottenne anche una nuova SCID II in cui furono modificate alcune domande per centrarle maggiormente sull’esperienza personale derivante dal paziente.

La versione definitiva e autonoma della SCID II per il DSM-IV fu pubblicata nel 1997 in America unitamente alla versione computerizzata.

 

SCID II: diagnosi e somministrazione

La SCID II permette di effettuare la diagnosi di 10 disturbi di personalità, secondo il DSM-IV. Inoltre, sono inclusi altri 3 disturbi di personalità: il disturbo di personalità non altrimenti specificato, il disturbo passivo-aggressivo e il disturbo depressivo, cioè tutti quei disturbi che nel DSM IV sono inclusi nell’Appendice B.

La SCID II è composta da due parti:
1. Un questionario autosomministrato da parte del paziente;
2. L’intervista semi-strutturata di approfondimento degli item a cui si è attribuita una risposta affermativa al questionario.

Il questionario autosomministrato è formato da 119 item ed è consegnato preliminarmente al soggetto che dovrà riconsegnarlo allo sperimentatore al momento dell’intervista. I tempi di compilazione si aggirano intorno ai 20 minuti e richiede un livello di scolarità non inferiore agli 8. Le domande del questionario riguardano i disturbi di personalità proposti dal DSM IV ed è previsto un formato di risposta dicotomico del tipo Sì/No: Sì è presente il sintomo, No non è presente il sintomo.

Questo strumento di screening funge da guida alla successiva intervista. Infatti, nell’intervista saranno indagati solo gli item cui è stata attribuita una risposta affermativa, cercando di capire quanto è rappresentativa dell’esaminato.

L’intervista semistrutturata, costa di una breve rassegna anamnestica, che consente di focalizzare le principali caratteristiche dell’intervistato, le relazioni e le capacità introspettive.

Successivamente, sono analizzati i diversi disturbi di personalità nel seguente ordine:
Disturbo Evitante di Personalità,
Disturbo Dipendente di Personalità,
Disturbo Ossessivo-Compulsivo,
Disturbo Passivo-Aggressivo,
Disturbo Depressivo,
Disturbo Paranoico,
Disturbo Schizotipico,
Disturbo Schizoide,
Disturbo Istrionico,
Disturbo Narcisistico,
Disturbo Borderline,
Disturbo Antisociale.

Quest’ultimo merita una precisazione, poiché con il questionario è possibile verificare unicamente la presenza dei sintomi del Disturbo della Condotta presenti in età infantile, prima dei 15 anni. Solo se confermati questi criteri, possono essere approfonditi nell’ intervista semistrutturata procedendo con la diagnosi di Disturbo Antisociale di Personalità.

Come è possibile notare, si inizia con i disturbi appartenenti al cluster B relativo ai disturbi d’ansia, per giungere al cluster B, drammatico, passando per il cluster A. Nei casi in cui non sono soddisfatti i criteri per una specifica area di personalità, si formula una diagnosi di Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato.

La SCID II è divisa in tre colonne:
1. nella colonna di sinistra sono riportate le domande da effettuare ad litteram da parte del somministratore. Ciascuna domanda dell’intervista potrebbe essere formulata in due modi: nel caso in cui il clinico voglia riallacciarsi ad una domanda del questionario al quale il soggetto ha risposto affermativamente, è possibile leggere la domanda tralasciando le indicazioni in corsivo contenute tra parentesi quadre; qualora il soggetto non abbia risposto alla domanda del questionario o abbia risposto negativamente, è possibile formulare la domanda con le indicazioni contenute tra parentesi.
2. nella colonna centrale sono elencati i criteri diagnostici del DSM-IV, la cui presenza/assenza corrisponde all’area indagata dalla domanda riportata nella colonna di sinistra. Nella parte sottostante al criterio, sono presenti delle indicazioni da seguire per riuscire a individuare il tipo di punteggio da attribuire al criterio stesso.
3. in quella di destra è presente la valutazione da attribuire agli item.

Ogni criterio è valutato come segue:
? =Informazioni inadeguate o insufficienti;
1 = criterio assente;
2 = criterio sotto soglia
3 = criterio presente totalmente.

Il punteggio “3” è possibile attribuirlo solo nel caso in cui l’esaminato è in grado di fornire esempi o descrizioni pertinenti e multiple in merito al criterio indagato. Chiaramente, la difficoltà consiste proprio nel riuscire a capire esattamente quando è possibile assegnare a un item un 2 o un 3. Spesso, l’esperienza aiuta molto, altre volte è possibile farsi aiutare da una serie di regolette che supportano nell’individuazione del punteggio.

Tra tutte ricordiamo la regola delle tre P, secondo la quale un tre può essere attribuito quando il disturbo presentato è:
1. Persistente, perché è possibile riscontrare il sintomo a partire dalla giovane età adulta;
2. Patologico, determina disagio e malessere;
3. Pervasivo, coinvolge diverse aree, sociale, amicale, familiare, relazionale, etc.

Inoltre, se il somministratore fosse in difficoltà nell’individuazione della risposta, può sempre fare riferimento alla colonna centrale della SCID II in cui sono presenti i criteri del DSM e capire se i contenuti forniti dall’intervistato siano adeguati a quanto si sta indagando. In ogni caso, basandosi su questi criteri è possibile implementare le domande da porre, ma facendo molta attenzione a non uscire fuori contesto, altrimenti si rischia di incappare in criteri diversi da quelli indagati.

 

SCID II: somministrazione

La presenza dei diversi disturbi di personalità è valutata durante il corso del colloquio diagnostico attingendo a ogni tipo di informazione inerente al paziente che possa aiutare nell’individuazione della diagnosi. Con il proseguire dell’intervista devono essere indagate anche tutte le aree in cui il somministratore mostra un dubbio diagnostico, poiché lo scopo finale è non avere dubbi in nessuna area. Inoltre, ai fini della diagnosi devono essere incluse anche tutte le informazioni riguardanti il linguaggio non verbale riscontrato durante l’intervista.

Una volta ultimata l’intervista, il clinico compila il sommario diagnostico, da cui ricava una valutazione di tipo dimensionale per ogni disturbo, sommando il numero dei tratti presenti per ogni disturbo di personalità da cui emerge la presenza o assenza di disturbo stesso, e una diagnosi categoriale, ovvero il numero degli item a cui sono stati attribuiti punteggi pieni e questo per tutti i tratti presenti. Se, come accade in genere, risultano soddisfatti i criteri relativi a più disturbi, l’intervistatore è tenuto ad indicare la diagnosi principale di Asse II e di seguito i relativi tratti che potrebbero provocare gravi disagi in ambito relazionale, sociale e lavorativo.

Il tempo previsto per ogni somministrazione è di circa 60 minuti, variabili a seconda della gravità del paziente e dell’esperienza del somministratore.

 

SCID II: versioni

La SCID II non necessita di un programma informatico per la formulazione della diagnosi finale secondo i criteri del DSM-IV. Tuttavia, è stato sviluppato un software CAS-II (Computer-Assisted SCID-II), versione computerizzata per Windows, per agevolare le procedure di scoring. Il CAS-II comprende tutti i commenti dei criteri presenti nella Guida dell’Esaminatore, e offre la possibilità di visualizzare direttamente il commento relativo ad ogni item agevolando la formulazione diagnostica.

Nel programma è incluso il Questionario del Paziente (SCID-II-PQ), versione computerizzata del Questionario di Personalità. Esso può essere utilizzato come strumento autonomo di verifica dei disturbi di personalità, oppure, si utilizza come da somministrazione classica.

Con l’uscita del DSM 5 è stata proposta una versione nuova della SCID, versione aggiornata della precedente intervista clinica. I criteri del DSM-IV presenti nella SCID II per DSM IV sono rimasti invariati nel DSM-5, ma le domande del questionario sono state completamente riviste e ridotte da 119 a 106. Inoltre, è stata aggiunta una modalità per effettuare uno scoring dimensionale diverso dal precedente, rispettando la nuova classificazione presentata in appendice nel nuovo DSM 5.
La SCID-5, come la versione precedente, è una preziosa risorsa per aiutare i clinici e i ricercatori nell’effettuare diagnosi precise e attendibili dei disturbi di personalità.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • First, M.B. (2015). Structured Clinical Interview for the DSM (SCID).The Encyclopedia of Clinical Psychology, Published Online: 23 JAN 2015. DOI: 10.1002/9781118625392.wbecp351
  • Spitzer, Robert L, Williams Janet BW, Gibbon Miriam, First Michael B, Structured Clinical Interview for DSM-III-R, Patient Edition/Non-patient Edition,(SCID-P/SCID-NP), Washington, D.C.: American Psychiatric Press, Inc., 1990.
  • Spitzer, Robert L, Williams Janet BW, Gibbon Miriam, First Michael B, Structured Clinican Interview for DSM-III-R Axis II Disorders,(SCID-II), Washington, D.C.: American Psychiatric Press, Inc., 1990
  • Michael B. First, M. B., Spitzer, R.L., Gibbon, M., and Williams, J. B. W. (2000), SCID-I..Structured Clinical Interview for DSM-IV Axis I Disorders. Curatore edizione italiana: Mazzi,F., Morosini, F., De Girolamo, G., Lussetti, M., e Guaraldi, G.P. . Giunti Edizioni, OS.
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