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Immagine corporea: definizioni e fattori determinanti

L'immagine corporea è l'immagine che ognuno possiede del proprio corpo ed è influenzata da fattori biologici, psicologici e socio-culturali. 

Di Isabella Brega

Pubblicato il 26 Apr. 2016

Aggiornato il 16 Mag. 2016 10:02

Immagine corporea: La costruzione dell’immagine corporea e le sue eventuali alterazioni derivano da un insieme di aspetti neurobiologici, psicologici e socio-culturali.

Immagine corporea: definizioni

La maggior parte delle persone limitano all’apparenza fisica il concetto di immagine corporea, ma quest’ultima è molto di più. Di seguito alcune definizioni. Nella prima opera interamente dedicata all’immagine corporea, dal titolo The image and the appearence of the human body (L’immagine e l’apparenza del corpo umano), Paul Schilder definisce l’immagine corporea: [blockquote style=”1″]L’immagine del nostro corpo che ci formiamo nella mente, e cioè il modo in cui il nostro corpo ci appare […]. Questo termine indica che non si tratta semplicemente di una sensazione o di un’immagine mentale: ma che il corpo assume un certo aspetto anche rispetto a se stesso; esso implica inoltre che l’immagine non sia semplicemente percezione, sebbene ci giunga attraverso i sensi, ma comporta schemi e rappresentazioni mentali, pur non essendo semplicemente una rappresentazione[/blockquote] (Schilder, 1935).

Secondo Schilder, inoltre, l’immagine corporea è costruita nel cervello e quindi sottoposta ad un collaudo permanente necessario a verificare quali e come le parti concordano con il progetto individuato e l’insieme complessivo corporeo. Più recentemente, Peter Slade definisce l’immagine corporea [blockquote style=”1″]l’immagine che abbiamo nella nostra mente della forma, dimensione, taglia del nostro corpo e i sentimenti che proviamo rispetto a queste caratteristiche e rispetto alle singole parti del nostro corpo[/blockquote] (Slade, 1988). Secondo Slade, l’immagine corporea è costituita da diverse componenti (Slade, 1994): percettiva (ad esempio, come la persona visualizza la taglia e la forma del proprio corpo); attitudinale (quello che la persona pensa e conosce del proprio corpo); affettiva (i sentimenti che la persona nutre verso il proprio corpo); comportamentale (riguardante ad esempio, l’alimentazione e l’attività fisica). Quindi l’immagine corporea riguarda la persona nella sua globalità, e i suoi effetti possono essere rilevanti e complessi.

 

Aspetti neurobiologici legati all’immagine corporea

La costruzione dell’immagine corporea e le sue eventuali alterazioni derivano da un insieme di aspetti neurobiologici, psicologici e socio-culturali. A proposito dei primi, le principali aree cerebrali collegabili all’immagine corporea sono (Dalla Ragione; Mencarelli, 2012):
–  l’emisfero destro (determinante per la regolazione delle emozioni)
–  insula, amigdala e giro superiore (che mediano le reazioni di disgusto e di avversione legate alle percezioni visive)
–  corteccia occipitale dorsale, giunzione temporo-parieto-occipitale destra, giro fusiforme, lobo parietale inferiore, corteccia prefrontale dorso-laterale (se disfunzionali, potrebbero dare origine a distorsioni della percezione dei volti e del corpo. Inoltre l’alterato funzionamento della corteccia prefrontale dorso-laterale potrebbe contribuire all’incapacità di correggere distorsioni percettive generate da altri sistemi mal funzionanti).
–  corteccia prefrontale ventro-mediale (se disfunzionale, potrebbe dare origine all’incapacità di inibire reazioni di disgusto e di ansia derivate da difetti corporei percepiti
–  giro paraippocampale destro (se disfunzionale, potrebbe dare origine ad incongrue autovalutazioni circa il proprio aspetto, negative distorsioni interpretative e idee di riferimento)
–  il fronto-striato (se con anomalie, potrebbe contribuire alla disfunzione esecutiva e alla natura intrusiva dei pensieri ossessivi e dei comportamenti compulsivi).

Aspetti psicologici e socio-culturali associati all’immagine corporea

Tra gli aspetti psicologici associati all’alterazione dell’immagine corporea: esperienze evolutive avverse (Thompson et al., 2001) ad esempio, l’influsso negativo derivante dalle umiliazioni subite per l’aspetto fisico durante l’infanzia e l’adolescenza. Altri autori (Neziroglu et al., 2004) hanno invece sottolineato che i soggetti con alterazione dell’immagine corporea si caratterizzano per un’estrema importanza data all’apparenza, derivante dall’essere stati bambini ed adolescenti molto apprezzati per il loro aspetto fisico.

A proposito degli aspetti socio-culturali, il Modello Tripartito di Influenza considera i genitori, i pari e i mass media, tre fonti che condizionerebbero lo sviluppo delle alterazioni dell’immagine corporea. Infatti, i mezzi di comunicazione di massa trasmettono e promuovono un’eccessiva esaltazione della magrezza, e a loro volta i genitori e i pari rinforzano e incoraggiano tale attuale standard irrealistico di bellezza. Quest’ultimo quindi viene interiorizzato ma poiché è impossibile da raggiungere concretamente dalla maggior parte delle donne, favorisce l’insoddisfazione corporea (Keery et al., 2004; Cash, 2005).

Uno studio che dimostra l’efficacia dei mass media è quello compiuto da Becker e collaboratori su un campione di adolescenti femmine delle isole Fiji. Dopo appena un anno di esposizione a programmi televisivi occidentali, le ragazze testate mostrarono il desiderio di ridisegnare il loro corpo per diventare più simili ai protagonisti della TV (Becker et al, 2002). Secondo Stice, la pressione verso la magrezza esercitata da familiari, amici e media favorisce la tendenza a sopravvalutare l’importanza delle forme corporee e del peso nella valutazione di se stessi. L’autore considera ciò la base dell’alterazione dell’immagine corporea, che aumenta la probabilità di sviluppare sintomi tipici della patologia alimentare, come la restrizione e l’abbuffata (Stice, 2002).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2015). DSM-5. Raffaello Cortina Editore: Milano.
  • Schilder, P. (1935). The Image and Appearance of the Human Body, Kegan Paul, London.
  • Slade, P. D. (1988). Body Image in Anorexia Nervosa, British. Journal of Psychiatry, 153(2), 20-22.
  • Slade, P. D. (1994). What is Body Image?. Behaviour Research and Therapy, 32(5), 497-502.
  • Cash, T. F. (2005). The influence of sociocultural factors on body image: searching for construct. Clinical Psychology: Science and Practice, 12(4), 438-442.
  • Dalla Ragione, L., Mencarelli, S. (2012). L’inganno dello specchio. Immagine corporea e disturbi del comportamento alimentare in adolescenza. FrancoAngeli, Milano, Italy.
  • Thompson, J. K. (2001). Handbook of eating disorders and obesity. Wiley, New York, NY.
  • Neziroglu, F., Roberts, M., Yaryura-Tobias, J. A., (2004). A behavioral model for body dysmorphic disorder. Psychiatric Annals, 34(12), 915-920.
  • Keery, H., Van den Berg, P., Thompson, J. K. (2004). An evaluation of the Tripartite Influence Model of Body dissatisfaction and eating disturbance with adolescent girl. Body Image: An International Journal of Research, 1, 236-251.
  • Becker, A. E., Burwell, R. A., Gilman, S. E., Herzog, D. B., Hamburg, P. (2002). Eating behaviours and attitudes following prolonged exposure to television among ethnic Fijian adolescent girls. British Journal of Psychiatry, 180, 509-514.
  • Stice, E., Shaw, H. E. (2002). Role of body dissatisfaction in the onset and maintenance of eating pathology. A synthesis of research findings. Journal of Psychosomatic Research, 53(5), 985-993.
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