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Against empathy: Perchè l’empatia è dannosa per le nostre scelte

Secondo il Professor Paul Bloom l'empatia ci rende ciechi rispetto alle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni

Di Flavio Ponzio

Pubblicato il 24 Mar. 2016

Paul Bloom , psicologo e professore a Yale, sostiene che l’empatia sia qualcosa di dannoso. Ci è stato insegnato che mettersi nei panni degli altri sviluppa la compassione ma secondo il Prof. Bloom l’empatia ci rende ciechi rispetto alle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni. In questa intervista animata del The Atlantic, Bloom argomenta la sua tesi secondo la quale dovremmo poter fare a meno dell’empatia.

 

L’argomento è sicuramente controverso, ma la tesi di Paul Bloom, per quanto provocatoria possa sembrare, fornisce un utile spunto di riflessione che potremmo riassumere in un affermazione:

L’empatia, se non è mediata da un ragionamento consapevole, può portare ad azioni impulsive e figlie dell’emotività, dalle conseguenze spesso nefaste.

D’altro canto la storia ci fornisce moltissimi esempi di come la ragione, quando non temperata dall’empatia possa portare a conseguenze terribili (pensiamo alle dittature e ai genocidi del secolo scorso).

Ragione e compassione devono necessariamente restare legate tra loro al fine di scongiurare azioni inumane o ha ragione Paul Bloom e gli altri accademici che si schierano a sfavore del meccanismo empatico come ispiratore delle nostre azioni?
Voi cosa ne pensate?

 

VIDEO: Paul Bloom lectures “Against Empathy”

 

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Flavio Ponzio
Flavio Ponzio

Direttore operativo di State of Mind

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