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Stare al telefono dopo la “buonanotte” peggiora il rendimento scolastico

Uno studio dimostra che l'utilizzo di smarphone o tablet per più di mezz'ora dopo aver spento le luci peggiora il rendimento scolastico il giorno successivo

Di Zeno Regazzoni

Pubblicato il 09 Feb. 2016

I risultati dimostrano che i ragazzi che utilizzano uno smartphone o tablet per meno di 30 minuti dopo aver spento le luci (insieme a quelli che il telefono lo spengono proprio, insieme alle luci) hanno un rendimento scolastico significativamente più alto dei ragazzi che a luci spente passano più di mezz’ora davanti ad uno schermo.

L’utilizzo di smartphone, tablet e computer tra i giovani sta aumentando esponenzialmente: recenti studi hanno calcolato che i ragazzi tra gli 8 e i 18 anni passano quasi sette ore e mezzo al giorno davanti a uno schermo.

Lo studio, appena pubblicato sul Journal of Child Neurology è il primo del suo genere a cercare un collegamento tra l’utilizzo notturno del proprio telefono o tablet ed il rendimento scolastico.
[blockquote style=”1″]Dobbiamo renderci conto che gli adolescenti stanno utilizzando questi dispositivi elettronici smodatamente: tendono ad andare a letto più tardi e dunque a svegliarsi più tardi, e questo va contro il loro naturale bioritmo, rendendoli studenti meno efficienti[/blockquote] sostiene l’autore del presente studio, Xue Ming, professoressa di Neurologia presso la Rutgers Jersey Medical School. Lo spunto per tale ricerca le è giunto proprio dai suoi giovani pazienti che lamentavano problemi di insonnia e ammettevano di usare il telefono anche dopo la consueta “buonanotte”, ovvero a luci spente.

In particolare, Ming ha distribuito a 1537 ragazzi e ragazze provenienti da tre scuole superiori del New Jersey (un istituto privato e due pubblici) alcuni questionari che misuravano il rendimento scolastico, l’utilizzo di un dispositivo elettronico e l’utilizzo di quest’ultimo prima di dormire, a luci spente. I risultati dimostrano che i ragazzi che utilizzano uno smartphone o tablet per meno di 30 minuti dopo aver spento le luci (insieme a quelli che il telefono lo spengono proprio, insieme alle luci) hanno un rendimento scolastico significativamente più alto dei ragazzi che a luci spente passano più di mezz’ora davanti ad uno schermo. Questi ultimi, infatti, lamentano più frequenti episodi di sonnolenza durante il giorno e spesso un vero e proprio bisogno di fare un riposo pomeridiano. Curiosamente, la quantità di tempo spesa in compagnia del telefono prima di spegnere la luce non è risultata statisticamente significativa.

La spiegazione che Ming dà di tale relazione è lineare quanto acuta: gli schermi illuminati di smartphone e tablet emettono le cosiddette onde blu, ovvero luce a breve lunghezza d’onda che ha un forte impatto sulla sonnolenza diurna, poiché ritarda il rilascio della melatonina, rendendo così più difficile prendere sonno di notte. Quando andiamo a dormire dovremmo abituarci al buio attraverso un lento processo graduale ed è chiaro come uno schermo illuminato nella totale oscurità, che magari seguita a lampeggiare e mostrare spie luminose all’arrivo di nuovi messaggi, non può che influenzare questo ingresso nel sonno in maniera brusca e forzata. Così facendo, lo schermo luminoso va a danneggiare i nostri ritmi circadiani, influenzando così la successiva fase REM (Rapid Eye Movement), fase del sonno fondamentale per l’apprendimento e la memoria: se andiamo a dormire più tardi del solito, ma continuiamo a svegliarci alla stessa ora, la nostra fase REM ne risulta fortemente accorciata e non dobbiamo dunque stupirci se le nostre capacità mnestiche e cognitive il giorno dopo non siano adeguate!

In conclusione, l’autrice della presente ricerca suggerisce che all’interno del programma scolastico si inserisca anche un corso di Educazione al sonno, che spieghi innanzitutto ai ragazzi quanto è importante alla loro età dormire almeno otto ore al giorno e quali sono le serie e probabili conseguenze a cui vanno incontro quando iniziano a dormire di meno. In altre parole, bisogna insegnar loro che il sonno non è un lusso, ma una vera e propria necessità.

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