TRACCE DEL TRADIMENTO – Il tormento del cercatore di tracce Parte III (Nr. 39)
Un altro errore caratteristico che ci mette sulle tracce dell’ immaginare un tradimento è quello che viene chiamato il ragionamento emotivo. Ovvero utilizzare le conseguenze come conferma delle cause secondo un ragionamento del tipo ”se sento gelosia, vuol dire che c’è un motivo valido”.
Lo stato emotivo può essere preso come fonte di informazione sul mondo (affect as information); operando una sorta di ragionamento emozionale, il soggetto utilizza lo stato affettivo come informazione confermante la percezione di tradimento (non discrimina tra fatti e stato emotivo). Se mi sento così ci sarà pure un motivo, quante volte viene sostenuto che qualcosa è vera semplicemente perché il soggetto “se lo sente”. Esistono inoltre un’altra serie di bias cognitivi che si presentano sistematicamente e che vanno a rinforzare il confermazionismo.
L’ esagerata fiducia in se stessi (overconfidence) consiste nel fatto che gli individui tendono ad essere sicuri delle loro credenze molto più di quanto esse siano realmente affidabili e ciò aumenta con la competenza per cui spesso facciamo grandi errori proprio nei campi in cui siamo più esperti e siamo assolutamente certi di aver ragione. Una cosa su cui quasi tutti, spesso a torto, ritengono di essere competenti è la conoscenza del proprio partner e quanto più riteniamo di conoscere una persona, tanto più siamo poco disposti a cambiare idea nei suoi confronti. Per questo il tradito (non geloso) è classicamente l’ultimo a rendersi conto del tradimento assolutamente evidente a tutti. Al contrario il cercatore certo di aver capito cosa alberga nel cuore del partner non sarà facilmente disposto a mettersi in discussione.
Un altro caratteristico errore cognitivo è il pensiero magico (illusory correlations) per cui quando si è convinti di una correlazione positiva tra due eventi se ne trovano continuamente nuove ed evidenti conferme che ne giustificano le cause anche se ciò è del tutto falso ed illusorio. Se l’attenzione è rivolta ad una particolare persona come possibile insidioso rivale il cercatore troverà mille collegamenti tra il suo partner, i suoi oggetti, le sue preferenze e in generale la sua vita e il presunto rivale e tutto varrà come conferma della nascosta relazione. Si va dalla complementarietà dei segni zodiacali alla preferenza per lo stesso genere musicale, dal comune interesse per la montagna al concomitante raffreddore, dalla simile opinione politica alla simpatia per una certa razza di cani. E’ ovvio che tra due qualsiasi persone, anche molto diverse tra loro, sono innumerevoli se non infinite le correlazioni del genere che si possono trovare nella loro vita: basta cercare e sbocceranno come fiori.
Un altro tipico errore cognitivo utilizzato dai cercatori è il cosiddetto ancoraggio (anchoring) secondo il quale la revisione di un giudizio intuitivo, impulsivo, non sarà mai tale da annullarlo del tutto e inconsapevolmente resteremo sempre ancorati al giudizio iniziale facendo soltanto delle correzioni a partire da questo. Detto in altre parole se si afferma una cosa, magari è esagerata ma qualcosa di vero deve pur esserci. Se in campagna elettorale vengono promessi un milione di posti di lavoro e poi tale risultato non viene raggiunto comunque la gente penserà che i posti creati siano vicini a questa cifra e non che siano soltanto quarantacinque. Ancora se un individuo viene accusato di crimini orrendi anche se in seguito risulta completamente scagionato si tenderà a pensare che qualcosa di losco dovesse pur esserci cosicchè la calunnia, anche quando si dimostra palesemente tale, raggiunge in parte il suo scopo. Questo meccanismo che ci rende cognitivamente conservatori e poco inclini a cambiare idea radicalmente è particolarmente attivo quando la ricerca delle tracce viene attivata da voci, consigli di persone che si preoccupano del bene del soggetto e dunque lo vogliono mettere in guardia per evitargli penose sofferenze. Questo punto è importante, ci sarebbe da chiedersi quali siano gli scopi di chi si mette sulle tracce di un tradimento.
Peppino viveva in una isola siciliana e aveva sposato una moglie più giovane di lui con la quale aveva avuto 4 figli. La coppia non andava molto d’accordo, ma avevano un affetto reciproco e una conflittualità che in fondo li divertiva. Quando il più grande andò a fare la prima elementare a Messina, la moglie nel periodo scolastico si trasferì a Messina con lui. Lì si fece qualche amica e cominciò ogni tanto ad andare al bar e a chiacchierare con le amiche mentre i figli le stavano intorno. Al marito arrivò una lettera anonima che gli diceva di stare attento alla moglie…
Lui andò a Messina e si nascose per vedere come andavano le cose. Nascosto tra i cespugli vide sua moglie che entrava al bar con i bambini piccoli, salutava il cameriere, era accolta con un sorriso dal padrone del caffè e faceva due battute con un signore vicino, mentre aspettava le amiche. Questo comportamento della moglie gli sembrò la conferma del tradimento avvenuto o incombente. L’anno dopo decise di trasferirsi in America dove aveva dei parenti per far sì che la moglie fosse sotto controllo. Il trasferimento in America, che lo fece disperare, rovinò il suo matrimonio e alla fine di tutto lui restò solo, tornò in Italia e i figli rimasero negli Stati Uniti ed egli li vede quando vengono a trovarlo nel periodo estivo..
Dei possibili tradimenti si parla molto, anzi spesso è uno degli argomenti di intrattenimento preferiti. Le donne non amano particolarmente parlare dei propri ma si dilungano su quelli veri o presunti delle loro amiche e in generale degli uomini, tranne quelli del loro uomo. Gli uomini con gli amici più intimi parlano più facilmente dei loro e spesso li esibiscono a dimostrazione della loro virilità come trofei di caccia, con meno facilità ammettono di essere perdutamente innamorati e narrano con imbarazzo ciò che tale sentimento li ha portati a fare. Comunque sia di tradimenti si parla molto, sia di quelli effettivi che di quelli solamente immaginati che passando di bocca in bocca acquistano consistenza, diventano reali e si arricchiscono di particolari. In questo modo il fenomeno dell’ancoraggio ha buon gioco. Le fanciulle di Don Giovanni non saranno state mille e tre ma certo qualcosa di molto simile, certamente non meno di duecento.
Tra tutti i bias cognitivi il più insidioso per il cercatore è la facile rappresentabilità (ease of representation) secondo la quale l’effettiva possibilità che un certo evento si verifichi è sovrastimata se l’evento è facile da immaginare mentalmente e se ci impressiona emotivamente. Così se vediamo un grave incidente stradale siamo portati a rallentare come di fronte ad una pubblicità emotivamente forte sui rischi della strada anche se queste due situazioni non aumentano di fatto la probabilità che ci capiti un incidente; lo stesso effetto di rallentamento non lo ottengono invece le statistiche sulla mortalità stradale. Per lo stesso motivo tutti siamo più disposti ad offrire soldi per la ricerca medica per malattie di cui conosciamo personalmente dei malati o abbiamo visto in televisione le immagini piuttosto che per malattie magari molto più diffuse e gravi ma che non ci rappresentiamo mentalmente. Ora nella mente di un cercatore l’immagine del tradimento è sempre presente, si impone con forza e più tenta di scacciarla (essendo impossibile cercare di non pensare a qualcosa se non pensandoci) più diventa invasiva. Egli rimugina costantemente sulle parole che si sono scambiati i due sospettati durante l’ultima cena in comune, cerca di mettere a fuoco alcuni particolari ingrandendoli fino a sgranarne l’immagine: nel salutarsi dove si è poggiata la bocca di lui in piena guancia o sull’incerto confine delle labbra? Quando lui le porgeva la mano per aiutarla a scendere dalla macchina quei due corpi non mostravano forse una intesa e una familiarità inconsueta per due conoscenti che si frequentano poco? Le risate di lei così eccessive alla battuta di lui sono iniziate prima di quelle degli altri, prima della conclusione della frase, quasi che lei già sapesse, che avesse già sentito quella storia? La narrazione che lei fa di una serie di eventi è come lacunosa, si stenta a seguirne il filo, solo lui capisce, annuisce, si diverte, è come se sapesse qualcosa che gli altri ignorano, condivide con lei delle conoscenze e dei riferimenti che gli altri non hanno? Il cameriere del ristorante che dovrebbe essere sconosciuto ha mostrato una confidenza eccessiva e forse la conoscenza dei gusti di lui come e se già vi si fosse recato in altre occasioni?
Il cercatore ha sempre in mente la scena del tradimento, si tortura immaginando i fotogrammi della sequenza dell’incontro gioioso dei due che si corrono incontro, li immagina che parlano di lui mostrando ora pena, ora ironia, costruisce decine di versioni di possibili modalità di rapporti sessuali, ogni luogo viene preso in considerazione come probabile alcova e ogni ginnastica amorosa è contemplata: probabilmente il Kamasutra è stato scritto dall’ immaginazione di un geloso. Il tradimento dunque è costantemente e dettagliatamente rappresentato in tutti i particolari nella mente del cercatore che proprio per questo finisce per stimarlo come assolutamente probabile: l’immaginazione costituisce una prova per l’esistenza della realtà, o meglio la crea dal nulla.
Infine l’ennesimo bias in cui cade il cercatore è la manipolabilità delle credenze attraverso copioni (reconsideration under suitable scripts) che consiste nel fatto che un evento giudicato altamente improbabile, come ad esempio un’ invasione italiana della Svizzera con la messa al sacco di Zurigo, venga giudicato estremamente più probabile dopo che al soggetto vengono narrati degli scenari intermedi che potrebbero, passo dopo passo, condurre a tale conclusione come ad esempio la secessione della Padania, l’alleanza della Padania con la Svizzera, il rimpatrio di tutti i lavoratori italiani in Svizzera con la confisca dei loro beni e così via. Tracciare una sequela di eventi concatenati plausibili anche se altamente improbabili rende immediatamente meno apparentemente improbabile l’evento finale di quanto non lo fosse se considerato separatamente. Il cercatore è il narratore e l’ascoltatore allo stesso tempo. Spesso il partner e l’ipotetico rivale sono due persone estremamente distanti, la loro possibilità di incontrarsi vicina allo zero e sussistono tutta una serie di ostacoli che renderebbero il tradimento praticamente impossibile. Allora il cercatore inizia a costruire gli scenari intermedi, a mettere ponti e passaggi per colmare la distanza, quello che sembrava impossibile diventa via via proponibile, forse verosimile e finalmente vero.
Tra il mondo di lui manager di una casa farmaceutica di Milano e lei casalinga di Catania sembra non esserci nulla da spartire. Eppure lei ha una figlia adolescente, questa figlia può essere stata male di una malattia poco nota, può essersi recata al Niguarda dove c’è un gruppo di specialisti che si occupa di tale patologia, questi possono aver chiesto alla casa farmaceutica di riattivare la produzione di un farmaco poco usato, la donna, vedova, può aver voluto incontrare i dirigenti dell’azienda che si sono mostrati sensibili alla problematica della figlia, per mostrargli tutta la sua gratitudine e lo ha invitato a visitare l’ospedale di Catania dove la terapia sarà praticata, lui ha scoperto un gruppo di medici a Catania decisi a portare avanti una sperimentazione che l’azienda sponsorizza e per questo deve recarsi spesso in Sicilia.
Tutte queste modalità tendono dunque a trovare la conferma delle proprie ipotesi ed a convincersi di esse sempre di più. Di conseguenza quanto più il sospetto del tradimento si fa consistente, tanto più le strategie di ricerca vengono intensificate. Si crea dunque un circolo vizioso in cui il sospetto alimenta la ricerca ma i bias confermazionisti utilizzati nella ricerca aumentano il sospetto. Tutto ciò può assumere intensità drammatiche fino a sfociare in un vero e proprio delirio di gelosia caratterizzato dalla certezza assoluta dell’infedeltà del partner, certezza resistente ad ogni critica e inattaccabile da ogni evidenza contraria.
Quello che ci preme sottolineare per concludere è che la trappola scatta quando il soggetto decide che quello che non deve assolutamente verificarsi è di essere tradito senza accorgersene e dunque stima molto più grave sbagliare su questo che commettere l’errore opposto e cioè ritenere erroneamente di essere tradito: egli attribuisce ai due errori due pesi molto diversi. Da quel momento egli smette di essere un giudice imparziale che vaglia tutte le prove e ricerca soltanto quelle a favore del tradimento; in questa ricerca non può mai placarsi, anche se non ha trovato nulla fino ad ora non può abbassare la guardia perché potrebbe trovarle in futuro e poi per i meccanismi che abbiamo descritto tutto può diventare una prova o perlomeno un indizio.