TRACCE DEL TRADIMENTO – XXXVIII: il tormento del cercatore di tracce II parte
Continuiamo la nostra analisi dei meccanismi mentali che fanno sì che la diffidenza e la sfiducia, e quindi la gelosia e la ricerca di tracce di tradimento, si perpetuino auto-alimentandosi.
Nello scorso articolo abbiamo visto i meccanismi di pensiero. Ora vedremo altri meccanismi mentali, come la memoria. La memoria non appare come un archivio stabile e immodificabile delle esperienze passate, archivio dal quale, tutt’al più, vengono eliminati i fascicoli più antichi per lasciar posto ai nuovi. I ricordi e l’attribuzione ad essi dei significati è un processo attivo in cui la attuale visione di sé e del mondo riorganizza in modo ad essa congruente i frammenti del passato modificandone i particolari e soprattutto il significato. Così, ad esempio, la assoluta disponibilità di una persona era giudicata tale fino a che essa era considerata amica, ma dopo un tradimento gli stessi episodi vengono letti come manovre destinate ad ingannare conquistando stima ed amicizia al fine di approfittarsene successivamente. In tal senso la memoria è un cantiere in continua ristrutturazione in quanto l’ingegnere che cura i lavori cambia continuamente il progetto.
Gli elementi troppo inconciliabili con la “attuale visione delle cose” non trovano posto e finiscono accantonati, dimenticati in un angolo, rimossi; salvo poter essere ripescati quando un nuovo progetto si fa strada. Così il cercatore ripensando alla storia con il suo partner ricorderà soltanto quegli episodi che confermano la sua inaffidabilità o la sua preferenza per la persona sospettata di essere il rivale. Questi episodi, invaderanno tutto il campo della coscienza e faranno scomparire gli altri che invece disconfermerebbero l’ipotesi del tradimento. Mille prove di amore non saranno nulla di fronte a quell’unica prova di disinteresse o trascuratezza.
La gelosia aumenta la disponibilità mentale di immagini, pensieri e ricordi congrui con essa. Anche quando dei dati contrastanti sono registrati nel presente sfuggendo alla disattenzione selettiva o recuperati dal passato non essendo oggetto di oblio selettivo possono essere reinterpretati con ipotesi ad hoc. Infatti non esiste fatto che non possa essere reinterpretato in modo diverso e persino opposto. Una ipotesi ad hoc è una spiegazione inventata apposta per giustificare un fatto che metterebbe in discussione il nostro modo di vedere le cose, in modo da poterlo mantenere indisturbato. La gentilezza può essere vista come una manovra per avvicinarsi con l’inganno; un regalo come un modo di depistare le indagini, un espresso desiderio sessuale come la volontà di camuffare un crescente disinteresse o un risveglio della sessualità dovuto alla relazione con il rivale; la proposta di trascorrere un weekend insieme come la prova che c’è qualcosa da farsi perdonare.
Insomma non c’è mai una prova definitiva che l’altro sia sinceramente fedele, ogni evento si presta a molteplici interpretazioni a conferma dell’idea del tradimento. Negli esempi precedenti abbiamo riportato fatti considerati normalmente segno di affetto e di interesse ma lo stesso meccanismo può essere applicato, ancora più facilmente, a fatti del tutto indifferenti: l’idea di acquistare un’auto o un vestito può essere segno di vanità e di desiderio di conquista; la scrupolosità sul lavoro al desiderio di far colpo su un collega; l’attività sportiva come indizio di voglia di migliorare il proprio corpo per essere più seducente e così via.