Cos’è il rilassamento e quali sono i principali metodi per raggiungerlo? Di ciò tratta questo manuale che si configura come una pratica rassegna delle principali tecniche di rilassamento che, dapprima inquadrate storicamente e ideologicamente, vengono poi esaminate nelle loro caratteristiche peculiari (aspetti fisiologici e metodologici, ambiti applicativi ed esercizi pratici).
Una guida concepita, quindi, per tutti i terapeuti che intendono conoscere e approfondire queste tecniche come utili strumenti da introdurre nella pratica clinica.
Secondo l’autrice si può definire rilassamento:
Un particolare stato psicofisico, caratterizzato da un lato da modificazioni specifiche dell’attività dell’organismo (la principale è la riduzione della tensione muscolare) e dall’altro da sensazioni psichiche percepite introspettivamente come benessere, serenità e tranquillità.
La contrazione muscolare, automatica reazione di difesa a situazioni percepite come minacciose, talvolta si può rivelare una risposta inefficace e controproducente poiché limita la possibilità di attuare comportamenti funzionali.
Se è vero, dunque, che gli stati emotivi possono accompagnarsi a tensioni muscolari e a modificazioni vascolari, respiratorie e viscerali, l’allenamento alla distensione muscolare tramite questi metodi può contribuire in modo vantaggioso al ripristino dell’attività cardiaca, respiratoria e digerente, inducendo così anche un alleviamento del carico emotivo e cognitivo che può predisporre a condotte più efficienti.
Imparare a riconoscere gli stati di tensione muscolare costituisce il primo passo per impegnarsi in un processo distensivo utile per ricontattare le sensazioni corporee e allontanarsi da pensieri disturbanti ed intrusivi che interferiscono con il funzionamento della persona.
Tra le principali tecniche scientificamente accreditate, nel manuale vengono annoverate:
- Il rilassamento progressivo di Jacobson che, tramite fasi alternate di contrazione e distensione volontarie dei diversi distretti muscolari, riduce la tensione muscolare residua che può persistere anche in una condizione di riposo;
- Il training autogeno di Schultz che, attraverso un atteggiamento di concentrazione passiva sul proprio corpo, mira a limitare le funzioni di controllo e ad attivare i processi di distensivi e rigenerativi;
- L’esercizio del posto sicuro, mutuato dall’approccio EMDR, che si può configurare come una tecnica di visualizzazione capace di trasportare la persona da una situazione stressante ad una emotivamente più serena e tranquilla;
- Le tecniche mindfulness che permettono l’apprendimento di concentrazione, consapevolezza del momento presente ed accettazione;
- La respirazione addominale che contribuisce a rallentare una respirazione eccessivamente rapida e superficiale;
- La visualizzazione, una tecnica immaginativa grazie alla quale la persona impara a visualizzarsi all’interno di un contesto, reale o immaginario, caratterizzato da sensazioni piacevoli e rilassanti.
Diversi sono i possibili ambiti applicativi all’interno dei quali è possibile integrare l’utilizzo di questi strumenti: da quello squisitamente clinico (trattamento dei disturbi di natura ansiosa) e medico (cefalee, bruxismo, dolore lombare cronico, balbuzie, neoplasie), a quello lavorativo (coaching) e sportivo (allenamento agonistico).
Il recupero del dialogo tra la nostra mente e il nostro corpo, associato a motivazione ed impegno, favoriscono l’interiorizzazione delle tecniche apprese e la loro applicazione in autonomia, potenziando la percezione di autoefficacia personale.