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Parlami di lui e ti dirò chi sei: sfumature linguistiche e identità sociale

Le informazioni circa la nostra identità sociale si mostrerebbero attraverso le sfumature linguistiche che utilizziamo per descrivere qualcuno.

Di Zeno Regazzoni

Pubblicato il 12 Gen. 2016

Quando parliamo, lasciamo spesso trapelare alcune informazioni circa la nostra identità sociale attraverso le sfumature linguistiche che utilizziamo per descrivere qualcuno.

 

Tracce dell’ identità sociale nelle strutture linguistiche

Questo è ciò che ha dimostrato un recente studio condotto da Shanette Porter dell’Università di Chicago, appena pubblicato su Psychological Science: siamo in grado di inferire alcune informazioni sull’identità sociale del nostro interlocutore (come l’etnia o l’orientamento politico) anche basandoci solo sull’utilizzo che questi fa di termini concreti o astratti per descrivere il comportamento di qualcuno.

Effettivamente, nella letteratura degli ultimi quarant’anni è stato ampiamente dimostrato come le persone esprimano le proprie credenze, valori o stereotipi sugli altri attraverso il modo in cui utilizzano il linguaggio: non conta, dunque, solo ciò che diciamo, ma anche come lo diciamo.

Descrivere il comportamento di una persona in modo concreto, utilizzando verbi ben definiti – ‘Luca ha colpito il suo amico‘ – tipicamente indica come quel comportamento sia una singolarità e non sia necessariamente ascrivibile alla personalità di Luca; al contrario, descrivere il comportamento di una persona in modo astratto, utilizzando perlopiù sostantivi e aggettivi – ‘Luca è un violento‘ – lascia ben intendere come quel comportamento descriva (secondo noi) una caratteristica tipica della personalità di Luca.

Già precedenti ricerche hanno rivelato la nostra tendenza ad usare queste sfumature espressive in modo favorevole quando parliamo di qualcuno che ci sta a cuore (o che appartiene al gruppo sociale con cui ci identifichiamo): siamo soliti, infatti, parlare in maniera astratta dei comportamenti positivi dei nostri cari e in maniera concreta dei loro comportamenti negativi. Sorprendentemente, tale tendenza si inverte simmetricamente quando parliamo di qualcuno appartenente ad un altro gruppo (banalmente, un estraneo).

 

Identità sociale e appartenenza al gruppo nelle sfumature linguistiche

Nel presente studio, dunque, Porter e colleghi hanno ipotizzato che le persone siano in grado di inferire da tali sfumature linguistiche se l’interlocutore appartiene o meno allo stesso gruppo sociale della persona di cui sta parlando. Attraverso una somministrazione online, ai partecipanti è stato chiesto di leggere un brano attraverso cui un autore sconosciuto ha descritto un comportamento positivo e negativo di Peter: in una prima condizione il comportamento positivo veniva descritto in termini astratti ed il comportamento negativo in termini concreti; in una seconda condizione il pattern era invertito; ai partecipanti è stato infine chiesto di giudicare se l’autore del brano appartenesse o meno allo stesso gruppo sociale di Peter.

I risultati hanno dimostrato come i partecipanti fossero molto sensibili a tali sfumature espressive: il primo gruppo di soggetti ha ritenuto che l’autore del brano appartenesse effettivamente allo stesso gruppo di Peter, mentre il secondo gruppo è stato di opinione contraria. Una successiva indagine ha poi rivelato come le idee e credenze religiose e politiche dei partecipanti non abbiano minimamente influenzato il loro giudizio.

Stando alle parole della stessa Shanette Porter, dunque:

Questi risultati dimostano come il linguaggio sia uno strumento di comunicazione molto potente, non solo per vie esplicite, ma anche attraverso sfumature più sottili ed implicite: due persone che utilizzano praticamente le stesse parole possono veicolare un informazione assai diversa sulle proprie credenze, sulle proprie attitudini e – in parole povere – sulla propria identità sociale.

Tale relazione tra il linguaggio dell’oratore e l’ identità sociale degli ascoltatori può giocare evidentemente un ruolo chiave nella comunicazione, sia essa meramente pubblicitaria o perfino politica.

Ma, in definitiva, queste conclusioni sono importanti per chiunque voglia comunicare utilizzando il linguaggio: sembra che il modo in cui comunichiamo sia ben più importante dell’effettivo oggetto della nostra comunicazione. O, per dirla utilizzando un linguaggio diverso: sembra che nel modo vi sia un mondo.

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