Un team di ricercatori della Harpur College Binghamton University, ha studiato come la punteggiatura contenuta nei messaggi di testo influenza il significato che attribuiamo al messaggio ricevuto.
I 126 studenti reclutati per l’esperimento hanno dovuto leggere una serie di conversazioni sotto forma di messaggi di testo o di appunti scritti a mano. Nelle 16 conversazioni, il messaggio del mittente conteneva una dichiarazione seguita da un invito formulato come una domanda (per esempio, Anna mi ha regalato i suoi biglietti per il teatro. Vuoi venire?). La risposta del ricevente era una sola parola affermativa (va bene, certo, ok).
C’erano due versioni di ogni scambio: una in cui la risposta terminava con un punto e un’altra in cui non aveva alcuna punteggiatura. Sulla base delle risposte dei partecipanti, i messaggi di testo che si concludevano con un punto sono stati valutati come meno sinceri di quelli senza. I testi scritti a mano, al contrario, non risentivano di questa differenza.
In alcuni follow-up più recenti, la squadra ha anche scoperto che una risposta di testo con un punto esclamativo viene, invece, interpretata come più sincera. Anche se la maggior parte dei segnali sociali e contestuali mancavano, la sincerità dei messaggi brevi è stata valutata in modo diverso a seconda della presenza o dell’assenza di punteggiatura.
Secondo i ricercatori, questi risultati indicano che la punteggiatura influenza il significato percepito dei messaggi di testo, e viene utilizzata da chi si scambia messaggi per trasmettere emozioni e altre informazioni pragmatiche e sociali.
L’abilità umana a comunicare informazioni complesse e utilizzare sfumature nelle conversazioni, non si è arresa di fronte al formato asettico dei messaggi di testo, ma anzi, ha cercato modi alternativi, seppur ancora imprecisi e spesso ambigui, per trasmettere gli stessi tipi di informazioni.