L’incidenza di episodi maniacali ed ipomaniacali nei pazienti depressi sembra spesso doversi imputare al trattamento farmacologico impiegato. Tuttavia, non è stato chiarito il meccanismo attraverso il quale tali farmaci possano predisporre i pazienti depressi a sviluppare questi episodi.
Nel dettaglio, ad oggi sappiamo che gli episodi maniacali acuti si associano all’uso di antidepressivi triciclici (TCA) e a doppia azione (es: SNRI), come ad esempio la venlafaxina. Tra i fattori di rischio più importanti per l’insorgenza del disturbo bipolare vi è una precedente storia familiare del disturbo, un episodio depressivo con sintomi psicotici, la diagnosi di depressione in giovane età ed infine la depressione resistente ai trattamenti.
Nel tentativo di stabilire l’incidenza di episodi maniacali, ipomanicali e del disturbo bipolare tra i pazienti depressi, i ricercatori guidati dal dr. Patel hanno esaminato le cartelle cliniche di 21012 soggetti con un’età compresa tra 16 e 65 anni, che stavano ricevendo un trattamento farmacologico per la depressione unipolare (criteri ICD-10) la cui storia psichiatrica era esente da episodi maniacali o disturbi bipolari.
Gli antidepressivi più comunemente prescritti erano SSRI (35,5%), mirtazapina (9,4%), venlafaxina (5,6%) e i triciclici (4,7%). In seguito, il team di ricerca ha valutato l’incidenza di successive diagnosi di disturbo bipolare ed episodi maniacali tra i pazienti considerati.
L’analisi ha rivelato che il rischio complessivo (annuo) di una nuova diagnosi di disturbo bipolare e di episodi maniacali nel periodo considerato (2006-2013) era del 1,1%, ovvero circa 10,9 pazienti su 1000. Inoltre, il picco di tali diagnosi avveniva tra i 26 e i 35 anni, range nel quale il rischio di nuove diagnosi arrivava al 1,2%.
Dalle analisi statistiche è stato possibile osservare come un qualsiasi precedente trattamento farmacologico antidepressivo era associato ad un aumentato rischio di successive diagnosi di disturbo bipolare e/o episodi maniacali; tale rischio oscillava tra il 1,3% e il 1,9%. Ulteriori analisi hanno rivelato come il rischio maggiore fosse associato all’impiego di SSRI e venlafaxina. Questi farmaci, infatti, risultavano associati ad un aumento del rischio di disturbi bipolari e/o episodi maniacali del 34-35%.
Tra i limiti della ricerca sicuramente vi è l’impossibilità di inferire alcun rapporto di causa-effetto tra le variabili, trattandosi appunto di uno studio osservazionale. Inoltre, i ricercatori hanno voluto sottolineare la possibilità che l’aumento del rischio delle patologie soprammenzionate potesse dipendere più da potenziali disturbi bipolari latenti piuttosto che dal trattamento farmacologico. Infine, non è stato possibile raccogliere adeguatamente tutte le informazioni riguardanti i fattori di rischio del disturbo bipolare e dell’episodio maniacale. Tuttavia, i risultati di questo studio ci invitano a riflettere sull’importanza dell’influenza dei farmaci antidepressivi (ma non solo) sulle patologie in comorbilità nei pazienti depressi.