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Il cercatore perfezionista – Tracce del tradimento Nr. 35

Esistono cercatori la cui spinta verso le tracce di un tradimento costituisce soltanto una faccia del desiderio di controllo sulla vita del proprio partner

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 11 Dic. 2015

TRACCE DEL TRADIMENTO – XXXV. Il cercatore perfezionista

 

Esistono cercatori la cui spinta verso tracce di tradimento costituisce soltanto una faccia di un desiderio di controllo sulla vita del partner. Le tracce rappresentano un’imperfezione del controllo ferreo e totale che si vorrebbe avere sull’esistenza in generale, sul proprio mondo e su chi si ha vicino per sentirsi tranquilli.

Questi cercatori sostengono con forza il diritto a un controllo soffocante della vita del partner. Esiste in queste persone un’ideologia fusionale del vivere in coppia. È evidente che alla base ci sia ansia, queste persone sostengono e appoggiano questa spinta ansiosa ad un dogma etico o lo presentano come una sana abitudine nelle coppie. Non permettono che sfugga un pensiero, una telefonata, un gesto, perché potrebbe rappresentare una piccola breccia che indica una voragine disastrosa nella quale, una volta perso il controllo si può cadere.

Il prototipo è l’atteggiamento ossessivo e perfezionista di una nostra paziente, la quale ha avuto una relazione piena, soddisfacente con un uomo generoso, presente disponibile, ma che è divenuto negli anni sessualmente più pigro, più assente. Anche lei vede calare il suo desiderio, ma questo è l’unico neo di una relazione altrimenti felice. Sono felici di trovarsi a chiacchierare la sera, vanno al cinema e amano stare con un piccolo gruppo di amici che vivono vicino a loro. Insieme hanno comprato una casa, hanno molto amato e molto solidalmente accudito i genitori malati di lei prima e poi di lui. Ma improvvisamente dopo un periodo difficile passato insieme e in completa solidarietà, arriva nella testa di lei il pensiero in forma di ossessione della perfezione mancante del quadro e essa comincia a cercare tracce che giustifichino lo scarso interesse sessuale di lui, comincia ad addolorarlo, a perseguitarlo, a piangere. Lui nega tutto, non ha amanti, a volte è stanco ma le vuole bene, vuole stare con lei, del sesso poco gli importa.

Conosce il valore del rapporto, sta vicino e rassicura ma la bestia ormai è scattata e alla fine si trova una labile traccia di nessun conto, un paio di orecchini sconosciuti nella macchina di lui, di cui lui non sa nulla, ma la donna non si rassegna perché questa piccola ombra basta a intaccare il mito della perfezione, della perfetta condivisione. E da lì arriva in consultazione chiedendo se sia il caso di rompere la relazione perché forse non vale la pena di continuare convivendo con sospetti e con un uomo che non ha adeguato rispetto per l’armonia perfetta che si desiderava e che si sperava di avere impostato. È solo grazie alla infinita pazienza, affetto disponibilità del marito che il matrimonio si è salvato. Egli si è preso per mesi l’incarico di rincuorare, consolare, scusarsi e difendere la storia senza mai stancarsi e convincendo alla fine la moglie del fatto che non avrebbe accettato tanto di buon cuore che lei se ne andasse.

Mariti così sono rari, è facile che le coppie di fronte ad attacchi così determinati si rompano.

 

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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