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Il catalogo dei cercatori Parte II – Tracce del Tradimento Nr. 30

La ricerca delle tracce del tradimento può assumere le forme dell'ossessione e si può cominciare a dubitare di sè e della propria amabilità o dell'altro.

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 06 Nov. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – XXX: Il catalogo dei cercatori Parte II

 

La ricerca delle tracce del tradimento può assumere il colore mentale dell’ossessione. Se si è nell’incertezza si dubita di se stessi, della propria dignità e amabilità, e dell’altro e della sua fedeltà, e si cerca di aumentare il controllo sui fatti per ridurre l’incertezza e sentirsi maggiormente competenti, forti, fiduciosi nei propri mezzi, competenti nel controllo della propria esistenza. Il rimuginio accompagna il cercatore di tracce ed è il suo compagno mentale.

Possiamo definire il rimuginio come una attività mentale verbale astratta con contenuti catastrofici riguardanti il futuro. Il rimuginio nasce come tentativo di prevedere il futuro in modo più preciso e minuzioso, per ridurre l’incertezza che si presume catastrofica, per tenere sotto controllo le proprie emozioni negative. È presente negli ansiosi e nei disturbi dell’alimentazione e nelle ossessioni. Quando si rimugina ci si allontana dal mondo reale e si va nel mondo mentale e astratto delle proprie più catastrofiche paure, si va a vivere in un altro posto minaccioso e doloroso e più si sta nel mondo della paura più la paura che si voleva scacciare, aumenta.

Tutto questo diventa più grave quando ci si trova in situazioni di reale stress esistenziale, come ad esempio il timore dell’abbandono da parte del proprio compagno di vita. Il problema di questo fenomeno è che essendo mentale e astratto porta con sé una tendenza al distacco dalla realtà, dal sano pragmatismo che ci fa sdrammatizzare le cose e ci consente di affrontarle. Ci si allontana in un mondo mentale pieno di contenuti catastrofici e in modo ripetitivo si orienta la propria attenzione agli aspetti negativi del futuro, con l’illusione di prepararsi all’azione ma in realtà adottando una preparazione all’azione dannosa e disfunzionale per gli scopi che ci si prefigge. L’atto del cercare che spesso si rivela non portare a nulla di preciso, ma a volte, pur portando a qualcosa di determinato, non annulla il problema del cercatore che più che essere preoccupato del rapporto deve risolvere il dubbio sulla propria non amabilità.

Lo stato mentale del cercatore parte dalla gelosia (e quindi dalla scarsa autostima e dalla scarsa amabilità) ed è volto alla risoluzione dell’incertezza, è accompagnato da rimuginio, angoscia, rabbia e curiosità. Ma questo insieme di emozioni, scopi e comportamenti non prevede strategie organizzate una volta che il dubbio sia sciolto in un senso o nell’altro. Vi è un grande e vasto gap tra l’accuratezza di chi cerca, la capacità di setacciare con assoluta minuziosità la casa e i beni dell’amato e la scasa efficacia della strategia quando per caso un tradimento appaia certo. La conferma ci trova impreparati, nei casi buoni vi saranno rimproveri, rabbia, pianti e accuse, nei casi severi la distruzione di se stessi e di un rapporto che si poteva salvare.
Occorrerà un grande sforzo e concentrazione per affrontare in modo lucido e strategico la nuova fase della conoscenza, facendo sì che non ci si lasci travolgere da sentimenti ed emozioni forti e confusi, ma mettendoli al servizio di una strategia esistenziale che porti alla serenità nel medio o nel lungo tempo.

Stefanella aveva trovato nel cellulare le tracce inequivocabili di un tradimento del marito con una persona che lei da diversi anni sospettava essere nel cuore di lui. La crisi, condotta con rabbia e determinazione, accuse, pianti, botte e ricatti, non consentì nessun tipo di giustificazioni e dialogo al marito. Era in colpa e doveva pagare. La coppia si ruppe con un enorme frastuono per le famiglie, gli amici e i colleghi di lavoro. A tutti lei chiese di schierarsi e se non accettavano li cacciava dalla sua vita per sempre.
La sua esistenza cominciò a svolgersi tra le stanze del suo avvocato, le poche amiche rimaste e la parrocchia. Non riusciva a parlare di nulla che non fosse il torto subito, non riusciva a passare in alcun modo dalla rabbia a sentimenti di mancanza, di perdita o di rassegnazione. La sua vita divenne imbalsamata intorno ai giorni della scoperta. Tutto si fermò. Questa posizione ripetitiva e dolorosa tenuta per più di quindici anni consumò la sua vita e non le consentì in alcun modo di costruirsi alternative, nuovi progetti, nuove speranze e rapporti. La rabbia per il torto subito dal tradimento non le consentì in alcun modo di elaborare l’evento doloroso e andare avanti nella costruzione di un progetto alternativo.

Ma come potremmo suddividere i diversi tipi di cacciatore di tracce? Perché si possono trovare delle differenze e delle categorie che corrispondono ovviamente a diversi assetti interni cognitivi ed emotivi. Risponderemo con i prossimi articoli.

 

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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SCRITTO DA
Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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