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La caccia, ovvero l’eccitazione della ricerca – Tracce del tradimento XXXI

La persona cercatrice di tracce non abbandona mai la coppia ma fa il gioco perverso del malessere e della gelosia come viagra relazionale

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 13 Nov. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – (XXXI: La caccia, ovvero l’eccitazione della ricerca)

 

C’è chi cerca tracce di tradimenti per tenere vivo il rapporto, l’eccitazione dell’incertezza crea uno stato emotivo di curiosità timore e amore che può in alcune circostanze essere preferibile a una paciosa sopravvivenza quotidiana. I cacciatori di questo tipo conoscono l’ossessione della passione amorosa e disconoscono la tranquillità di un amore soddisfatto.

Questi soggetti hanno avuto una relazione inizialmente eccitante, complessa, tormentata, ostacolata. Tuttavia quando tutti gli ostacoli si sono sciolti e finalmente si è insieme e si fanno progetti e si diventa più affini, iniziano ad annoiarsi. Iniziano i primi screzi. Ci si trova davanti a una titubanza affettiva in cui manca l’eccitazione che si aveva inizialmente ma ancora non si ha una visione organica dell’esistenza comune.

La ricerca delle tracce assume la funzione di una ossessione rivitalizzante. Se si trova qualcosa il dolore e l’incertezza, il timore della perdita, richiamano il vecchio sentimento, possono consentire un avvicinamento tormentoso come all’inizio della storia. Se non si trova nulla si continua a cercare. La ricerca è come una caccia, si fa nei ritagli di tempo, si aprono sempre le stesse lettere segrete, si fruga nei cassetti, si centellina l’analisi di smozzicate frasi del passato. Serve questo per eccitarsi, per pensare immaginare il proprio uomo come conteso, affascinante, bello, appartenente a un’altra che lo porta via. Lo si immagina diverso, lo si ama immaginandolo diverso da come egli è. La persona cercatrice di tracce non abbandona mai la coppia ma fa il gioco perverso del malessere e della gelosia come viagra relazionale.

“Sono venuti in seduta per una consultazione di coppia due persone di mezza età, con una crisi di coppia dolorosa ma a cui nessuno poteva in nessun modo rinunciare. L’uomo, un uomo bello e molto ansioso, con una storia difficile alle spalle aveva una ossessione di gelosia per la donna, una bella donna ambivalente e sfuggente che, spesso durante il giorno si prendeva “spazi liberi per pensare” e spegneva il telefono rendendosi irreperibile. Conservava molti amici del passato con i quali intratteneva messaggi telefonici e telefonate lunghe e misteriose. L’uomo sempre più spesso di questo si adombrava, si arrabbiava, si inferociva, e sempre più lei si faceva vana e sfuggente. Anzi più lui si faceva stringente chiedendo controllo e rassicurazioni in modo duro e rimproverante, più lei si faceva ambigua, senza però mai allontanarsi. Nessuno voleva realmente risolvere la situazione con una separazione ma si viveva così tirandosi addosso i cellulari quasi ogni giorno, con urla, inseguimenti, minacce mai messe in pratica, nessuno voleva rinunciare al proprio comportamento e nessuno sapeva rinunciare al tentativo di cambiare quello dell’altro.”

 

Questa coppia è venuta a cercarci per una richiesta di terapia nel tentativo di capire qualcosa del tormento che li affliggeva e timorosi delle crisi di rabbia che si facevano sempre più vaste e durature. Dopo alcune sedute tempestose in cui si sono scambiati sospetti e veleni senza affatto curarsi del terapista, ci hanno lasciato così come erano arrivati da noi, isolati, cuciti per sempre nella relazione eccitante e dolorosa che non volevano addolcire e alla quale non volevano rinunciare.

Il rapporto che diventa stabile abbandona evidentemente la ferocia erotica dell’inizio per stabilizzarsi su una comunicazione, una vicinanza, una dolcezza della compagnia reciproca che alcuni temono moltissimo. Essi interpretano questa fase come una perdita dell’eden sublime nel quale vivevano.

Il tradimento subito, la minaccia dell’abbandono potrebbe avere la funzione di riaccendere nella disperazione la vecchia fiamma. È racconto comune che alcune coppie, dopo tradimenti e riappacificazioni raccontino incontri sessuali finalmente di nuovo eccitanti, con l’epica del sesso assoluto legata alla paura della minaccia della perdita. Queste caratteristiche spiegano il cercare (o inventare) tracce del tradimento come un tentativo di conservare una sessualità e una passione per l’altro che diano ragione del rapporto. E della quale non si sa fare a meno.

In questi casi è chiaro che non si è imparato a vivere una relazione che sia fondata su un amore diverso da quello passionale. Non si conosce, o non si vuole o si considera noioso un amore basato sulla tenerezza, sulla compagnia reciproca sulla solidarietà. Nel paragone tra questi tipi d’amore ci si basa sulla potenza dell’emozione in gioco, della sofferenza del batticuore e non si sa valutare altro.

Il cercar tracce e il tradimento dell’altro sono una necessità che salva il rapporto. Indipendentemente dalla concretezza del tradimento. Un’allucinazione necessaria.

 

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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SCRITTO DA
Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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