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Il Provocatore Parte Seconda – Tracce del Tradimento Nr. 25

Il rapporto tra provocatore e provocato è un continuo negarsi e inseguire: gli amanti sono semplici comparse in un gioco tutto della coppia originale.

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 02 Ott. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO XXV: Il Provocatore Parte Seconda

 

Il rapporto tra provocatore e provocato è un continuo minuetto: io, provocatore, mi allontano fino a che tu non ti allarmi e mi insegui a riprova di quanto mi ami, se poi indignato ti allontani offeso, sarò io a spaventarmi e ad inseguirti.

Un continuo negarsi e inseguire: tutti gli altri, amanti occasionali o stabili per la vita non sono che semplici comparse in un gioco che è tutto della coppia originale. Si tratta delle coppie ad elastico che hanno un’ottima resistenza a meno che per errore l’elastico non venga tirato troppo forte. Talvolta entrambi i coniugi condividono la stessa visione delle cose e sono entrambi dei provocatori: si controlleranno per tutta la vita non fidandosi l’uno dell’altro e alimenteranno costantemente la gelosia dell’altro con amanti più o meno immaginari.

Il loro sarà un rapporto burrascoso, mai sereno e scontato, apparentemente sempre in bilico e sul punto di finire ma, in realtà, solidissimo e ricco di emozioni. Anche la sessualità sarà particolarmente vivace perché mai scontata e sempre popolata di altri fantasmi con cui confrontarsi. Se due provocatori stanno insieme il gioco, ancorché impegnativo, può essere divertente e le emozioni per i partecipanti assicurate; la strategia ottiene esattamente lo scopo per cui era stata creata: mantenere alte le emozioni del sistema, senza tuttavia mettere a repentaglio la stabilità del sistema stesso. Il clima costante di conquista possibile e di perdita possibile è continuamente presente per la gioia di entrambi. Anche i figli, i parenti e gli amici tutti inizialmente sono allarmati dalla burrascosità del rapporto, si mettono in mezzo, propongono mediazioni, accorrono premurosi al capezzale della coppia sempre agonizzante, poi, dopo tanti Al lupo! Al lupo! si rendono conto che quello è il loro modo di stare insieme e finiscono per sopportarli annoiati o per evitarli.

Cosa succede se le provocazioni non sono raccolte? Se il coniuge sicuro della relazione non si allarma e sottovaluta le tracce lasciate dal provocatore? In questo caso quest’ultimo è costretto ad alzare il tiro. Le tracce vengono lasciate con più frequenza e vengono quasi sbattute in faccia al coniuge per richiamare la sua attenzione. Il comportamento tranquillo del coniuge è sentito come una minaccia dal provocatore che vede confermate le sue ipotesi circa il disinteresse che il coniuge prova nei suoi confronti e ciò lo spinge da un lato a lasciare, quasi con rabbia, tracce sempre più evidenti e dall’altro a sovradimensionare l’importanza del rapporto con l’amante che potrebbe diventare il nuovo rapporto di riferimento se tutte le manovre di rianimazione della passione nel precedente rapporto dovessero fallire.

In questo caso il gioco per riattivare il rapporto conduce invece alla sua fine. Infatti un conto è il motivo per cui si fanno le cose, un conto è l’effetto che si ottiene: non sempre l’effetto ottenuto è quello desiderato e quella che doveva essere una relazione di supporto al rapporto principale può improvvisamente scardinarlo e invertire i ruoli. Lo spostamento di centralità da uno all’altro rapporto può determinarsi se il provocatore avverte il secondo rapporto più importante del primo, proprio perché più a rischio e dunque più denso di possibili escursioni emotive. In quel caso l’escluso diventa finalmente importante ma resterà sempre per lui il marchio di non essere stato scelto per quello che è ma per essere una provocazione rispetto al partner originale. In genere questo secondo rapporto, anche quando sostituirà il primo, non avrà le basi per essere duraturo perché non nasce come fine in sé quanto piuttosto come strumento di comunicazione all’interno di un’altra coppia.

Romano, di cui abbiamo parlato nell’articolo XXIV di questa serie, effettivamente tirò troppo la corda e finì per mettere incinta una sua amante occasionale non più importante delle precedenti. Era intenzionato a interrompere la gravidanza ma non altrettanto la sua compagna che avvertì la moglie aprendo una crisi che condusse al divorzio. Successivamente si sposò con la nuova compagna ed ebbe da lei altri due figli conducendo un’esistenza serena e forse anche felice. Tuttavia ancora oggi dopo quasi vent’anni quando usa il termine moglie state pur certi che si riferisce alla sua prima moglie.

Normalmente tuttavia le cose vanno come sperato dal provocatore: il coniuge si insospettisce e manifesta crescente gelosia, i suoi pensieri e le sue attenzioni tornano a concentrarsi sul provocatore che si sente rassicurato circa l’amore del coniuge, sperimenta una ritrovata beatitudine e smette di seminare tracce. A questo punto inizia le manovre di distanziamento dall’amante che tuttavia possono essere più complesse del previsto e richiedere un certo tempo; durante questo tempo possono crearsi vari incidenti di percorso.

Ad esempio il coniuge, ormai allertato, percepisce e ricerca tracce anche molto modeste, nonostante il provocatore abbia smesso di lasciarle e finisce per perdere la pazienza: se il coniuge minaccia l’abbandono o lo mette in atto siamo all’apoteosi! Il provocatore prova un dolore di perdita intenso che lo rassicura definitivamente anche sul sentimento che lui prova verso il coniuge e dunque pianta in asso immediatamente l’amante e si tuffa rapidamente nel rito della grande pacificazione: la coppia vive una rinnovata luna di miele, spesso ci sono viaggi di nozze bis e un rifiorire dell’attività sessuale. L’amante mollato su due piedi a volte viene persino ringraziato (dopo il danno pure la beffa) per aver aiutato il nostro provocatore a ritrovare ciò che veramente conta nella sua esistenza.

Dalla lettera di Luisa al suo amante Marco ‘…Forse in questo momento di dolore non lo crederai ma per me resterai qualcosa di unico nella mia vita, tu mi hai fatto ritrovare me stessa, una Luisa che non conoscevo più e che avevo perso nella monotonia della quotidianità. Grazie a te ho riscoperto le cose che veramente contano come i miei figli e la mia famiglia, compreso mio marito, e che ora amo più di prima e nello stesso tempo li odio perché mi allontanano per sempre da te…’

Naturalmente non tutti gli amanti ci stanno a essere messi alla porta così improvvisamente e possono dunque opporsi con forza alla manovra di rientro nei ranghi del provocatore; il malcapitato può a questo punto sentirsi in pericolo perché il coniuge lo controlla e non gli perdonerebbe altri passi falsi ed allora può tentare un’alleanza con il coniuge stesso, confessando tutto e chiedendogli esplicitamente di dargli una mano ad allontanare l’ex amante ormai diventato ingombrante. Le alleanze si ribaltano improvvisamente la complicità non è più tra i due amanti a danno del coniuge, ma tra i due coniugi a danno dell’amante: il doppio tradimento è consumato nella sua forma perfetta. Non sempre la soluzione di una crisi come questa è incruenta, si leggono casi in cui per tutelare la coppia originaria dalle pressioni di un amante che non vuole mollare la presa vengono agiti comportamenti violenti. E’ recente la storia di cronaca di una ragazza uccisa a vent’anni da un uomo che non accettava che la gravidanza di lei mettesse in discussione sua moglie e la sua precedente famiglia. In genere se si vuole spingere per soluzioni a proprio favore e si è l’amante è conveniente non essere sole o almeno essere in situazioni pubbliche in modo da potersi tutelare qualora si abbia a che fare con degli aspetti del proprio amante che emergono improvvisi e che possono costituire una minaccia per la propria vita.

Ma di solito le cose vanno più tranquillamente, la coppia si riconcilia e dopo la grande pacificazione la vita riprende serena nel ricordo del trambusto appena passato. A lungo andare la quotidianità riprenderà i suoi ritmi e la monotonia assopirà di nuovo le emozioni e prima o poi ci sarà necessità di una nuova riedizione del dramma. Spesso ad assumersi il ruolo di provocatore è il coniuge che nella puntata precedente aveva il ruolo di vittima, ma non è detto che sia sempre così. Talvolta invece dell’equilibrio si preferisce premiare la specializzazione cosicché il provocatore ripete la propria parte con maggiore maestria e la vittima, ormai espertissima nella ricerca di segnali, ci metterà meno tempo dell’altra volta a dare lo scacco matto.

L’alternanza dei ruoli consente a ciascuno di scegliere il tempo giusto per riattivare il rapporto e quindi le esigenze di entrambi vengono maggiormente rispettate. Se al contrario è sempre uno dei due a iniziare è possibile che lo faccia con una eccessiva frequenza per i gusti dell’altro e ciò potrebbe prima irritarlo e poi annoiarlo, conducendo ad un allontanamento che il gioco vorrebbe proprio evitare. Lo stesso risultato di una precarietà del rapporto che mantiene vivo il desiderio e le emozioni inerenti lo stare insieme è ottenibile senza il coinvolgimento di un amante e senza innescare il meccanismo della provocazione: lo si vede attivo in quelle coppie che litigano sempre e su tutto e che gli amici si chiedono perché mai non si lascino. Sono in realtà coppie saldissime che non si lasceranno mai: il litigio è per loro la vera dimensione dell’amore. Attraverso il conflitto mantengono sempre il rapporto in un territorio ibrido, dove si sta insieme e si sta sempre sull’orlo dell’abbandono e della insoddisfazione, in una continua altalena di emozioni, prova certa del reciproco amore. L’oggetto su cui litigare può essere sempre lo stesso (soldi, educazione dei figli, rapporti con le famiglie di origine, sedentarietà versus attivismo) ma si può cambiare oggetto ogni volta. Basta comunque litigare.

 

 

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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