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Prestazioni cognitive migliori? Basta lasciarsi contagiare da chi ci sta vicino!

Lo sforzo cognitivo sarebbe contagioso: la concentrazione del vicino di scrivania sembrerebbe influenzare e intensificare il nostro livello di attenzione.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 26 Ott. 2015

Secondo un recente studio lo sforzo cognitivo e mentale sarebbe contagioso: lo sforzo mentale del vicino di scrivania sembra influenzare e intensificare il vostro livello di concentrazione.

Se avete bisogno di concentrazione, puo esservi utile sedere accanto a chi sta facendo qualcosa con il massimo dell’impegno. Secondo un recente studio infatti lo sforzo cognitivo e mentale sarebbe contagioso: lo sforzo mentale del vicino di scrivania sembra influenzare e intensificare il vostro livello di concentrazione.

Fin dagli anni sessanta la cosiddetta Teoria della Facilitazione Sociale sostiene che la presenza di altre persone renderebbe più semplice l’attuazione di comportamenti automatici, mentre sarebbe un fattore distrattore per l’attuazione di comportamenti che richiedono elevati livelli di attenzione e concentrazione.

Un team di ricerca belga si è chiesto in che modo quello che fanno le persone accanto a noi può influenzare le nostre performance e le nostre capacità di concentrazione.

I soggetti sperimentali dovevano svolgere una versione del Test di Simon seduti vicino –allo stesso pc- con un’altra persona: quadrati di diversi colori appaiono sul lato destro o sinistro dello schermo di un computer. Quando due dei possibili colori appaiono dal proprio lato, il soggetto deve pigiare il piu velocemente possibile un tasto sulla tastiera. Migliori performance corrispondono a bassi di tempi di reazione e minori errori.

Seppur seduti vicini e allo stesso computer, i soggetti non collaborano allo svolgimento del compito, né vengono istruiti ad assumere un atteggiamento competitivo.

Manipolando alcuni aspetti specifici del compito gli sperimentatori hanno poi creato le condizioni per sottoporre i soggetti a elevati livelli di difficoltà del test, che per l’appunto richiedevano un significativo sforzo di concentrazione e attenzione per ottenere delle buone performances.

Ebbene sì, i risultati confermano che lo sforzo mentale, attentivo e di concentrazione è influenzato da chi si ha vicino: nel momento in cui uno dei membri della coppia è impegnato nella versione più difficile del task, l’altro membro presenta prestazioni migliori – indicando che in qualche modo sta anch’egli lavorando con maggiore attenzione e concentrazione.

I ricercatori speculano sulla spiegazione dei meccanismi sottostanti a tale risultato partendo dalla postura corporea: chi è impegnato in un massivo sforzo mentale assume una specifica postura maggiormente in tensione, con indicatori posturali tipici della concentrazione elevata, che inconsapevolmente osservati dall’altro membro della coppia possono incidere in modo retroattivo sulla concentrazione di quest’ultimo.

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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