Più dell’80 % delle persone che hanno avuto un episodio di depressione maggiore rischiano che l’episodio si ripresenti di nuovo nel corso della loro vita. Tra i meccanismi cui può essere attribuita l’elevata percentuale di ricaduta vi è l’attenzione selettiva verso certi stimoli.
In una recente ricerca è stato analizzato il bias attentivo verso determinate espressioni facciali in un gruppo di donne con un passato di episodi depressivi e in un gruppo di controllo.
A ogni soggetto venivano mostrate espressioni facciali neutre, tristi, felici o arrabbiate.
Il risultato è interessante: utilizzando la tecnica dell’eye-tracking è emerso che le donne con una storia anamnestica di depressione prestavano maggiore attenzione ai volti che esprimevano rabbia e collera.
Inoltre, i ricercatori hanno rivalutato nel corso dei successivi due anni le medesime donne per monitorare gli episodi di ricadute depressive. Tra le donne con storia di depressione, sono proprio coloro che prestano maggiore attenzione ai volti rabbiosi ad avere maggiore rischio di recidiva del disturbo nel medio termine.
In qualche misura è come se i soggetti a maggior rischio di ricaduta depressiva fossero iper-vigili alle espressioni facciali frequentemente legate al criticismo, al conflitto e alla svalutazione. Infine gli autori speculano sulle ricadute applicative considerando la possibilità di mettere a punto training attentivi sulle espressioni facciali nelle psicoterapie per la depressione.
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BIBLIOGRAFIA:
- M. L. Woody, M. Owens, K. L. Burkhouse, B. E. Gibb. Selective Attention Toward Angry Faces and Risk for Major Depressive Disorder in Women: Converging Evidence From Retrospective and Prospective Analyses. Clinical Psychological Science, 2015; DOI: 10.1177/2167702615581580