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Il dolore acuto e prolungato nei neonati: ricerca esplorativa presso l’Unità Operativa Intensiva Patologia Neonatale di Padova

L’obiettivo principale dell'analisi esplorativa è quello di apportare un contributo alla ricerca nell’ ambito dello studio del dolore nei neonati prematuri.

Di Redazione

Pubblicato il 28 Lug. 2015

Questo articolo ha partecipato al Premio State of Mind 2014 Sezione Junior

Il dolore acuto e prolungato nei neonati: ricerca esplorativa presso l’Unità Operativa Intensiva Patologia Neonatale di Padova

Autore: Francesca Babetto 

 

PAROLE CHIAVE: Dolore, Prematuri, EDIN, FLACC, DAN

INTRODUZIONE:

[blockquote style=”1″]Il dolore che abbiamo sofferto in passato ha molto a che fare con ciò che siamo oggi[/blockquote] è da questa considerazione dello psichiatra americano William Glasser che ha preso origine questo mio progetto di tesi. Il dolore sofferto in passato ha un’influenza prepotente sulla nostra vita, sul nostro comportamento e sulle nostre relazioni.

E se il dolore fosse la prima esperienza che proviamo appena venuti al mondo? Se il momento tanto magico quanto fondamentale per lo sviluppo psico-motorio della nascita si trasformasse nella nostra prima esperienza di dolore e di abbandono? Come si riesce a capire se i neonati provano dolore vista la loro impossibilità ad una comunicazione verbale? Queste le domande che mi sono posta prima di iniziare quest’esperienza di tirocinio e di tesi.

Nella prima parte del mio elaborato ho infatti voluto evidenziare quali fossero le conoscenze attuali sul dolore: l’evoluzione della sua definizione nel tempo, gli aspetti biologici che lo determinano, i differenti tipi di dolore e, infine, l’evoluzione della diagnosi di dolore nel DSM. Successivamente ho voluto approfondire quelle che sono le conoscenze relative al dolore provato dai neonati, ed in particolare dai neonati prematuri, che si trovano quotidianamente ad essere sottoposti ad un gran numero di procedure dolorose.

Successivamente ho voluto compiere una ricerca bibliografica sull’evoluzione della valutazione del dolore in ambito medico, anche alla luce della recente normativa (Legge n. 38 del 15 marzo 2010) che prevede, assieme ai parametri vitali, l’inserimento della valutazione del dolore nella cartella clinica sia infermieristica, sia medica. Successivamente ho proseguito la mia ricerca individuando e confrontando tra loro i principali strumenti utilizzati ed utili per la valutazione del dolore in ambito pediatrico e neonatale.

Nell’ultimo capitolo, ho esposto obiettivi, ipotesi, caratteristiche dei partecipanti, strumenti utilizzati, analisi dei dati e discussione della ricerca che ho condotto, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2014, presso l’Unità Operativa di Terapia Intensiva e Patologia Neonatale dell’Azienda Ospedaliera di Padova.

Nella mia ricerca ho concentrato l’attenzione su due aspetti del dolore, procedurale e prolungato, provato dai neonati ricoverati presso quell’Unità Operativa. Da un lato ho voluto osservare la differente percezione del dolore dei neonati sottoposti a prelievo venoso piuttosto che a puntura sul tallone, nel caso in cui queste procedure fossero associate o meno a suzione non nutritiva. Dall’altro lato ho voluto valutare il dolore prolungato provato dai piccoli pazienti, conducendo una prima indagine sulle proprietà psicometriche di uno strumento osservativo mai utilizzato prima con bambini così piccoli, la scala FLACC. (Merkel, Voepel-Lewis, Shayevitz e Malviya, 1997).

L’obiettivo principale della analisi esplorativa che ho condotto è stato quello di apportare un contributo alla ricerca nell’ambito dello studio del dolore nei neonati prematuri. Le ipotesi che hanno guidato la presente ricerca si sono mosse in due ambiti principali, uno relativo al dolore acuto e uno relativo al dolore prolungato. Per quanto riguarda il dolore acuto ho voluto indagare se vi fosse una differente risposta comportamentale, nel caso in cui il bambino venisse sottoposto a venipuntura o a puntura da tallone, previa o meno somministrazione di saccarosio. Per raccogliere i dati di queste osservazioni ho utilizzato la scala DAN (Douleur Aigue du Nouveau-né, Carbajal, Paupe, Hoenn, Lenclenr & Olivier-Martin, 1997).

La decisione di concentrarmi su queste due procedure dolorose è data dal fatto che, durante la giornata, i neonati ricoverati vengono sottoposti anche più volte a questo tipo di controlli decisamente dolorosi, come evidenziato all’interno delle linee guida per la prevenzione e il trattamento del dolore nel neonato: “Considerare l’uso della venipuntura piuttosto che il prelievo dal tallone nei neonati a termine e nei prematuri di maggior peso, perché meno dolorosa e più efficace in mani esperte”(Lago, Merazzi & Garetti, 2008). Mi aspetto quindi che il neonato percepisca meno dolore quando viene sottoposto a venipuntura, rispetto alla puntura da tallone. Mi aspetto inoltre che percepisca meno dolore quando gli viene somministrato saccarosio prima del prelievo, qualsiasi sia la locazione della puntura, e che il ritorno allo stadio basale sia più rapido se gli viene somministrato il saccarosio prima del prelievo. Mi aspetto infine che vi sia una relazione tra i giorni di vita del bambino e la sua percezione del dolore: bambini che sono stati sottoposti ad un maggior numero di procedure dolorose manifesteranno, a mio avviso, un comportamento di dolore più evidente. Relativamente al dolore prolungato ho invece voluto provare a validare la scala FLACC (Face, Legs, Activity, Cry, Consolability, Merkel, Voepel-Lewis, Shayevitz e Malviya, 1997), uno strumento già utilizzato per valutare il dolore nei bambini ma validata solo per bambini dai 2 mesi di età in poi.

Per capire se questa scala potesse essere utilizzata con i neonati prematuri, l’ho confrontata con lo strumento attualmente utilizzato per la valutazione del dolore prolungato presso l’Unità Operativa di Terapia Intensiva e Patologia Neonatale, ossia la scala EDIN (Echelle Douleur Inconfort Nouveau-né, Debillion, Zupan, Ravault, Magny & Dehan, 2001).

 

 

ALLEGATO 1

ALLEGATO 2

ALLEGATO 3

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