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Cartoni animati & alimentazione dei bambini: gli effetti della visione di protagonisti sovrappeso sul consumo di cibi grassi

Secondo uno studio i bambini tenderebbero a consumare cibi più grassi se appassionati di cartoni i cui protagonisti sono sovrappeso.

Di Laura Pancrazi

Pubblicato il 29 Lug. 2015

FLASH NEWS

Secondo uno studio recentemente effettuato da un team dell’Università del Colorado, i bambini tenderebbero a consumare cibi più grassi se appassionati di cartoni i cui protagonisti sono sovrappeso.

La ricerca, pubblicata online sul Journal of Consumer Psychology, dimostra per esempio che i bambini sono influenzati dalle rotondità di Grimace, un “ingombrante” personaggio amante dei milk-shake creato da McDonald negli anni Settanta. La dottoressa Margaret Campbell, docente di marketing presso l’Università del Colorado, afferma: [blockquote style=”1″]I ragazzi che seguono questo cartone consumano una doppia quantità di “cibo-spazzatura” rispetto a coloro che ammirano personaggi più sani o che non ne ammirano affatto.[/blockquote]

La prima scoperta interessante in merito è che i bambini tendono ad applicare gli standard umani di valutazione della massa corporea anche a personaggi immaginari. In altre parole, classificherebbero anche le figure dei cartoni animati, per cui non esistono degli standard definiti, come sottopeso, sovrappeso o sane.

Oltre a ciò, sembra proprio che affezionarsi a un personaggio “paffutello” renderebbe i ragazzi più indulgenti nella scelta del tipo di cibi da consumare. Lo studio coinvolgeva 300 bambini e ragazzi di 8, 12 e 13 anni, testati in gruppi suddivisi per età, ai quali era innanzitutto data la possibilità di esprimere le loro personali credenze sul tema della salute, scegliendo tra sei coppie di figure e parole legate a comportamenti quotidiani più o meno sani (per esempio giocare all’aria aperta vs guardare la tv, oppure latte vs coca-cola) prima di iniziare il test vero e proprio. Questo per cercare di capire in che misura le credenze personali e l’esperienza pregressa potessero influenzare i risultati dei test. Poi si procedeva alla visione di cartoni animati scelti proprio sulla base della forma fisica dei loro protagonisti, e in seguito si somministrava un test del gusto per indagare in che modo le scelte dei bambini si fossero modificate.

Come già accennato, la ricerca dimostra che la scelta dei ragazzi cambia in senso negativo, orientandosi verso scelte meno salutari, in seguito alla visione di questo tipo di cartoni animati. Lo studio ha risvolti importanti, considerando che viviamo in un mondo in cui i bambini si confrontano costantemente con personaggi di svariato genere (nei fumetti, nei videogames, nei film e nei programmi TV). Per questo motivo, sarebbe fondamentale che le grandi aziende facessero scelte di marketing più responsabili.

La dottoressa Campbell aggiunge: [blockquote style=”1″]Credo che i genitori dovrebbero essere consapevoli del modo in cui i loro figli associano cibo e divertimento. Il marchio Kellogg è l’esempio di una scelta responsabile in questo senso: anni fa, la figura della tigre Tony è stata modificata secondo standard più sani, rendendola un personaggio atletico e snello che richiama alla mente idee più salutari sul consumo di cibo.[/blockquote]

 

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Laura Pancrazi
Laura Pancrazi

Psicologa clinica. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

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