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Sull’intimità, lontano dal frastuono dell’amore (2014) di François Jullien

Sull’intimità è un interessate saggio di François Jullien, che tratta del significato della vicinanza emotiva che porta due persone a definirsi intimi.

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 27 Mag. 2015

Sull’intimità è il titolo di un interessate saggio di François Jullien, che tratta appunto del significato della vicinanza emotiva che porta due persone a definirsi intimi. L’autore ci mostra che essere intimi non significa per forza conoscere i fatti; non significa farsi spazio nella vita dell’altro, ma fare spazio all’altro nella propria vita, facendo un passo indietro piuttosto che un passo avanti.

Il libro è direttamente indirizzato alla figura femminile a partire dalla dedica che recita A colei che vi si riconosce, e prosegue delineando uno scenario di esodo dalla Francia della Seconda Guerra Mondiale (traendo le immagini dal libro di Georges Simenon, Il treno) in cui i protagonisti, sconosciuti fino al momento della partenza del treno, possono costruire un’intimità nel poco tempo che li accomuna, utilizzando un dentro segreto dove rifugiarsi contro un Esterno in disfacimento.

Intimità quindi intesa come spazio che può unire due persone non per forza esperte l’uno dell’altra, né conoscenti di lunga data: intimità piuttosto come spazio mentale dove ognuno è pronto a accogliere l’altro, dove i due possono insieme trovare un’alternativa a un contesto esterno in questo caso ostile e disperato.

In modo simbolico, estremizzando quello che può accadere a tutti noi nella quotidianità, i due protagonisti del romanzo decidono tacitamente di costruire questo spazio alternativo e privato senza utilizzare parole, ma solo attraverso gli sguardi, dispensando la loro intimità, appunto, dalle chiacchiere.

Ecco allora come l’autore ci mostra che essere intimi non significa per forza conoscere i fatti; non significa farsi spazio nella vita dell’altro, ma fare spazio all’altro nella propria vita, facendo un passo indietro piuttosto che un passo avanti. Spesso, secondo l’autore, c’è un vizio di forma che ci porta a concepire l’intimità come la capacità di due persone di mettersi una di fronte all’altra: secondo lui, al contrario, la vera intimità sta nel mettersi dalla stessa parte di fronte al Fuori del mondo e della vita errante […] fianco a fianco a sentire, a guardare. In questo senso, l’intimità si configura come l’alternativa alle relazioni con il mondo convenzionale, come cioè quella relazione in cui annullando la distanza tra di loro, possono rimettere a distanza il mondo.

Intimità però vuole dire anche condivisione di uno spazio comune costruito dalle due persone, che non sarebbe stato possibile senza l’intenzione di entrambi, e che adesso sottostà a regole nuove e idiosincratiche di quello spazio interiore.

Jullien procede dunque con uno studio dell’etimologia della parola intimità, e del suo senso nelle diverse lingue antiche, per arrivare al significato religioso dell’intimità e a come questa sia apparsa con significati diversi nei diversi culti. Coerentemente con il sottotitolo del libro (lontano dal frastuono dell’amore), l’autore prosegue con un’analisi approfondita di cosa significhi l’intimità nelle relazioni di coppia, spesso ridotte (dal punto di vista di Jullien) alla parola amore.

Come dicevamo, l’intimità viene perseguita per sottrazione: in questo senso, togliere uno scopo alla relazione e eliminare un obiettivo che interessa la controparte è necessario perché la relazione diventi intima:

ciò che rende possibile l’intimità […] è che non ci siano più mire né progetti sull’Altro; in altri termini, che non si voglia né ci si attenda nulla da lui; che si liberi la relazione da qualsiasi finalità e interesse.

Ecco allora che il concetto stesso di intimità si svincola dalle relazioni amorose, per caratterizzare anche quelle relazioni di amicizia in cui, appunto, non ci si muove nel rapporto con una precisa finalità o con un obiettivo che interessa l’altro, ma avendo il rapporto stesso come unico interesse.

Uno degli aspetti più interessanti e innovativi che permea tutto il saggio di Jullien è la revisione del concetto di intimità, che non è concepita per nulla come qualcosa di delicato e di fragile:

non è sdolcinata, dolciastra, placida, ma la cosa più esigente. Mentre ce la si presenta spesso e volentieri come una comodità dei sentimenti, un ritiro lontano dalle aggressioni del mondo esterno, la messa al riparo dai suoi colpi e dalle sue violenze […], l’intimità è in sé sconvolgente.

In questo senso, un rapporto intimo non è visto come qualcosa da tutelare per la sua fragilità, ma piuttosto come qualcosa di strabiliante, che permette un ribaltamento della prospettiva e che spiazza i protagonisti del rapporto. Ma quand’è che un rapporto diventa intimo? Per rispondere a questa domanda l’autore chiama in causa Stendhal, che nell’Amore scrive l’intimità non è tanto la felicità perfetta, quanto l’ultimo passo per raggiungerla: questo passo scandisce inevitabilmente un prima e un dopo, che cambia in modo irreversibile l’identità stessa delle parti coinvolte.

Sull’intimità è un saggio interessante dove le tematiche filosofiche (campo privilegiato da Jullien) fanno spazio, se applicate alle relazioni che tutti noi ci troviamo a vivere, a considerazioni anche molto pratiche e argute su quello che significa stare vicino all’altro e costruire con lui uno spazio che non sia un rifugio da un mondo difficile (come siamo portati a credere per quanto riguarda le relazioni di coppia), ma piuttosto un varco che emerge in modo spontaneo ma netto in cui sia possibile guardare insieme in una direzione sospendendo il giudizio sull’altro e mantenendo il rapporto stesso come unico obiettivo della relazione.

 

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Legami d’amore: i rapporti di potere nelle relazioni amorose (2015) – Recensione

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Jullien, F. (2014). Sull’intimità. Lontano dal frastuono dell’amore. Raffello Cortina: Milano.
  • Simenon, J. (2008). Il treno. Adelphi: Milano.
  • Stendhal (1980). L’amore. Mondadori: Milano.
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Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

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